~ Rise ~

8.5K 374 65
                                    


~ Emma's POV:

Da quando le ho raccontato della scommessa, Lexa continua a ridacchiare. È già passata una settimana ma lei non ne vuole proprio sapere di smetterla e ogni volta che ci vede assieme, non riesce proprio a trattenersi. A me non dà fastidio ma non voglio che venga fuori al lavoro o sul set della nostra scommessa di non fare sesso. Potrebbe essere fraintesa o chissà cos'altro potrebbero pensare quei pettegoli.
È stata una settimana impegnativa e finalmente è arrivato il weekend. Oggi parteciperemo al servizio fotografico in intimo. L'idea di vedere Parker seminudo non aiuta i miei ormoni in subbuglio. Per fortuna ho avuto il ciclo nei giorni passati quindi in parte sono stata salvata e distratta dai dolori e dagli sbalzi d'umore.
Ho parlato al telefono con Lucy e anche con Eric. Non vedono l'ora di vedermi. Ormai mancano poche settimane al matrimonio e sono sempre più in ansia perché non so come andrà. Non ho nessuna certezza e questo mi destabilizza perché ho sempre seguito dei post-it o una scaletta scritta su di un pezzo di carta. Sono sempre stata quella organizzata mentre ora, mi sento come un foglio di carta strappato e in balia del vento.
«Tesoro, ci sei?»
Lexa richiama la mia attenzione mentre sono dietro il divisorio intenta a scegliere uno dei capi di intimo a mia disposizione. Il capo, mister Marshall ha detto che li utilizzeremo tutti ma ci ha dato libera scelta su quale indossare per primo. Ne ho uno nero in pizzo molto elegante e sensuale, uno verde smeraldo davvero particolare, uno rosso molto provocante. Come al solito scelgo il nero, il colore che mi fa sentire più a mio agio.
«Emma?», Lexa sbuca dal divisorio.
Copro con le mani il seno ma non strillo. Sono solo stata colta alla sprovvista mentre riflettevo e mi perdevo per l'ennesima volta. Ultimamente sono distratta e so che questo non è un bene.
Batto le palpebre e in silenzio allaccio il reggiseno. Lexa ne indossa già uno color cipria. Rende la sua carnagione luminosa e la risalta ulteriormente. Sono troppo pallida penso subito. Sistemo il reggicalze e mi siedo per essere truccata.
Lexa prende posto accanto a me. «Come stai? Non hai una bella cera». Sa sempre come mi sento. La verità è che non so nemmeno io cosa mi sta succedendo. Vado sempre ad impantanarmi in strane situazioni e poi non so come uscirne illesa.
«Sono un po' nervosa. Non so essere sensuale e non so se andrà bene questo servizio fotografico», in parte mento.
«Dovrai solo rilassarti e lasciarti fotografare», risponde ad occhi chiusi mentre il truccatore le passa dell'illuminante sugli zigomi.
«Semplice per una modella come te», sorrido in modo forzato mentre la truccatrice applica sulle mie labbra un rossetto vistoso di un rosso carminio. Lexa mi risponde con una linguaccia poi si alza e va nella stanza per i primi scatti. Per fortuna, inizialmente sarò da sola con il fotografo e cercherò di trovare un modo per eliminare l'imbarazzo.
«È il tuo turno», avvisa l'assistente.
Cammino verso la stanza. Rimango per un momento ferma sulla soglia e quando il fotografo mi fa cenno di avvicinarmi, faccio due passi verso il divano dalla forma moderna e particolare. Prendo posto un po' impacciata. L'assistente mi dice come sistemarmi togliendomi subito dall'imbarazzo. Dopo vari scatti provocanti e da copertina, mi congedano. Infilo un accappatoio di seta e torno nel mio piccolo stanzino. Cambio più volte completo intimo per le foto e alla fine mi ritrovo nuovamente con quello nero di pizzo addosso.
«Emma, ti aspettano sul set principale», stretta nell'accappatoio di seta mi incammino e lì trovo proprio tutti. Il capo mi lancia un sorriso facendomi cenno di raggiungere il centro della stanza proprio sotto i riflettori. Uno degli assistenti mi fa togliere l'accappatoio. Lexa si avvicina con il completino cipria di prima, accanto a lei c'è Red con un paio di boxer firmati. Lo saluto con un abbraccio. Ha un fisico niente male. I miei occhi vengono tappati. Tocco subito le mani e le riconosco. Sulle mie labbra spunta un sorriso timido. «Indovina chi sono...», sussurra contro l'orecchio in modo sensuale e cantilenante.
«Difficile... un avvocato? Un modello? Il mio ragazzo super sexy?», tolgo le sue mani stringendo le dita e sorrido davanti ai suoi occhi dolci e attenti. Parker è davvero troppo in boxer. Cerco di non fissarlo ma è davvero difficile. Gli occhi di tutti sono puntati su di lui, sul giovane avvocato apparso in tivù e sui tabelloni pubblicitari.
In modo professionale, seguo le direttive degli operatori. Il ragazzo mi fa sistemare a pancia in giù con le gambe alzare e i piedi sospesi, una mano a sorreggere il viso e una piegata sul divano. Uso uno sguardo serio e provocante e questo piace parecchio al fotografo che inizia la sua raffica di scatti. Quando alzo lo sguardo Parker mi sta fissando in un modo che non avevo mai visto prima. Il mio stomaco si contrae e inizio a sentire caldo. Mi riscuoto e continuo il servizio senza distrazioni nonostante sia difficile.
«Ok pausa!»
Sospiro e infilo l'accappatoio. Mi siedo e sorseggio dell'acqua. Sono molto accaldata a causa dei fari e di certe vicinanze importanti. Una truccatrice aggiusta il mio trucco in modo professionale mentre sono intenta a bere. Parker si avvicina e si sistema al mio fianco. «Prendi seriamente le scommesse eh?», sfiora la mia guancia e quando nessuno ci fissa si sporge stampandomi un bacio lieve vicino alle labbra.
«Non voglio rischiare di fare sesso in ufficio ed essere scoperta da parte del tuo staff. Sono sicura che farebbero del gossip a vita su questa storia!», rispondo sarcastica.
«Però sarebbe eccitante no? Andiamo Emma, rilassati un pochino, sei troppo tesa in questi giorni.»
«Hai idea di quanta fatica io stia facendo? Sei mezzo nudo, davanti a tutti e io non posso neanche toccarti. Credo sia necessario questo distacco no?»
«Io non credo», mormora contro il mio orecchio.
Prima che io possa dire o pensare qualcosa, prima che io possa fare qualcosa per impedirlo, siamo in piedi e ci stiamo baciando.
«Sei un pericolo per i miei sensi in questo momento...»
Il tono della sua voce fa vibrare ogni parte del mio corpo. «Tu sei in pericolo qui dentro...», sorrido sulle sue labbra mentre continua a baciarmi. Non riusciamo proprio a staccarci.
Una voce che si schiarisce ci fa ritornare al presente. Ci stacchiamo leggermente accaldati e seguiamo l'assistente in imbarazzo. Il fotografo ci fa posare per scatti più sensuali. Lexa e Red si stringono mentre io e Parker continuiamo a guardarci a distanza.
«Emma e Parker al centro, Lexa e Red voi nella seconda stanza», il capo ci lascia soli.
Alziamo lo sguardo verso di lui mentre esce dalla stanza. Fisso interdetta Lexa ma fa spallucce e con Red spariscono. Non era previsto niente del genere. Inizio a sentirmi davvero a disagio e tradita.
«Parker stringi Emma per la vita e guardatevi negli occhi!»
Facile! penso, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: non posso avvicinarmi troppo a lui senza avere voglia di saltargli addosso. Inizio a sentirmi una pervertita. Quando Parker mi tocca, riscuotendomi dalle mie fantasie, vengo scossa dai brividi. Istintivamente porto le mani contro il suo petto ma mi ragguaglio immediatamente e le sposto una sul suo braccio e una sul suo viso. Mordo il labbro e cerco di non alzare lo sguardo. Se incontro i suoi occhi crollo e sono finita.
«Ancora una...», «adesso siediti sul divano e tu Emma sistemati a cavalcioni su di lui.»
Che cosa? Vorrei urlare. E' uno scherzo? Deglutisco e seguo ogni comando come una marionetta. Tentenno un momento ma quando vedo lo sguardo di Parker mi sciolgo lentamente. Prendo il suo viso tra le mani e istintivamente lo bacio cogliendolo di sospesa.
«Ottimo!», strilla eccitato il fotografo che vorrebbe essere al posto mio per potere baciare l'idolo indiscusso del pomeriggio.
Mi stacco dalle sue labbra senza fiato. So già che è eccitato, non ho bisogno di abbassare lo sguardo verso i suoi boxer. Ormai riesco a distinguere i segnali del suo corpo. Passo le dita sulle sue labbra per togliere del rossetto.
Dopo vari scatti finalmente ci annunciano che abbiamo finito. Sgattaiolo nel mio piccolo spogliatoio e mi cambio più in fretta che posso.
Parker sbuca di punto in bianco ed è già pronto. I suoi occhi si soffermano sulle mie gambe nude. Infilo subito i jeans e recupero le mie cose.
«Tutto ok?», domanda turbato.
«Non chiederlo...», brontolo avviandomi alla porta.
La sua mano mi blocca per un braccio facendomi voltare. Le sue labbra si impossessano delle mie. «Sarà difficile aspettare altre tre settimane...», mormora corrucciato.
Lo spingo divertita. «Hai accettato, trova un'alternativa...», gli strizzo l'occhio e raggiungo il resto della troupe.
Lexa sembra entusiasta dei suoi scatti con Red e si dichiara intenzionata ad appenderne uno nel suo appartamento. Io non vorrei mai vederle in giro per casa quelle foto, sarebbero troppo da mostrare.
«Cenate con noi?», domanda Red.
«No, abbiamo un impegno»
Mi volto curiosa verso Parker il quale afferrà la mia mano, saluta tutti in modo formale e mi trascina fuori con una certa fretta. I suoi occhi nascondono una strana trepidazione.
«Mi dirai cosa hai in mente?»
Scuote la testa mentre mi apre la portiera della sua auto per farmi salire. Guida attento ma con una certa fretta. Posteggia al suo posto nel parcheggio sotterraneo ma non scende. Lo guardo ancora in cerca di risposte e quando si volta, mi attira su di sé. «Hai chiesto di trovare l'alternativa no?»
Annuisco con le gambe che iniziano a tremare per l'impeto e per lo sguardo che mi sta rivolgendo carico di eccitazione, impazienza e attesa. Ho il cuore che batte a mille, non riesco a controllare il respiro e i miei occhi sono puntati sui suoi.
«Ti fidi di me?»
Annuisco ancora incapace di parlare o fare domande. Cosa ha in mente? Perchè l'idea mi fa eccitare? Non so cosa aspettarmi eppure mi sento in fibrillazione.
«La nostra scommessa, comprende solo il sesso no?»
«Non ti seguo», dico confusa.
«Significa che posso toccarti ma non posso scoparti come si deve...», sorride in modo malizioso e i suoi occhi si accendono.
Inizio a capire cosa ha in mente. Apro la bocca e la richiudo insicura. «Tu vuoi che...», non so proprio come dire quello a cui sto pensando. Le mie guance vanno in surriscaldamento tingendosi di rosso.
«Io posso toccarti senza entrarti dentro veramente», spiega senza mezzi termini e sorride soddisfatto. Non ha mai parlato così però mi piace, mi stuzzica e non poco.
«Stai cercando di eludere la scommessa?», domando stupita.
La sua mano si insinua dentro i miei jeans. Gemo al suo tocco. «Significa che non soffriremo così tanto... almeno questa sera, me lo devi. Cazzo, sono dovuto rimanere per due ore buono su quel divano senza lasciarmi andare completamente. Per non parlare di quel cazzo di completino intimo e di quando ti sei messa a cavalcioni su di me e mi hai baciato in quel modo...»
Inarco un sopracciglio togliendo la sua mano che inizia a fare danni. «Quindi se ho capito bene, stai cercando un modo per non impazzire del tutto? Eluderai la scommessa solo per questa sera?»
Annuisce aprendo la portiera e lasciandomi scendere dall'auto. Saliamo nel suo appartamento in silenzio. Sulle sue labbra, aleggia un sorrisetto sfrontato e divertito. Ha lo stesso sorriso quando sa di avere già trovato una soluzione per vincere. Vorrei proprio dargli il due di picche ma ho bisogno che mi baci e mi stringa a sé, che mi coccoli un pò. È stata una settimana pesante.
Non appena apre la porta ed entriamo, non so cosa succede. Sono contro il muro, le sue labbra sulla gola, le sue mani sui miei fianchi. Il suo fiato caldo contro la mia pelle sensibile regala brividi incontrollati. Quando si stringe, avvolgo la sua vita con le mie gambe e continuo a baciarlo.
Cammina verso la sua camera e mi sistema sul letto. «Sarà divertente...», sussurra eccitato e a corto di fiato.
Sfilo la sua maglietta e lui toglie velocemente i miei indumenti lasciandomi con addosso solo l'intimo borgogna che ho comprato di recente. Sbottono i suoi jeans e lui poggia la fronte tra il collo e la clavicola come se volesse trattenersi. Purtroppo non ci riesce perchè si lascia sfuggire un gemito abbastanza sensuale da fare partire le mie ovaie, gli ormoni, tutto quanto. Non so cosa mi stia facendo questo ragazzo ma so che non riesco a frenare i miei istinti quando sono con lui. Riesce ad attrarmi come una calamita sia mentalmente che fisicamente.
Mentre morde la mia gola, la sua mano si infila tra le mie cosce, risale lentamente poi si fa strada dentro l'intimo e le sue dita mi colgono impreparata. Mi stringo a lui senza fiato e mi spingo contro le sue dita mentre gemo.
«Oh piccola lo so che tra poco crolli ma adesso mi serve che tu mi dia una mano», sorride divertito.
Scuoto la testa mordendo il labbro per trattenere un sorriso e scendo con la mano dentro i suoi boxer. Mi sento un pò a disagio ma lui mi da subito sicurezza e vederlo eccitato sotto il mio tocco, sotto il mio sguardo ardente e malizioso, mi fa sentire in un certo senso più matura. Si rilassa grazie al mio tocco, è una sensazione davvero eccezionale.
«Questo non è fare sesso?», mormoro tra le sue labbra trattenendo i gemiti.
«Questa è l'unica alternativa che abbiamo in questo momento. Mi è sembrato che stessi prendendo troppo seriamente la scommessa e volevo distrarti un momento... sei molto competitiva e troppo corretta», ridacchia e spinge le dita più a fondo.
Getto la testa indietro e inarco la schiena. «Questo è barare signore...», gemo.
Tappa la mia bocca e continua a tormentarmi portandomi al limite. Contrattacco facendolo tremare e capisco che ha raggiunto il suo limite quando toglie la mia mano e cerca di trattenersi senza riuscita. I suoi boxer si bagnano ma lui non sembra affatto turbato quando si stende in estasi e chiude per un momento gli occhi poggiando un braccio sopra come per nascondersi dalla luce.
Mi metto a pancia in giù e con il viso nascosto sul lenzuolo, cerco di recuperare l'equilibrio fisico che mi ha fatto perdere con quelle dita maledettamente esperte. Sono ancora parecchio scossa dagli spasmi e il mio petto si alza e si abbassa velocemente.
«E' stata una sega in piena regola!», lascia sfuggire un sospiro e mi attira su di sé tutto contento e soddisfatto. Sistemo le braccia sul suo petto e appoggio sopra il viso mentre sollevo le gambe e tengo i piedi per aria.
Tocco il suo bracciale con la croce. «Sei religioso?», domando curiosa.
«Si ma non credo nel sesso dopo il matrimonio ne è la prova il fatto che io mi sia appena approfittato di te. Questo fa di me un peccatore agli occhi di molti bigotti.»
Mi scappa una risata e continuo a toccare il suo braccialetto. «Quindi credi anche nel matrimonio?»
«Si», risponde tranquillo carezzando la mia schiena. «Tu no?»
«A Las Vegas, stavo facendo una cazzata enorme.» Gli occhi si velano lentamente di amarezza al ricordo. Tocco istintivamente l'anulare. «Non ricordo molto di quella notte, solo che mi ha chiesto di sposarlo. Il giorno dopo mi ha spiegato che eravamo troppo fuori per fare un passo del genere. Mi sono ritrovata con un anello al dito e non puoi capire il mio panico al risveglio. Non l'ho più tolto...»
«Com'era? Dov'è finito?», tocca le mie dita per accertarsi che non ci sia.
«Era un fil di ferro sottile, lo aveva costruito con le sue mani dopo avere aperto una bottiglia di spumante. Era davvero bello... l'oggetto più prezioso che avessi mai avuto... quando è successo, l'ho tolto e l'ho lasciato sul suo comodino sopra il biglietto con scritto: E' finita!», mi esce un sorriso triste sulle labbra e la gola si stringe in una morsa. Perché mi sto facendo del male?
«Perchè l'hai fatto?», mi guarda con dolcezza e con premurosa attenzione.
«Il dolore che provavo, i pensieri che circolavano nella mia testa mentre al piano di sotto loro discutevano su cosa fare, per me era troppo. Mi sentivo soffocare. Credo di avere raggiunto il punto di rottura, dovevo troncarla, di netto. Nessun ripensamento! continuavo a dire questo a me stessa, così ho sfilato l'anello e l'ho lasciato li, assieme al passato.»
«Non ti hanno vista andare via?»
Scuoto la testa. «Ho usato le scale secondarie da grande codarda. Ho chiamato un taxi e sono andata a recuperare tutte le mie cose dall'appartamento. Un amico è venuto a prendermi, ho passato la notte da lui poi sono andata da Lucy.»
La sua mano sale dalla schiena alla nuca attirandomi in un bacio dolce e sentito. Mi sciolgo immediatamente e stringendomi a lui cerco di trasmettergli quello che provo. Rimaniamo in silenzio per un pò ma rilassati, non c'è traccia di turbamento nell'aria.
«Tu vorresti avere dei bambini?»
Il suo viso si illumina. «Si», risponde immediato. «Prima però vorrei sposarmi. Tu?»
La domanda che temevo. A disagio mi rialzo. «Ho un pò di fame. Possiamo cucinare qualcosa? So che è tardi ma a breve sentirai il mio stomaco brontolare come un dinosauro impazzito», sorrido e infilo la sua maglietta. Adoro quando posso indossarle. Parker non protesta mai su questo e più volte ne ha sistemata una lui stesso sul letto.

Unstoppable 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora