~ Emma's POV:Alzo il viso verso il cielo azzurro mentre la gente continua a superarmi. La giornata non è andata come avevo previsto e per fortuna, non manca molto alla mia partenza. Devo resistere ancora qualche ora, poi sarò nella mia casa, di nuovo nel mio luogo sicuro con le persone che mi vogliono bene e mi accettano così come sono.
Entro al locale, Max mi abbraccia e prendo posto in uno dei piccoli tavoli distanti. Non ho molta fame ma non posso rifiutare l'invito. Non mi piacciono gli addii o gli arrivederci ed è sempre difficile doverlo fare. Tony mi prepara una pasta molto buona ma il mio stomaco rifiuta di collaborare alla seconda forchettata. Faccio finta di mangiare mentre Lucy mi fa cenno che arriverà a breve. Non so cosa abbia in mente, so solo che mi sento stanca e non voglio nessuna spiacevole sorpresa. Il suo sguardo e i suoi modi, continuano ad essere strani.
Il telefono vibra e Lexa mi parla di un ingaggio. Grazie a questo riesco a distrarmi. Parlare con la mia amica riesce in un certo senso a risollevarmi il morale che per inciso è a terra. Mi manca. Mi mancano le giornate monotone che ho a Vancouver. Percepisco qualcosa nell'aria ma non so definirlo. Accetto il servizio fotografico per sponsorizzare dei capi di abbigliamento. Ci sto davvero prendendo la mano? Sono davvero cambiata?
Lucy si siede davanti scostando il mio cellulare di lato. «Non hai mangiato»
«Non ho molta fame a dire il vero e quando viaggio non riesco a mettere niente dentro lo stomaco.»
Incrocia le braccia e picchietta le unghie sulla tovaglia borgogna. Sembra ansiosa e guardinga. «Stai bene? Da quando ti ho parlato di...» si blocca immediatamente alzando lo sguardo ma non guarda nella mia direzione. Sembra quasi sconvolta ma i suoi occhi si tramutano. Da preoccupati diventano seri e freddi. Li seguo e mi blocco.
Un errore terribile il mio: due famigerati occhi verdi mi imprigionano e non lasciano scampo. Il cuore inizia a battere ad un ritmo forsennato. Sento le guance accaldarsi. Mi volto nuovamente verso Lucy raccogliendo subito le mie cose. «Non avresti dovuto», scuoto la testa e mi rialzo. Perché mi fido sempre troppo?
«Questo è stato proprio un colpo basso da parte tua Lucy. Avrei dovuto chiederlo io ma non l'ho fatto per una ragione. Credevo di potermi fidare di te.» Deglutisco e vado in cucina quasi tremando e ignorando la presenza in sala.
Saluto Tony poi Luke e Max il quale mi fa le solite raccomandazioni. Trattengo a stento le lacrime davanti a loro. Non credo sia il momento per un piagnisteo in piena regola.
«Prenditi cura di te piccola», mi stampa un bacio sulla fronte in modo paternalistico. Gli voglio davvero bene e so che mi mancherà.
«Anche tu, è stato bello rivederti Max. Cerca di non dimagrire ancora. Ti voglio bene.»
Noto che sta trattenendo le lacrime così tentenno un momento prima di abbracciarlo forte e dargli qualche pacca sulle spalle per rassicurarlo.
Mi avvio alla porta ignorando le due persone che mi guardano in attesa e speranzose. Non mi farò annientare ancora una volta dal dolore provocato dal passato. Non mi fermerò e non risponderò ancora a domande sulla mia nuova vita. Farò quello che ho sempre fatto in questi mesi: essere forte.
«Emma?»
Mi blocco la porta sulla maniglia. La sua voce riesce a farmi uno strano effetto. So già che cederò perché non so essere cattiva. Quando mi volto, Anya sussulta spalancando gli occhi. Uso un sorriso di cortesia mentre a grandi falcate si avvicina abbracciandomi e scoppianodo subito in lacrime. «Sei bellissima, ti trovo bene», tira su con il naso e mi fissa come se avesse di fronte un essere sovrannaturale. «Oddio, non posso crederci. Sei qui», passa le mani sulle mie spalle per assicurarsi che io sia reale.
Mi stacco rigida. «Anch'io ti trovo bene», mento.
Asciuga le lacrime e sorride timidamente. Ha un aspetto terribile. I mesi passati devono essere stati difficili. I suoi capelli sono più lunghi dal caschetto con cui l'avevo lasciata. I suoi occhi un tempo luminosi sono un po' spenti e ha delle occhiaie terribili. Si è trascurata. Il matrimonio le ha fatto male? Cosa sta pensando? Con lei c'è qualcun altro?
«Hai un minuto?» mi guarda speranzosa.
«Ho il volo tra qualche ora ma va bene.»
