Capitolo 8 - Gianluca's pov

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Tra pomeriggi all'università e serate passate a discutere dell'organizzazione per la rapina successiva, anche gli ultimi giorni di marzo erano volati in un batter d'occhio.

Eravamo ormai nel mese di aprile, e nei giorni precedenti avevo meditato a lungo sulla conversazione con Alessio. Forse aveva ragione, forse avrei dovuto veramente buttarmi... Dopotutto io e Francesca eravamo già buoni amici, sarebbe stata una normalissima uscita.

E così mi ero buttato: il giorno dopo aver discusso con Alessio avevo deciso di parlare con lei, e alla fine lo avevo fatto. Io e Francesca saremmo andati in pizzeria quel fine settimana stesso, e quel fine settimana era finalmente arrivato.

Quella mattina mi svegliai di buonumore cercando di non esaltarmi troppo per non destare sospetti in Piero e Ignazio, trascorremmo la mattinata all'università e il pomeriggio passai a salutare Alessio, che mi diede gli ultimi consigli.

Il momento era giunto, mancava ormai meno di mezz'ora all'appuntamento ed io stavo cercando di aggiustarmi per il meglio davanti allo specchio del bagno.

Ignazio irruppe improvvisamente.

«Gianluco, si può sapere dove devi andare?»

Mi aspettavo già una domanda simile da parte dei miei coinquilini, pertanto avevo già una risposta pronta.

«Vado in pizzeria con Alessio» tagliai corto. Il mio amico mi avrebbe aiutato temporaneamente coprendomi.

«Alessio in pizzeria il sabato sera?» si sorprese Ignazio «Cos'è, si è convertito alla tranquillità?»

«È solamente una cena tra amici, torniamo anche abbastanza presto» continuai.

Fortunatamente il mio amico lasciò perdere la conversazione quasi immediatamente. Avvisai anche Piero e uscii a piedi, la pizzeria non era poi così lontana.

***

Alle otto e mezza in punto Francesca arrivò, allegra e precisa come sempre. Era vestita in maniera semplice ma ugualmente carina, d'altronde era solamente una cena in pizzeria.

«Ciao Gian!» esordì avvicinandosi all'entrata «Ti ho fatto aspettare molto?»

Scossi la testa. «No, tranquilla, sono qui da poco.»

Entrammo e prendemmo posto ad un tavolo proprio di fronte al forno, dal quale poco dopo uscì un pizzaiolo sulla quarantina che mentre lavorava ci fece un cenno di saluto, che noi ricambiammo. Da quello che potei intuire dal cartellino sulla sua maglietta, sembrava chiamarsi Filippo.

Francesca ed io ordinammo le pizze quasi immediatamente e iniziammo a parlare del più e del meno, in particolare di musica.

«Come vanno le lezioni di piano?» le domandai, conoscendo i suoi hobby.

«Mah, sembrano andare bene» ribatté lei «Anche se forse vorrei prendermi una pausa, poi ti spiegherò. Tu, invece? Non hai mai pensato di iniziare a suonare uno strumento?»

Scrollai le spalle. «In realtà mi piacerebbe, ma non avrei mai tempo per imparare... Soprattutto ultimamente. Per il momento mi diletto solamente a cantare sotto la doccia.»

«Can't stop the feeling, scommetto» rise Francesca.

Annuii. «Non solo... Come sai ascolto anche musica di altro genere. Non so, Andrea Bocelli, Frank Sinatra, Dean Martin...»

«Questo genere di musica non potrebbe diffondersi più di tanto tra i giovani.» La voce di Filippo, fuori dalla cucina, ci interruppe.

«Come fa a dirlo?» replicai, sorpreso dal suo intervento.

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