Capitolo 48 - Ignazio's pov

133 18 20
                                    

Il fatidico giorno era arrivato, e il nervoso si stava facendo sentire secondo dopo secondo.

Respirai a fondo mentre mi sistemavo la cravatta e mi lisciavo il pantalone. Mi guardai ancora una volta allo specchio per poi afferrare le chiavi di casa e dirigermi nel parcheggio di casa mia.

Salii in macchina, sorridendo e buttando fuori l'aria per eliminare quella piccola traccia di nervoso che mi occupava il petto e la mente si liberò di poco, ma quel poco bastò per mettere in moto il veicolo e giungere davanti casa di Francesca.

Le inviai un messaggio e poco dopo la vidi uscire in tutta la sua bellezza e guardarsi intorno per cercarmi.

Abbassai il finestrino e richiamai la sua attenzione. Lei si girò verso di me e mi sorrise, mi raggiunse e salì in macchina, chiudendo la portiera con sé.

«Ciao, Ignà.» Mi diede un bacio sulla guancia ed io ricambiai il saluto, misi in moto di nuovo e mentre eravamo in viaggio un silenzio imbarazzante ci circondò.

Decisi di spezzarlo per non appesantire la tensione già esistente e palpabile.

«Beh, allora... Ehm... Come... Come stai?»

Domanda intelligente, bravo Ignazio.

«Bene, solo un po' ansiosa. Non mi hai accennato nulla» mi fece notare. Le sorrisi, spostando velocemente i miei occhi nei suoi che mi stavano osservando curiosi ma poi, scuotendo la testa, ritornai a guardare la strada di fronte a me.

«Lo scoprirai, non voglio anticiparti niente! Altrimenti che sorpresa è!» Risi e lei mise su un finto broncio che io, però, trovai adorabile.

«Non fare l'offesa, Fra, tra poco vedrai cos'ha creato questo meraviglioso ragazzo al tuo fianco» continuai mentre la sua dolce risata echeggiò nell'abitacolo.

«Un ragazzo molto modesto, direi.»

«Sempre» affermai mentre parcheggiavo proprio davanti al ristorante.

Proprio prima di scendere, Francesca si accovacciò nel poco spazio disponibile davanti a lei, rannicchiandosi come un bambino nella pancia della mamma.

«Francesca? Che stai facendo?» le chiesi, aggrottando le sopracciglia.

«Shhh.» mi ammonì lei.

«Come 'shhh'? Mi vuoi spiegare cosa succede?»

Sbuffai quando notai il non arrivo della sua risposta.

«Io ti lascio qui se entro cinque secondi non mi dici cosa ti prende» ribattei serio, sbloccando la porta.

«Non lo faresti mai» dichiarò lei ed io assottigliai gli occhi, avvicinandomi.

«Scommettiamo?»

«S-s-n-ehm...» farfugliò lei incerta, così aprii la portiera e la vidi scattare come un predatore quando vede la sua preda a pochi passi da lei.

Chiusi la macchina e mi diressi verso l'ingresso del ristorante.

«Ignazio Boschetto! Torna subito qui!» sentii la sua voce ovattata e il rumore dei suoi pugni sul vetro. Mi girai e risi a crepapelle, ritornando a piccoli passi da lei.

«Apri. Subito!» ordinò, ma io non l'ascoltai.

«Ignazio, alla faccia che sei innamorato di me, eh! Mi faresti morire qui dentro!»

Espirai e la mia attenzione venne catturata da tre ragazzi che si stavano dirigendo verso di noi a passo deciso.

«Ignà! Ignazio! Ehi!» la voce di Francesca mi ridestò e la guardai soltanto mentre quel gruppo mi circondò.

In questo mondo di ladriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora