~ Emma's POV:Dopo il meraviglioso appuntamento con Parker e una settimana decisamente tranquilla e in ripresa: eccomi ritornata alla normalità. L'ufficio mi sembra stretto e piccolo ma questa è colpa della lontananza. Tea non appena mi ha visto entrare è corsa ad abbracciarmi, felice di rivedermi e di non dovere più sopportare quelle oche giulive degli altri uffici che spettegolano durante l'ora di pranzo nella piccola mensa.
Nessuno dei dipendenti o degli altri avvocati ha fatto domande sulla mia situazione. Non passerà ancora molto e qualcuno inizierà sicuramente a curiosare sulla mia vita privata e su tutto quello che è successo quella notte. Non mi sento ancora del tutto al sicuro ad essere sincera ma so che la stronza rossa ha l'ordine di non avvicinarsi e in più non lavorerà più in questo ufficio. In molti credo che abbiano esultato visto che non aveva una bella fama. A quanto pare aveva aggredito due clienti ma la cosa è stata insabbiata per non farle precipitare la carriera.
Stampo dei verbali e rimetto a posto delle cartelle. Non è stato affatto difficile riprendere il mio caro e buon vecchio ritmo. D'altronde sono sempre stata una ragazza molto organizzata. In più amo lavorare in questo posto.
Il telefono segna la notifica di un messaggio in arrivo. Sblocco inserendo il codice.Lucy: "Come va? Pronto l'abito?"
Emma: "Direi che sopravvivo. Non ancora, mancano solo pochi dettagli. Lo vedrai il giorno del tuo matrimonio."
Lucy: "Guastafeste! :P Ti voglio bene!"
Da quando ha saputo dell'aggressione, Lucy mi è stata vicina. La cosa è alquanto strana vista la pugnalata alle spalle. Ha telefonato regolarmente e non ha messo becco su una questione in particolare. Le mie condizioni sono chiare e non intendo modificarle. Andrò al matrimonio, farò il mio dovere e dopo me ne ritornerò qui e nessuno rivangherà il passato. Ognuno andrà per la propria strada.
So di essere stata abbastanza dura con questo ma non posso assolutamente permettermi di fermarmi e piangere ancora sul latte versato. Non posso cambiare il passato. Non posso modificare gli eventi che mi hanno colpita nel profondo. Posso e devo andare avanti. Qui sto costruendo le basi per un mio possibile futuro; E' stato difficile ambientarmi per andare avanti da sola ma ce la sto mettendo tutta e riuscirò ad avere il mio lieto fine in qualche modo.
Tea fa capolino nel mio quadratino facendomi capire che siamo in pausa. Ancora una volta mi sono lasciata distrarre dai pensieri. Scendo con lei a mensa. Non ho mai mangiato in questo posto, sono sempre andata a pranzo in un piccolo ristorante vicino o ho saltato il pranzo a causa di qualche imprevisto. Credo mi vedano tutti ancora come la nuova arrivata anche se non lo sono. Noto che mi riconoscono e tento di non fissare nessuno in particolare perchè mi sento già fin troppo a disagio. Tea mi rassicura più volte spiegando che qui dentro è sempre così e che passerà.
Ci sediamo ad un tavolo distante di fronte la grande vetrata e pranziamo a base di penne con speck e verdure. È davvero delizioso.
«Vieni sempre qui a pranzo?»
Tea pulisce gli angoli della bocca con il tovagliolino colorato prima di rispondere annudendo. Come me ha delle manie e inizio a capire perchè si isola spesso dalle altre donne presenti in ufficio. A me sta molto simpatica in più è l'unica amica che ho in questo posto.
«Si mangia bene», gesticolo con la forchetta tra le dita.
«Tranne il venerdì», mette in bocca una forchettata di penne, «di solito non c'è niente di appetitoso.»
«Andremo da qualche altra parte», sorrido e mi alzo per prendere il secondo dopo averle chiesto cosa gradisce. C'è una vasta scelta.
Mentre aspetto dietro una fila di tre persone, dalla porta appare lui: bellissimo, dannatamente sexy, fascinoso e letale. Le mie gambe iniziano a farsi gelatina non appena mi sorride, strizza l'occhio e si avvicina. Faccio finta di niente e prendo il secondo per me e Tea.
«Oggi a mensa?», prende una porzione di pasta.
Non l'ho mai visto pranzare in questo posto o in generale durante le ore di lavoro. Di solito mi preoccupo che assuma almeno un paio di zuccheri con qualche ciambella e cornetto oltre al caffè. Vederlo a suo agio, mi fa un certo effetto.
«Si, non è male come pensavo»
Inarca un sopracciglio. «Con quello che paghiamo questo posto è il minimo.»
Sorrido arrossendo visto che ero ignara di tutto e torno al tavolo dove Tea continua a guardarci trasognante. Un giorno mi ha detto che sogna una storia d'amore come la nostra, in risposta le ho detto che io e Parker non siamo innamorati. In realtà, non so tutt'ora cosa siamo e come siamo finiti in questo strano impiccio. Solo solo che accanto a lui sto bene.
«Vitello per te con contorno di asparagi e aceto e per me dell'insalata di pollo dall'aspetto invitante e una valanga di patatine ovviamente. Cibo salutare insomma».
Tea ridacchia poi si fa rossa in viso emettendo un colpo di tosse finto. «Ehm, il capo, si sta avvicinando...», balbetta a bassa voce.
Nello stesso istante Parker si siede con noi con un gran sorriso. La vedo sciogliersi sulla sedia e mi scappa una strana risata. So già di essere rossa in viso perchè tutti ci guardano e per distrarmi infilo in bocca una manciata di patatine. «Ho dimenticato la salsa», mi alzo.
«Lascia, faccio io!»
Io e Tea guardiamo Parker mentre si dirige verso la cucina. La mia amica collega inarca un sopracciglio e si sventola con la mano. «Non è mai venuto a pranzo in questo posto. Ha scelto personalmente lo chef. In più, mangerà con noi!», le esce uno strilletto eccitato.
Le do un colpetto affettuoso per farla smettere di fare altre allusioni su di me e il capo mentre lui ritorna al nostro tavolo poggiando la salsa rosa e delle bibite. «Non le ho chiesto di svaligiare la cucina», premo il tubetto e riempio le patatine e l'insalata di salsa.
«Non le ho chiesto di chiedermelo per farlo signorina», ribatte divertito e con un tono di sfida nella voce.
Il nostro breve battibecco suscita la risata contagiosa di Tea a cui si unisce quella di Parker che scuote la testa iniziando a pranzare. Molte donne lo fissano con la bava alla bocca. Ok, abbiamo capito che è un grandissimo gnocco ma un pò di dignità. In sala c'è anche un certo brusio e molte delle ragazze, continuano a indicarci o a osservarci ad ogni movimento. Mi sento nel mirino. Non potrebbe essere più imbarazzante di cosi, penso. Tea sembra più a suo agio quando Parker le domanda come sta, come si trova, dove vive e altro sulla sua vita privata che non sto a sentire perchè sono troppo impegnata a tenere a bada la voglia di avvicinarmi maggiormente a lui.
«Ad Emma piacciono molto i telefilm...»
Mi riscuoto e noto lo sguardo di Tea e Parker intento a riprendersi dalla frase sfuggitagli dalle labbra. «Alla signorina Emma, volevo dire.»
«Non si preoccupi signore, Tea sa abbastanza», lo punzecchio e trattengo una risatina nervosa.
«Dubito che Tea sappia che la porterò a cena, questa sera».
Spalanco gli occhi e mi va di traverso l'acqua. La mia amica ridacchia e batte la mano sulla mia schiena nel tentativo di farmi riprendere. Quando il rossore è scemato, faccio un grosso respiro. «Dubito sappia se accetterò o meno», ribatto.
Tea muove il viso da una parte all'altra, sembra divertita, più del normale. Parker aggrotta la fronte, poggia un dito sulle labbra e so cosa significa: si sta preparando al contrattacco. «Potrei rapirla...»
Tea tappa la bocca eccitata. Credo stia assistendo ad uno degli spettacoli più belli della sua vita. Se ne sta seduta come se davanti avesse la scena di un film. Mi verrebbe da riprenderla e dirle di darsi un contegno e di tifare per me, per correttezza, ma sono bloccata dallo sguardo intenso di Parker che nel frattempo sta cercando di incutermi timore. Si aspetta che io ceda.
«Potrebbe ma quando mi ritroveranno lei sarà nei guai. Credo conosca la mia amica Lexa», lo minaccio.
«La conosco e per una volta devo ammettere che ha ragione. Quindi? Accetta il mio invito?», usa tutto il suo charme per convincermi.
«Certo che accetta», spara in fretta Tea.
La fulmino con lo sguardo. «Dovrò visualizzare la mia agenda, come sa ho molti impegni», trattengo una risatina. Mi piace stuzzicarlo e vedere le sue reazioni. Ancora di più, mi piace il suo sguardo e la sua determinazione nel controbattere, nel non arrendersi, nel non cedere alle provocazioni ma darmi il ben servito.
«Attenderò con pazienza il suo si»
«O il mio no», ribatto.
Fa un sorrisetto e si alza per andare a prendere il dolce. Tea batte le mani e quasi strilla poi si piega per sussurrarmi che siamo proprio una coppia strepitosa e singolare. Alzo gli occhi al cielo e sospiro preparandomi ad un nuovo round in ufficio dopo il pranzo.
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Unstoppable 2
RomanceQUESTO È IL SECONDO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima storia per capire questo secondo capitolo • TRAMA: Sono passati mesi da quando Emma è scappata da New York per trovare il suo posto tranquillo. Il suo gesto disperato, d...