~ Unconditionally ~

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~Emma's POV:

Esco dall'aula tenendo stretto al petto il libretto. Ho il cuore leggero e l'umore alle stelle. Ho superato magnificamente l'ultimo esame ottenendo un risultato eccellente. Non riesco ancora a credere che mi laureerò prima del previsto. Sono felice per avere raggiunto questo traguardo nella vita un po' meno perché non ho accanto una famiglia con cui festeggiare. Alzo il viso verso il cielo e cerco di trattenere le lacrime che rischiano di sgorgare e far danni.
Mi incammino verso l'uscita a piccoli passi, ripenso quanti esami dati in questi mesi per potere arrivare a questo giorno con largo anticipo. Ripenso ai sacrifici fatti e alle notti passate insonni.
«Sorpresa!»
Balzo indietro con una mano sul petto e una sulla bocca per l'urlo che ho lasciato uscire.
Lexa mi abbraccia tutta felice e poi batte le mani come una pazza.
«Che ci fai qui?», domando sorpresa e con il cuore che rischia di scoppiarmi in petto.
Si sposta e David si fa avanti per un abbraccio veloce. Poi c'è lui, bello da morire, si avvicina cingendomi la vita con le sue mani forti e mi bacia davanti a tutti prima di porgermi un mazzo di girasoli meravigliosi. Sorrido imbarazzata. «Grazie», sussurro emozionata per questa strana accoglienza.
«Allora?» Lexa non sta più nella pelle.
Sono ancora un po' stordita per la sorpresa e credo di avere un sorriso da ebete stampato in faccia. «Allora... è andata!», strillo felice e abbraccio la mia amica mentre saltella e urla con me.
Parecchi studenti ci fissano stupiti e alcune si fermano riconoscendo sia Lexa che Parker per una foto o un semplice ciao.
«Hai fame?», domanda Parker sereno e con un sorriso dolce da fare scoppiare gli ormoni a chiunque. Dio, è davvero mio?
«Tanta», rispondo intrecciando le dita alle sue.

Entrati in auto mi rendo conto di non sapere dove mi porteranno. Li guardo ancora frastornata e sorpresa di vederli. Non ho detto niente a nessuno quando sono uscita questa mattina a parte che con Parker non ci siamo visti in questi due giorni perché è stato impegnato con il lavoro e con i preparativi per il viaggio.
Ci fermiamo di fronte un ristorante italiano, il mio preferito. Parker mi apre la portiera come sempre e David fa lo stesso con Lexa. Durante il viaggio non hanno smesso un momento di parlare e progettare.
Ci sediamo al tavolo e in breve veniamo serviti. Guardo subito Parker che si stringe nelle spalle. Lo abbraccio senza preoccuparmi di altro. «Sei meraviglioso. Non ti merito!», mormoro posando un bacio sotto il suo orecchio.
Prende il mio viso tra le mani e scuote la testa. «Ti sbagli. Meriti tutto!»

Il pranzo fuori orario è buonissimo. Ha un gusto particolare: sa di vittoria, di successo, di amore, di amicizia. Sa di tutto quello che non ho mai avuto prima.
Quando i ragazzi si allontanano un po' perché David deve fumare, Lexa si avvicina prendendo le mie mani. È felice per me ed io ne sono lusingata. Ho il cuore colmo di sensazioni e sentimenti. Ho paura che possa scoppiare da un momento all'altro. Non sono abituata a tutto questo amore incondizionato, a tutte queste attenzioni. Non finirò mai di stupirmi. È così che ci si sente?
«Ha organizzato tutto lui. Io ho solo dato l'idea!»
La abbraccio. «Ti voglio bene. Non finirò mai di ringraziarti!»
«In realtà volevo proporti qualcosa di diverso...» inizia fissandomi con uno strano luccichio negli occhi. «E se dopo la laurea ce ne andassimo in vacanza?»
Sgrano gli occhi. Sulle mie labbra si apre subito un sorriso. «Una cosa alla volta? Comunque potrebbe essere una buona idea! Sempre che io sopravviva ai due matrimoni», rispondo sarcastica ridacchiando nervosa.
Lexa mi ammonisce con lo sguardo. «Ho dei biglietti ma non posso dirti per dove! Ti ho detto che abbiamo altri ingaggi?»
Parla talmente veloce che non riesco a seguirla.
I ragazzi tornano e Parker cinge le mie spalle con un braccio facendo la mossa di strozzarmi prima di darmi un sonoro bacio sulla tempia. È particolarmente allegro e adoro quando è così. Gli do un colpetto con il gomito e lui ride.
Lexa ci guarda trasognante mentre David risponde a delle chiamate di lavoro. Hanno rinunciato ai loro impegni per me, che gentili.
Dopo il dolce, ci dividiamo. Lexa esce con David mentre io e Parker usciamo dal locale e camminiamo per le varie strade affollate mano nella mano.
«Come stai?»
Ci sediamo su una panchina. Al parco si respira già aria d'estate. Fa caldo e per fortuna ho indossato qualcosa di leggero e comodo. Mi piace questo periodo non fa troppo caldo ma neanche freddo.
«In realtà non lo so». Fisso una coppia con il passeggino. L'uomo trascina il passeggino mentre la moglie parla e sorride. Chissà se sono davvero felici. Chissà se litigano spesso urlandosi contro e la loro è solo una maschera. Chissà se amano il loro bambino.
«Sei felice per avere raggiunto parte dell'obiettivo?»
Parker mi riporta alla realtà. «Molto»
La coppia si siede di fronte e l'uomo prende il bimbo tra le braccia. Lo culla teneramente sotto lo sguardo attento della moglie la quale si accorge che li sto fissando e mi sorride. Arrossisco, ricambio il sorriso e distolgo lo sguardo.
La mano di Parker mi fa girare il viso verso il suo. I suoi occhi mi stanno scrutando. «Cosa mi nascondi?»
Scosto la sua mano. «Niente. Sono solo felice per avere raggiunto in parte il mio obbiettivo ma non so come sto o come mi sento».
Non sembra convinto e non credo accetti la mia risposta. «Quando ti sentirai pronta, me ne parlerai», conclude turbato.
«Oggi Lexa mi ha chiesto di andare in vacanza dopo i matrimoni. Ha dei biglietti, non so per dove...»
«Lo so. Ho sistemato anche questo in ufficio». Gratta il mento.
«Te ne ha parlato?»
Annuisce. «Mi ha fatto promettere di non dirti dove andremo!»
«Quindi siete sicuri che io accetterò?»
Annuisce ancora con un sorriso tutto denti. Rimango imbambolata per un momento. «Mi date per scontata...», sospiro scuotendo la testa.
Le sue mani tornano sul mio viso. Questa volta mi fulmina con lo sguardo provocandomi un brivido. «Io non ti ho mai dato per scontata. Sei la persona più criptica che io abbia mai conosciuto. Sei una sorpresa continua ma vorrei tanto che tu accettassi questa vacanza. Saremo insieme, ci divertiremo».
Il cuore mi batte a mille. Le gambe tremano. Le lacrime cercando di sfondare gli argini. «Ci penserò su. Un passo alla volta...», dico con voce stridula. Ho un nodo tremendo alla gola.
Passeggiamo ancora un po' in silenzio ritrovandoci in centro. Poi torniamo alla macchina e quindi mi riporta a casa.

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