~ Give me love ~

8.1K 383 41
                                    


~ Ethan's POV:

«E la mia colazione dov'è?», domando con voce roca. Prova ad alzarsi per andare a prendere il piatto pieno di pancake. La blocco trascinandola sotto il mio corpo. Faccio attenzione a non farle male e inizio a morderle sotto l'orecchio e a baciarla. Il suo profumo di pesca misto a quello dei dolci appena cucinati, inebria ogni mio senso facendomi risvegliare del tutto. Scoppia a ridere e prova a divincolarsi ma sono troppo forte per lei che è uno scricciolo. «Ho già la mia colazione», le mormoro contro l'orecchio. La vedo arrossire. Un rossore che la rende così tenera e allo stesso tempo sensuale. Le stampo qualche altro bacio veloce sul collo e sulle guance e trattiene il respiro.
Dio quando è bello poterla avere tutta per me qui in casa, al risveglio. Non riesce a stare ferma, trova sempre qualcosa da fare. È una di quelle persone che riescono ad ottenere ottimi risultati ovunque. Si impegna tanto e in tutto anche nelle cose più semplici. Ogni giorno che passa, è sempre più bella con quei suoi maledetti occhi in grado di convincere il più duro dei cuori. Ogni giorno che passa, la amo alla follia. Non ho mai provato niente del genere verso qualcuno. Forse il mio cuore stava proprio aspettando che arrivasse lei.
Ho commesso tanti errori ma adesso ho la mia occasione per essere il ragazzo che merita per essere davvero suo...
Il ronzio della sveglia sul telefono mi fa sobbalzare dal divano. Cazzo! Passo frustrato una mano sul viso guardandomi attorno. Lei non c'è. Era solo un sogno. Un bellissimo sogno. Un ricordo positivo prima dell'arrivo della tormenta.
È ancora buio. Mi stiracchio, accendo la macchina del caffè e attendo quei pochi minuti. Ne ho proprio bisogno. Quando la brocca emette il tipico brontolio, verso tutto dentro la tazza. Dopo essermi svegliato con del pessimo caffè annacquato, vado a fare una doccia e mi preparo per uscire. Anche in questo, lei era brava. C'era una cosa che non sapeva fare?
Ho del lavoro arretrato da sbrigare. Le cose si sono complicate e TJ da solo non riesce proprio a svolgere tutto quanto. Prendo le chiavi della mia Audi ed esco silenzioso sotto la prima luce dell'alba. Non so come sarà questa strana giornata. Spero sempre in un miracolo ma ora come ora spero anche che lei stia davvero bene per come Lucy ci ha più volte rassicurato. Muoio dalla voglia di vederla anche solo per pochi secondi. Il mio cuore potrebbe recuperare quel battito perso da mesi. Accendo la musica per non sentire troppo il rumore dei pensieri e per avere un po' di compagnia mentre sfreccio per le strade poco affollate.

"I'm unstoppable
I'm a Porsche with no brakes
I'm invincible
Yeah, I win every single game
I'm so powerful
I don't need batteries to play
I'm so confident, yeah, I'm unstoppable today
Unstoppable today, unstoppable today
Unstoppable today, I'm unstoppable today..."

Premo sull'acceleratore e cambio canzone. Questa rievoca troppi ricordi. Ricordi di giorni felici nonostante grossi nuvoloni minacciassero sempre tempesta. Guiderei fino a Vancouver per rivederla. Per seguirla da lontano e vedere come combatte e affronta la sua giornata. Lo farei se solo non avessi altri grossi problemi da risolvere in questo fottuto posto. Perché ha scelto proprio quella città?
Passo una giornata abbastanza lunga e pesante al lavoro. Rivedere TJ è come ritrovare un vecchio amico. Lui sa ogni cosa di Emma. Ne ha sentito parlare così tanto e ha anche visto noi due insieme quindi conosce quasi ogni dettaglio. Non so come faccia a sopportarmi e supportarmi in un momento del genere ma è una di quelle poche persone rimaste sempre al mio fianco.
Purtroppo abbiamo sempre avuto un amico in comune: Drew. Quel figlio di puttana!
TJ è un ragazzo alto, solare e attento. È bravo come meccanico ma è anche un genio dei computer. È un ragazzo tutto fare. Ci fermiamo a cena in un locale e finalmente posso rilassarmi senza avere il pensiero costante di Tara che continua a tramare qualcosa alle mie spalle.
Ormai non manca molto al parto. L'idea di averla ancora in casa non mi entusiasma. Lei non è Emma. Non è ordinata, non è attenta. È solo una ragazza snob e strafottente. Una di quelle ragazze che hanno sempre bisogno di trovarsi al centro dell'attenzione. Non so ancora come io mi sia fatto convincere a cacciarmi in un gaio simile. Evidentemente avevo la vista annebbiata. Ora sono solo stanco. Spero inoltre che tutto questo vada per il verso giusto perché se qualcosa va storto, a rimetterci sarò sempre io.
«Da quanto non la vedi?», TJ fissa la ragazza dietro il bancone rivolgendole un sorriso mentre taglia la sua cena. Noto che la ragazza sta ricambiando rossa in viso. Lui è consapevole del suo fascino e riesce sempre ad ottenere quello che vuole. Alzo gli occhi al cielo e rido. Non riesce proprio a calmare i suoi bollori.
Torno per un momento serio. Parlare di Emma fa sempre uno strano effetto. «Avevamo detto di non riaprire più questo discorso», lo rimprovero.
TJ manda giù un sorso di birra. Osservo il suo pomo d'Adamo fare su e giù. Pulisce le labbra con il tovagliolo e poi unisce le dita. Un gesto che fa quando sta per iniziare un discorso. Ormai lo conosco. «Avevi detto tu di non parlarne non io. Andiamo amico, sembri un cane bastonato da quando se ne è andata lasciandoti quel fottuto anello e quel biglietto. Continui a guardarlo ad ogni occasione. Dovresti andare da lei e riprendertela anche di peso se necessario. Sono sicuro che lei riuscirà a perdonarti anche questa. Quante volte lo ha fatto?», lancia di nuovo il suo sguardo alla ragazza poi si ricompone notando i miei occhi fissi su di lui.
«Troppe ed è per questo che lei non ritornerà. Sta bene dove vive e forse Lucy la convincerà a venire a trovarla per qualche giorno così potrò rivederla». Il pensiero mi fa sentire emozionato.
«Ma non potrai stare con lei», replica addentando una manciata di patatine. Se c'è una cosa a cui TJ non rinuncerà mai oltre alle ragazze, è il cibo. Mangia di tutto ed è magro quanto uno stecco. È assurdo il modo in cui riesce a mangiare senza mai stancarsi.
«No, non potrò. Rispetto la sua decisione di lasciarmi ma non posso rinunciare a vederla anche solo per una manciata di minuti e da lontano.» Provo a mangiare anch'io qualcosa anche se il mio stomaco continua a rifiutarsi. Adesso capisco come si sentiva ogni volta. Sto provando su pelle ogni singola cosa. Sono stato un vero idiota con lei.
«Credi che riuscirai a trattenerti? Io non credo. Amico lei è...», si blocca pulendosi subito le labbra e in breve esce dal locale.
Getto i soldi sul tavolo e corro anch'io fuori quando vedo Freddy.
«Ho fatto tutto quello che mi avete detto», sta dicendo spostando il suo sguardo su di me. Non riesco ancora a perdonarlo. So che è mio amico da quando ne ho memoria ma non avrebbe dovuto, non avrebbe dovuto mettere in pericolo la mia Emma. Nessuno può toccarla. Se ci ripenso, sale la bile. Sento proprio quel retrogusto amaro in bocca e vorrei prendere tutte quelle teste di cazzo a schiaffi o peggio farle fuori.
«Voi due non vi parlate ancora?», domanda TJ curioso saettando con lo sguardo da una parte all'altra.
«Lui lo sa che non avevo altra scelta quel giorno. Sa anche che mi dispiace, gli ho chiesto scusa ma dovrei chiederle anche a lei e quando ne avrò l'occasione, lo farò. Tutti commettiamo degli errori alcuni più di altri e poi subiamo le conseguenze. Anche tu hai commesso dei grossi errori nei suoi confronti non puoi di certo giudicarmi per questo», mi affronta.
Sbuffo dalle narici. «Se non ti fossi invischiato in certe situazioni a quest'ora lei sarebbe ancora qui. Lontana o vicina a me non importa ma sarebbe qui. Non venire a farmi la paternale, ho già chi ci pensa di continuo», per la prima volta dopo mesi, riesco a rivolgergli la parola. Non è la prima volta che ci ritroviamo l'uno davanti all'altro.
«Lei ancora non lo sa vero? Continui a tenerle dei segreti? Il lupo perde il pelo...», sorride e scuote la testa. «Comunque adesso devo andare. Non ho proprio voglia di discutere. Chiama quando ritrovi un po' te stesso. Il vero Ethan!»
Freddy ci saluta con una pacca ciascuno e se ne va tranquillo salendo sulla sua nuovissima auto.
Stringo i pugni e impreco passando le mani tra i capelli. TJ mette subito una mano sulla mia spalla. «Non pensarci ora. Per oggi abbiamo finito ed è andata bene. Ti chiamo quando mi serve aiuto ok?»
Annuisco e lo fisso mentre se ne va. Salgo in auto e guido come un pazzo verso la pista. Trovo per una manciata di minuti quella sensazione di libertà che ho perso ormai da mesi. Senza di lei non è poi così divertente. È tutto un fottuto sbaglio. Io amo solo lei ma è lontana. Lontana da me. Quanto ancora riuscirò a trattenermi?

Unstoppable 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora