~ Emma's POV:
Ho come la sensazione di avere una sorta di deja-vu. Ho già vissuto questa scena ed è tutto come deve essere, come l'ho immaginato le tante volte in cui da sola a casa in quei tre mesi piangevo e mi distraevo facendo strani giri mentali per calmarmi.
L'abito rosso per fortuna non si impiglia sotto i tacchi grazie allo spacco che arriva sopra la coscia. E' sensuale, elegante e perfetto per la cerimonia.
La chiesa è gremita di gente e fiori, rose rosse e bianche ovunque per la precisione. Non mi sono mai piaciute ma non è il mio matrimonio quindi non posso giudicare.
Arrivo alla navata dopo che il piccolo Tommy ha fatto la sua entrata epica piena di sorrisi e saluti in grande stile. E' una peste, proprio come lo ricordavo e sono felice di averlo rivisto. Mi ha portato un girasole da aggiungere ai miei fiori. L'ho sistemato al centro del mazzetto che tengo in mano. Ricorda ancora cosa mi piace, è assurdo il bene che gli voglio.
Sono molto emozionata per la mia amica. Oggi è il suo grande giorno e non appena l'ho vista sono sparita dalla circolazione per cinque minuti buoni perchè sono scoppiata in lacrime. E' bellissima con addosso uno dei miei abiti. E' proprio come lo aveva immaginato ed è proprio come lo avevo immaginato io tempo fa quando l'ho disegnato e creato per lei.
Parker mima il gesto del fischio e questo mi fa quasi scoppiare a ridere quando passo dal piccolo corridoio per sistemarmi sulla navata accanto alla sposa. Le cose tra di noi non sono migliorate ma quanto meno, ci parliamo. Lexa e David si stringono e sorridono. Chi lo avrebbe detto? Quei due stanno davvero insieme. Camille mi saluta con la mano e poi bacia Seth.
Quando la sposa arriva trattengo a stento le lacrime principalmente quando Mark le bacia prima la mano e poi una guancia asciugandole una lacrima con così tanta delicatezza da disarmare chiunque. E' proprio cotto. Sono davvero innamorati quei due.
Mi immobilizzo quando due occhi azzurri mi si parano davanti e mi si mozza il fiato nel vedere Ethan in smoking proprio davanti a me con la mano tesa. E' davvero bello e dannato. Batto le palpebre sorpresa e sconvolta quando si avvicina di un passo e si blocca indeciso con sguardo fisso, i miei battiti aumentano nettamente rischiando di farmi venire un collasso.
Il parroco per fortuna spiega cosa dobbiamo fare quando nota che sono imbambolata di fronte alla mano tesa di Ethan. «I testimoni dovranno mettersi vicini per tutta la durata della cerimonia e dovranno allacciare questo nastro su entrambe le mani degli sposi poi accendere una candela insieme».
Non sono andata alle prove ed è ovvio che non potevo saperlo. Arrossisco e rifiutando la mano di Ethan, saliamo i due gradini raggiungendo gli sposi e iniziamo ad intrecciare un nastro rosso attorno alle mani unite di Anya e Mark che si guardano in un modo così dolce che il mio cuore rischia davvero il collasso. Tutto questo è troppo, non so se posso farcela a sopportare questa situazione.
La mano di Ethan sfiora la mia e mi si rizza la pelle. Sento una potente scossa su per il corpo, come se fossi appena stata folgorata. Accendo con mani tremanti un cerino e avvicino la fiamma alla candela che Ethan tiene tra le mani mentre continua a fissarmi. A sguardo basso torno a fissare le mie mani e rimango così accanto a lui per tutta la cerimonia.
Le promesse di Mark sono divertenti e quelle di Anya singolari e romantiche. Mi esce un singhiozzo e il piccolo Tommy si avvicina senza fare rumore e con un fazzoletto asciuga una lacrima uscita al mio controllo. Lo ringrazio e si siede tra le mie braccia mentre la cerimonia continua. Questo bambino in questo momento è tutto ciò che mi mantiene con i piedi sulla terra. Non so se riuscirò ancora a resistere perchè il profumo di Ethan è troppo potente e le mie gambe rischiano di cedere quando ci alziamo.
Lo scambio degli anelli neanche lo vedo perchè sono concentrata al controllo dei miei battiti e del respiro. Inizio a contare mentalmente e quando sento gli applausi, mi riscuoto e mi allontano immediatamente dalla folla e dal ragazzo che continua ad annientare ogni distanza e ogni difesa dal mio cuore.
Raggiungo una piccola sala dove il parroco mi saluta con un sorriso non facendo obiezioni sul fatto che io mi stia sedendo sulle scale che portano chissà dove bloccandone il passaggio. Porto le gambe al petto e mi dondolo per un pò. Controllo i battiti, le lacrime, la voglia di mettermi ad urlare.
Vedo sbucare Anya, mette le mani sui fianchi poi il suo sguardo si addolcisce. Mi rialzo e sistemo l'abito stampandomi sulle labbra un gran sorriso. La abbraccio forte e questo sembra non insospettirla. In realtà sto solo facendo il conto alla rovescia affinchè questa giornata termini senza intoppi o drammi.
«Dobbiamo fare una foto, mio padre aspetta di la».
Faccio un profondo respiro e annuendo la seguo di nuovo verso l'altare. «Scusate, parlava con il parroco che voleva un autografo», Anya mi da una pacca sul sedere e mi esce la lingua.
Per fortuna nessuno fa altre domande perchè un parroco che vuole un autografo è proprio singolare come cosa.
Scattate le solite foto in posa con gli sposi, mi sposto quando vedo arrivare Parker e i miei amici. Mi abbraccia tenendomi per la vita ed io mi lancio quasi addosso a lui stampandogli un bacio sonoro sulle labbra.
«Sei bellissima, te l'ho già detto?»
Il suo sorriso riesce a riscaldare ogni parte ghiacciata del mio cuore. E' lui la cura per ogni mia strana malattia.
Anche Lexa e David si complimentano commentando principalmente lo spacco dell'abito. Iniziano anche a fare del gossip su chi frignava di più durante la cerimonia e su chi invece si distraeva, ma nessuno sembra avere notato la mia reazione iniziale di fronte al mio ex o se hanno visto qualcosa, nessuno dei tre apre bocca.
Ci spostiamo in un piccolo parco isolato dove è stato allestito un breve aperitivo. I tacchi rischiano di rimanere sul terreno quando cammino ma cerco di non sembrare un dinosauro e di non cadere proprio davanti a tutti.
«Emma?» Daniel, il padre di Anya si avvicina con la sua sedia a rotelle.
«Si?»
Mi sento sempre messa sotto esame da quest'uomo così dolce e premuroso. Non posso non ammettere che l'ho sempre rispettato per il modo in cui continua a vivere e per la forza che dimostra.
«Mi piacerebbe scattarti qualche foto assieme a Tommy e a mia figlia se non ti dispiace».
Guardo Parker e gli altri i quali si fanno subito da parte dicendo che non c'è nessun problema per loro. Stampo un altro bacio sulle labbra a Parker e seguo Daniel verso un piccolo prato circondato da un laghetto e da alcuni alberelli. Anya si sistema subito al centro e sorride come una bambina mentre Tommy sembra avere preso sul serio il compito del paggetto. Mi viene da ridere perchè dimostra più degli anni che ha effettivamente, è molto maturo rispetto ai sui coetanei presenti alla cerimonia.
Mi siedo sull'erba accanto ad Anya proprio sopra un lenzuolo che è stato sistemato per non macchiare i vestiti anche se la sposa a breve ne indosserà un altro. Sorrido di fronte all'obbiettivo e seguo quello che Daniel chiede di fare.
Anya si rialza correndo verso Mark, suo marito. Che strano sono cresciuti insieme quei due e ora sono marito e moglie. Li guardo trasognante mentre seguono una raffica di scatti.
«Ethan, ti dispiacerebbe metterti accanto all'altra testimone?»
Arrossisco e provo ad alzarmi ma Tommy mi trattiene per un qualche motivo a me sconosciuto e scuote la testa come per dirmi di non scappare. Mordo così forte le guance da sentire il sapore del sangue in bocca e vorrei proprio essere ubriaca per non pensare a niente, invece sono lucida e i miei sensi sono in allerta.
Ethan si siede accanto a me guardandomi mentre io distolgo lo sguardo verso i fili d'erba. Se potessi diventerei invisibile solo per fuggire da tutto questo.
«Avvicinatevi e guardate qui!»
Tommy scappa ridacchiando ed io vorrei proprio mettermi ad urlare. Stampo un sorriso dolce sulle labbra e dopo il primo scatto mi rialzo pulendo le mani e scusandomi con Daniel. Raggiungo immediatamente un punto isolato dove c'è un'altalena e prendo posto dondolandomi e fissando il laghetto.
Sento dei piccoli clic e quando mi volto noto che Parker tiene tra le mani una macchina fotogratica e mi sorride.
«Ti servono per l'articolo?», domando dondolandomi.
Scuote la testa. «Questa è per me, pensavo di farne fare una grande per l'ufficio, mi piace molto come ti sta questo abito e l'espressione che avevi prima mentre fissavi il vuoto...» Scruta i miei occhi ma nei suoi non c'è traccia di ironia o rabbia. E' sempre così mimetico.
«Devi chiedere il permesso prima di appendermi ad una parete ragazzo sexy, lo sai?», sorrido mentre continua la raffica di scatti.
Tolgo dalle sue mani la macchina fotografica. «Facciamone almeno una assieme no?»
Sorride come un bambino davanti all'obbiettivo e poi mi bacia con trasporto mentre faccio partire l'autoscatto. L'intensità del bacio, fa tremare la terra sotto i piedi. Quando ci stacchiamo, sono senza fiato.
«Questo era sexy?»
Gli do uno spintone e mi rialzo togliendogli il residuo di rossetto rosso dalle labbra. Prende la mia mano e stringe le nostre dita mentre ci avviamo verso il ristorante che è a pochi passi da questo breve angolo di paradiso. E' una giornata di sole meravigliosa, peccato stia arrivando il tramonto.
«Hai visto Lucy? Oggi avrebbe dovuto esserci! Ho come il sospetto che tu avessi ragione...», borbotta Anya mentre sciacquiamo le mani. Il bagno è un caos di ragazze intente a ripassarsi il trucco, compresa Lexa che sta giusto sistemando pure la mercanzia sul davanti senza pudore. E' una modella, ha posato nuda ma lo spettacolo potrebbe filtrare e in breve ci ritroveremmo sotto i riflettori e oggi non voglio perchè la protagonista è e deve essere Anya.
La aiuto a cambiarsi d'abito e poi porto dentro la sua auto quello che non le serve. Richiudo il cofano e mi ritrovo davanti Ethan con una borsetta femminile tra le mani e indeciso sul da farsi. Sobbalzo e poi più in fretta che posso torno dentro ignorandolo.
Sto per prendere posto accanto Parker ma lui decide di farmi sedere sulle sue ginocchia e poggia il mento sulla mia spalla mentre osserviamo gli sposi per la loro entrata e il loro primo ballo da marito e moglie.
In breve la pista si riempie di persone. Mi appoggio contro il petto del mio ragazzo e stringo maggiormente le sue braccia attorno alla mia vita.
Lexa e David battibeccano prima di abbracciarsi e baciarsi teneramente, poi si spostano anche loro in pista. Scuoto la testa e sorrido.
Il cibo è abbondante e rievoca dentro me parecchie delle serate passate accanto alla mia amica. Il nostro primo pasto è stato ali di pollo e patatine fritte, e quello è rimasto il nostro pasto del sabato sera.
Ne abbiamo passate tante assieme e vederla finalmente con il sorriso sulle labbra accanto a un Mark sereno e sollevato mi riempie il cuore di una strana gioia per loro.
Davanti a me si siede Ethan e prima sposta la sedia a Tara la quale sembra che stia per scoppiare da un momento all'altro. Cerco di non fissare il suo pancione e noto lo sguardo di Daniel che saetta da una parte all'altra del tavolo come se fosse a disagio o mortificato, ma noto anche quello della mie amiche, e di molti dei presenti che conoscono la storia sulla nostra rottura.
I nonni mi salutano come sempre affettuosi e la madre scoppia in lacrime quando mi abbraccia di nuovo. Gliele asciugo dal viso. Non sono arrabbiata con loro, o meglio, lo ero, ma ormai è tutto diverso.
«Questo giovanotto è il tuo fidanzato?», domanda il nonno.
«Piacere di conoscerla signore, Emma mi ha parlato molto di lei!» Parker usa come sempre il suo carisma e la sua calma nell'affrontare determinate situazioni e sembra essergli simpatico infatti inizia a parlare con lui come se fosse uno dei suoi nipoti.
Con la coda dell'occhio noto lo sguardo di Tara nei miei confronti ma evito di guardarla perchè se lo faccio non posso poi non notare il pancione e questo mi indurrà solo alle lacrime.
Tommy si siede sulle mie gambe abbracciandomi. «Dove sei stata?», domanda un po' troppo ad alta voce.
«Ho avuto tante cose da fare. Vai bene a scuola?»
Annuisce e poi sembra imbronciarsi. «Non sei più venuta a trovarmi. Dovevo mostrarti il girasole gigante. Ah, mi è piaciuto il regalo che hai mandato per Natale».
Mordo il labbro. «Non potevo perchè dovevo lavorare e poi dovevo studiare. Mi sarebbe piaciuto vedere quel girasole, hai una foto?»
Annuisce ancora e poi prende il telefono della madre e me lo mostra. Sorrido prima di scompigliargli i capelli.
«Balli con me?»
Sorrido e mi lascio trascinare in pista. Mi metto in ginocchio per essere alla sua altezza e lascio che mi abbracci mentre oscilliamo. Gli voglio un gran bene a questo bambino. «Non è più lo stesso senza te», mormora di punto in bianco.
Mi blocco un momento e guardandomi attorno noto che la madre ci sta guardando preoccupata. Credo abbia paura che il figlio dica qualcosa di sbagliato.
Torniamo al tavolo e Parker bacia la mia mano prima di rimettersi a parlare con il nonno tenendo strette le nostre dita.
«Mio fratello ti ha fatto soffrire?», domanda di punto in bianco Tommy mentre mangiamo.
Sento una forchetta cadere sul piatto. Alzo lo sguardo ed è quella di Ethan che fulmina subito il fratello con lo sguardo.
«No, eravamo solo amici». Distolgo lo sguardo e bevo un pò di vino.
«Non ti piaceva? Sembravate innamorati...»
Ester lo ammonisce ma io faccio cenno che è tutto ok nonostante stia trattenendo le lacrime.
«Tuo fratello è già impegnato come vedi. Io ero solo... una sua amica», mi trema la voce e sotto il tavolo Parker stringe la mia mano con una certa forza.
Tommy aggrotta la fronte. «E ti ha fatto soffrire? Per questo sei andata via e hai un nuovo ragazzo?», domanda ancora.
«Tommy basta!», ringhia Ethan rosso in viso sbattendo il pungo sul tavolo.
Tommy non sembra più intimorito anzi lo affronta. «Ha fatto bene a lasciarti! Sei cattivo e la tua ragazza è antipatica!», gli fa la linguaccia e scappa in lacrime.
Trattengo una risata isterica e mi rialzo bloccando Ester che inizia a scusarsi. «Vado io...», sussurro.
Ho davvero bisogno di un pò di aria. Colgo l'occasione e cerco Tommy che si è rintanato nella casetta presente nel meraviglioso giardino. Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio. «Va tutto bene», sussurro stampandogli un bacio sulla testolina e asciugando le sue lacrime. Parliamo un pò e lo faccio ragionare e ridere. E' strano ma lui capisce, capisce più degli adulti.
Tommy mi si aggrappa addosso e lo riporto in braccio al tavolo. Ester si scusa ancora ma le dico che va tutto bene e che Tommy deve dire qualcosa a suo fratello e a Tara. Tommy indugia un momento a sguardo basso e martorizza le mani. «Scusate, sono stato irrispettoso»
Gli scompiglio i capelli e torno alla cena che nel frattempo prosegue tra risate e chiacchiere.
«Ve la rubo un momento», Anya mi afferra e mi porta verso la pista dove balliamo un momento.
«Stai bene?»
«Si»
«Credo che avevi ragione su Lucy. Non è ancora venuta e non so, questo mi fa riflettere e non poco. Non mi aspettavo un comportamento simile. Mi dispiace inoltre se ti ho fatto sedere con loro ma ti reputo parte della famiglia. Ho saputo cosa ha fatto mio fratello...»
«E' tutto ok Anya. Goditi questo giorno. Sei bellissima e ora hai un marito che ti ama come pochi su questa terra. Non preoccuparti d'altro, so gestire i drammi!» Le pizzico una guancia e la lascio tra le braccia del suo uomo che mi da una pacca affettuosa sulla spalla.
Parker mi raggiunge e prendendomi per la vita iniziamo a ballare. Non fa nessuna domanda. Penso sappia come mi sto sentendo veramente. Tra di noi non c'è mai stato bisogno di dare spiegazioni. Forse è per questo che funzioniamo.
«Sei molto legata a quel ragazzino», sorride in modo dolce.
Sorrido. «Ho coperto qualche sua marachella e mi ha regalato dei meravigliosi girasoli».
Mi fa fare una giravolta attirandomi subito a sé. «Ho notato! mi ha anche spiegato che ha una piccola serra. Mi ha anche chiesto di portarti da lui per vedere il girasole gigante»
Poggio la guancia contro il suo petto ed inspiro il suo profumo. «E se ti chiedessi di portarmi via invece?», domando sospirando e sistemando le mani sulla sua nuca. Abbassa il viso e ci baciamo per un paio di secondi che sembrano durare minuti. Il mio petto vibra e sento le guance scaldarsi.
«Dico che ti porterei ovunque tu voglia andare ma ti perderesti la torta con le colombe dentro in stile Game of Thrones.»
Ridacchio. Solo lui sa certe cose, l'ho costretto spesso a guardare con me qualche serie tv durante le notti insonni e questa scena gli è rimasta impressa. Non posso credere che ricordi così tante cose che abbiamo fatto assieme in così poco tempo. È come se lo conoscessi da una vita e credo che questo sia reciproco. Quando vedo con quanta fiducia mi guarda e continua a credere in questo piccolo noi mi si stringe il cuore perché non so mai se ho fatto abbastanza per lui.
Dopo un paio di giravolte, baci e sorrisi, Parker viene distratto dal nonno di Anya. In fondo alla sala noto Lucy in un angolo. Mi fa cenno di seguirla con sguardo cupo. Mi preparo mentalmente e la raggiungo stringendo i pugni. In silenzio ci dirigiamo verso il bagno dove si assicura che non ci sia nessuno, ma è pieno. Non so perché i discorsi più importanti si debbano fare in questo posto. Ci spostiamo verso il giardino, in una zona appartata.
«Prima che tu apra bocca, so che ti devo una spiegazione», inizia mettendo le mani avanti ma nel suo viso non c'è traccia di ripensamento o dispiacere.
«Mi devi più di una spiegazione Lucy! Io ti credevo mia amica! Ti ho dato tutta la mia fiducia e amicizia e tu che cosa hai fatto? Hai rovinato tutto per soldi!», sbotto ad alta voce incapace di trattenermi oltre.
Lucy abbassa gli occhi. «Lo so. Avrei dovuto parlarne con te ma cerca di capire...»
