~ Say Something ~

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Ethan's POV:

Vengo risvegliato da un urlo agghiacciante. Mi rendo conto di avere avuto un brutto incubo e un pessimo risveglio. Non capitava da un bel po' di tempo. Indolenzito e sudato, mi trascino verso la doccia. Cerco di sciogliere i muscoli tesi sotto il getto caldo dopo l'ennesima notte passata sul divano. Questa è davvero una pessima situazione. Dovrei trovare un letto e sistemarlo nel mio studio ma adesso è pieno di scatoloni e cianfrusaglie per la bambina. Non ho più il controllo della mia vita. Ovunque io mi giri, c'è un cambiamento. Non sopporto più questa situazione. Non sopporto più questo peso che continuo a sentire al centro del petto, è così asfissiante.
Rivoglio indietro la mia vita. Non voglio che sia tutto come prima, perché preferirei modificare determinati eventi ma che torni il sereno.
È ancora buio fuori. Tara dorme nel mio letto. Sembra quasi una ragazza tranquilla vista da questa angolazione. Preparo un po' di caffè e scendo al piano di sotto dove trovo mio padre già al lavoro. Attorno c'è un odore di dolci appena sfornati, di zucchero caramellato. Mi ricorda tanto quei giorni passati al luna park con i miei genitori. 
Siedo accanto a lui. Mi passa subito un piatto pieno di pancake ricoperti di cioccolato e granella di nocciole dall'aspetto invitante. Era da un pezzo che non li preparava. Assaggio e sono deliziosi. Mi fanno tanto ricordare... No! Non posso, non devo. Continuo a ripetermi.
«Questa mattina mi sono alzato con una voglia matta di pancake. Non so se te l'ho mai raccontato, una volta Emma è scesa con un piatto pieno ed erano deliziosi. Quella ragazza si che sapeva cucinare bene. Si preoccupava sempre per tutto. Mi domando cosa stia facendo e so che lo fai anche tu», mi lancia uno dei suoi sguardi obliqui da sopra le lenti. Manca anche a lui. Ma lui, non era il ragazzo che avrebbe dovuto proteggerla.
«Papà, ne abbiamo già parlato. Non posso invischiarla ancora in certe situazioni. Forse è meglio che lei stia lontana da questo posto e anche da me! Non me lo perdonerei se gli succedesse qualche altra cosa.» Lavo per distrarmi i piatti mentre rivivo nella mente il primo giorno passato in questa casa con lei. Quando la feci imbarazzare. Quando rimase a lavorare su quell'abiti per ore senza mai distrarsi. Poggio i palmi sul ripiano e ad occhi chiusi sospiro.
«Quando ti accorgerai che è l'unica per te? Quando la troverai e le dirai come stanno veramente le cose? Quando le dirai la verità su ciò che in realtà stai facendo? Non la stai proteggendo così Ethan! Così la stai solo allontanando maggiormente da te e da noi. Te ne pentirai quando la vedrai tra le braccia di un altro come è successo a me con tua madre. L'orgoglio distrugge tutto così come le bugie che continui a ripetere a te stesso!», così dicendo torna a lavorare.
Rifletto un momento di troppo sulle sue parole. Le sento rimbombare dentro e arrivano dritte al cuore come una frustata. «Pensi che abbia un altro?», domando con il cuore improvvisamente impazzito nel petto. No, non mi farebbe mai questo. Mi ama ancora? Mi ha dimenticato?
Il pensiero mi fa paura e davvero male ma continuo a mostrare la corazza che con gli anni ho dovuto rafforzare.
«Più il tempo passa più le cose cambiano e si evolvono Ethan. Se non ha una persona accanto ora, potrebbe trovarla domani. Non puoi continuare a mentire per cercare di proteggerla perché sai benissimo che è invischiata quanto te in questa situazione. Sin dal primo giorno in cui l'hai amata», si fa serio e dopo un momento continua cambiando discorso. «Andrai alla cena?»
Avevo dimenticato l'invito di mia madre. Ultimamente sono distratto e stressato. Tara continua a chiedere, mio padre a fare pressioni per agire prima che tutto cambi un'altra volta e in modo irreversibile, Mark che continua a chiamare per avere notizie, mia sorella che sta attraversando un pessimo momento proprio perché le manca la sua amica. In tutto questo io mi ritrovo nel mezzo. Non ho più la situazione sotto controllo. Commetterò altri errori o peggio, crollerò. Sospiro stropicciando gli occhi.
«Si, andrò alla cena», borbotto.
«Verrò anch'io», Tara scende le scale già pronta per rendere orribile un'altra delle mie giornate. Non ribatto, non ne ho più le forze. Ho solo voglia di scappare da questo posto. Ho solo voglia di sfogare questa rabbia che sento e questo senso costante di perdita che continua a lacerare il mio petto.
Prendo il giubbotto di pelle e le chiavi ed esco di casa. Salgo in auto e premo sull'acceleratore. Apro i finestrini e lascio che la brezza mattutina riempia l'abitacolo e mi permetta di ritrovare un po' di respiro.
Non riesco più a sentirmi libero.
Il display segnala una chiamata. Abbasso la musica. Stavo ascoltando Lana del Rey. Ormai certe canzoni sono rimaste impresse e non posso farne a meno, devo ascoltarle.
A chiamare, è il mio amico TJ, spero non abbia fatto danni o peggio, non abbia brutte notizie.
«Ci servi qui amico!», è tutto quello che dice. Capisco in fretta che qualcosa non va dal suo tono di voce. Sterzo driftando e in breve lo raggiungo.
Le ore passano e arrivo a pomeriggio inoltrato stanchissimo. Entro in casa e non trovo mio padre. Salgo le scale a chiocciola a rilento. Tara è intenta a sistemarsi per la cena. Non appena mi vede, sorride e poi tocca il pancione. Indossa uno di quei vestitini che mettono in risalto ogni forma. Mi sale una certa nausea e distolgo lo sguardo. Ogni volta che fisso la sua pancia, è un colpo al cuore. Come riesce a non sentirsi sporca dentro sapendo di mentire? Non sono io il padre della sua bambina, non crede sia un grosso errore quello di fare crescere la sua creatura ad un altro anziché accanto al suo vero padre?
Mi sento in colpa. Non potrò mai amarla. Non potrò mai guardarla con affetto e premura. Non sono neanche pronto ad essere padre. Tutto questo, è solo un brutto incubo continuo a ripetere dentro la mia testa da mesi ormai. Poi mi ricordo del perché io lo stia facendo e in silenzio vado a prepararmi.
Indosso una camicia bianca e un paio di jeans stretti neri. Sciacquo il viso per l'ennesima volta e non riconosco il volto che ho davanti. Un ragazzo che ha perso la ragione del suo sorriso. Un ragazzo che con i segreti e le menzogne, ha perso parte della sua vita.
«Forza! Non voglio arrivare tardi!», strilla Tara.

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