«Capire che cosa? Mi hai tradita e venduta come merce! Sono davvero delusa dal tuo comportamento e non riesco proprio a credere che tu ti sia spinta a tanto! Cosa ti ho fatto? Mi sono sempre comportata con rispetto nei tuoi confronti. Non ti ho mai mancato di rispetto e ti ho sempre sostenuta!», strillo tra le lacrime che iniziano a scendere incontrollate rigando le guance. Qualcosa sta iniziando a creparsi dentro me, sto per crollare e ne ho paura.
«Emma tu non hai idea di cosa ho dovuto passare a causa tua in questi mesi! Non hai idea delle giornate di merda che ho dovuto affrontare accanto ad ogni fottuta persona che parlava di te, ti cercava e ti rivoleva indietro! Te, solo te. Mi sono sempre sentita quella di scorta e di fronte a tutto questo non c'ho più visto dalla rabbia!»
Sento la testa girare, come se mi avessero appena colpita. Indietreggio appoggiandomi alla staccionata bianca e scuoto la testa con la mano sulla bocca e sul petto.
«Tu non hai idea della gelosia che è salita dentro me quando sei tornata la prima volta sbattendo in faccia a tutti la tua bellissima vita! Non hai idea di cosa ho provato il giorno del mio matrimonio quando tutti ammiravano te, il tuo ragazzo famoso, la tua amica bellissima!»
«Hai premeditato tutto...», aggiungo senza fiato e a bassa voce con occhi sbarrati e pieni di lacrime.
«Si! Ho premeditato tutto e ho fatto delle ricerche. Ho chiamato suo zio e il fotografo. Volevo rovinare la vostra vita e guadagnarci anche qualcosa. Volevo vederti disperata così avresti avuto bisogno di me!», urla.
Il mio cuore perde dei battiti. «Lucy... questa non è amicizia. Mi hai tradita per soldi, volevi farmi soffrire e ci sei riuscita. Spero tu ti senta realizzata perché con me hai chiuso!», urlo più forte. Sento le corde vocali tendersi.
Gli occhi di Lucy diventano annebbiati da una strana rabbia. «Sei proprio cambiata», ringhia velenosa.
«No, quella cambiata sei tu! Ti credevo diversa invece ti sei rivelata quella che sei realmente: una stronza e finta opportunista!»
Le parte uno schiaffo sonoro e poi spalanca gli occhi incredula per avermi colpita.
Tocco la guancia e mi esce una risata stridula. «Hai chiamato qualcuno o venderai pure questa storia? Cosa sanno? Dimmelo!», la fulmino con lo sguardo facendomi seria e rabbiosa.
Lucy stringe i pugni e drizza le spalle. «Sanno quanto basta per ottenere quanto mi spetta. Oh, non glielo hai ancora detto vero? Loro non lo sanno...», fa un sorriso maligno.
Sbianco e per poco non le salto addosso. Riesco in qualche modo a trattenermi. «Questa storia non ha niente a che fare con loro. Questa storia è mia, di nessun altro. Non ti permetto di parlare a sproposito o male del mio dolore. So io cosa ho dovuto passare. Se solo provi a venderla a qualcuno, renderò la tua vita un'inferno! Mi hai capito?», le punto il dito contro.
«Questa storia riguarda anche Ethan, era suo il figlio quello che avresti portato in grembo!», urla, «era anche suo! Ma non glielo hai detto perché sei una codarda! Che ne hai fatto? Hai abortito per fare finta di niente o è tutta una montatura?».
Le do uno schiaffo sonoro e lei strilla sorpresa quando dal suo labbro esce del sangue. «Non ti permetto di parlarmi così. So io cosa ho dovuto affrontare in quei tre mesi. Tu non c'eri, nessuno di voi c'era e non sai come ho vissuto la cosa, in silenzio. Se ti permetti di vendere anche questa storia, ti prometto che la tua vita sarà un vero inferno e questa è una minaccia!»
«È vero?»
Ci voltiamo entrambe allarmate. Attorno ci sono proprio tutti. Non li abbiamo sentiti arrivare. Sento il vuoto sotto i piedi e spero di caderci dentro e di non riemergere mai più. Mi sento mancare quando tra i tanti spuntano Anya e Ethan seguiti da Tara e Mark. Parker, Lexa e David mi si affiancano immediatamente.
«È vero Emma?», Anya alza il tono della voce mentre Ethan sembra scioccato e scuote la testa guardando verso il basso.
Abbasso lo sguardo e deglutisco. Ormai il danno è fatto, avrei dovuto controllarmi, avrei dovuto controllare la furia e non mettermi ad urlare attirando l'attenzione. Non ho sentito arrivare nessuno e mi sto sentendo davvero male. L'aria inizia ad essere soffocante e i loro occhi puntati addosso sono come braci accese sulla pelle e sul cuore.
«Voi non avete idea di quello che ha dovuto passare. Era sola e insicura soprattutto spaventata!» Risponde Lexa sempre pronta a difendermi. «Voi non eravate con lei perchè avevate di meglio da fare!»
«Sto parlando con te Emma, è vero?» domanda nuovamente Anya. Mi esce un singhiozzo ma non oso alzare lo sguardo, farebbe doppiamente male.
«Perché non glielo dici Emma eh? Cosa aspetti? Ormai te ne sei liberata no?», Lucy sorride perfida.
«Con te parliamo dopo!», le urla contro Anya mettendola a tacere.
«Emma...»
La voce di Ethan così cantilenante, così sconvolta, è come una frustata sul cuore. Mi esce un altro singhiozzo. «È successo quando sono arrivata a Vancouver...», sbotto stridula.
Parker mette una mano sulla mia spalla. «Se non ne vuoi parlare, non farlo!»
Scoppio in lacrime stringendomi tra le sue braccia. «Ormai è giusto che sappiano!» Tiro su con il naso e continuo. «Avevo le nausee e mi sentivo sempre male, ovunque andassi, ovunque io mi ritrovassi, sentivo sempre questa strana sensazione addosso. Sono andata ad una delle tante visite e la prima ginecologa mi ha detto che era ancora presto per saperlo...», singhiozzo.
Anya indietreggia appoggiandosi a Mark chiaramente incapace di aprire bocca. Parker stringe la mia mano dandomi la forza di cui ho bisogno per continuare. «Dopo due mesi stavo ancora male. Ero emotiva, sempre tesa e continuavo a vomitare. Intanto avevo trovato una casa e non dormivo più in un vecchio motel, avevo trovato un lavoro e potevo iniziare a pensare anche per due, non sarebbe stato un problema. Ho fatto dei test e alcuni erano positivi altri no ma non sapevo più che cosa fare...»
«Hai abortito?», domanda Daniel con sguardo cupo.
Scuoto la testa. «Ero così spaventata...», singhiozzo. «Lexa mi ha portata dalla sua ginecologa e dopo vari esami...», scoppio in lacrime. «Io non volevo... aveva già così tanti pensieri, non potevo... poi mi sono sentita male e c'era troppo sangue....»
Parker mi abbraccia protettivo. «Adesso basta! L'avete fatta soffrire abbastanza. Lei non vi deve niente! Ha perso il bambino e a causa dello stress anche se stessa! Andiamocene!», usa un tono autoritario e freddo. «In quanto a te Lucy, ci vedremo in tribunale!», ringhia. Ci spostiamo di qualche metro mentre mi offre la sua giacca.
«Emma fermati!», urla improvvisamente Ethan correndoci incontro dopo avere discusso con Tara.
«No!», Lexa si para davanti con David. «Le hai già fatto abbastanza male!», continua aggressiva.
Sono scossa e non riesco proprio ad aprire bocca. Sono stanca di tutto questo, voglio solo andare via.
«Emma devi spiegarmi questa cazzo di situazione!», urla mentre Mark lo trattiene.
«Stalle lontano!», risponde aggressivo Parker.
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Unstoppable 2
RomanceQUESTO È IL SECONDO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima storia per capire questo secondo capitolo • TRAMA: Sono passati mesi da quando Emma è scappata da New York per trovare il suo posto tranquillo. Il suo gesto disperato, d...