Ci sediamo ed ordiniamo un te'. Lucy sembra quasi scocciata quando porta le nostre ordinazioni. Ritorna in cucina a pugni stretti, borbottando qualcosa.
«Come te la passi?»
«Bene», rispondo secca e sorrido. «Tu?». Sono abbastanza nervosa e spero che tutto questo finisca a breve. Sto proprio soffrendo. Ho una paura matta. Paura che da un momento all'altro, possa entrare lui e rendere tutto questo spiacevole e doloroso. Lo so che hanno premeditato tutto. Avrei dovuto capirlo prima, dalla chiamata.
«Non bene, ma si risolverà tutto, spero.»
«Qualcosa non va?», non so perché sto chiedendo. La mia lingua agisce sempre prima. In fondo, mi preoccupo ancora per lei.
«Ecco non so se...», cerca conferma nei miei occhi ma sono impassibile. Non sa se Lucy ha aperto bocca? Dovrebbe visto che Eric le ha viste insieme più volte. «Non mi sono ancora sposata e non è un gran bel periodo in casa sai per, per quello che...», mette il viso tra le mani e scoppia di nuovo in lacrime.
Istintivamente poggio una mano sul suo braccio. Il bene che le voglio, non è affatto cambiato anzi, ora che è qui davanti a me, sembra essersi triplicato. «Perché non ti sei ancora sposata? Mark non ti rende felice?».
Anya tira su con il naso. «Lui mi rende felice ma non posso sposarmi se non ho accanto la mia migliore amica. Non posso sposarmi se tu non sei con me quel giorno. Aspetterò e continuerò a litigare con Mark e i miei per questo.»
Sbatto un pugno sul tavolo. «Smettila di fare la stupida Anya! Hai una persona meravigliosa al tuo fianco e merita di averti accanto per tutta la vita. Sei fortunata, non capita tutti i giorni di avere qualcuno accanto che ti ami per davvero, senza riserve e senza bugie. Stai sprecando del tempo e non te ne rendi conto. Non puoi andare avanti così e litigare per uno stupido capriccio. Hai un aspetto pessimo e sono sicura che ti stai trascurando».
Il tono della mia voce la fa trasalire e spalanca gli occhi. Non le ho mai parlato così, non l'ho mai trattata con distacco e non me ne pento perché voglio che capisca che in questo posto io non ci vivrò mai più perché ho trovato la mia nuova strada e sono felice così. Deve capire che ormai me ne sono andata. Sono volata via come un palloncino in balia del vento.
«Lo so, però non me la sento senza di te...» Abbassa lo sguardo sulle mani. Non ha neanche le unghie smaltate. Che cosa le è successo? Dove è finita la mia Anya?
Il telefono vibra con un tempismo perfetto come sempre. «Ehi», immagino il sorriso di Parker.
«Ehi, posso richiamarti?», lancio uno sguardo verso la sala piena di gente e poi verso quegli occhi verdi che mi stanno scannerizzando.
«Brutto momento?»
Guardo ancora Anya. «Già... Spero stia andando bene al lavoro.»
«Si. A dopo principessa»
Anya mia guarda curiosa poi il suo sguardo muta. «Ti prego Emma... so che sarà difficile per te, ma per favore, per favore, potresti venire al mio matrimonio?»
Mi blocco. Che cosa dico? Posso accettare una cosa del genere? Posso? Posso sedermi a tavola con loro? Posso sopportare un giorno carico di tensione?
«Devo pensarci Anya. Adesso devo proprio andare», mi alzo velocemente.
Anche Anya si rialza e mi stringe di nuovo in un forte abbraccio. «Ti voglio bene Emma. Mi sei mancata».
Annuisco e mi allontano a grandi falcate trattenendo a stento le lacrime. Un vuoto, ecco cosa sento, un enorme buco al centro del petto. Mentre corro verso l'uscita vado a sbattere contro qualcuno che mi si para davanti. L'impatto è terribile perché non appena alzo lo sguardo lo vedo, vedo quei maledettissimi occhi azzurri puntati addosso. Sento quell'odore familiare che mi è mancato tanto. Da quanto è qui? Barcollo indietro affannata e con occhi sgranati. Non riesco a respirare. No, no, no. Scuoto la testa. Distolgo lo sguardo e continuo la mia corsa con il cuore a mille. Devo andarmene.
Riesco ad arrivare in aeroporto con ben dieci minuti di anticipo. Durante l'attesa, ascolto un po' di musica e continuo a trattenermi. Rivedo quello sguardo. Rivedo quel viso che mesi prima mi aveva quasi portato alla distruzione. Sento quell'odore deciso e forte che non è andato mai via dalla pelle. Come un tatuaggio, per sempre.
Voglio solo arrivare in fretta a casa, sedermi sul divano, mangiare qualche schifezza davanti alla tivù, addormentarmi e ricominciare una nuova giornata nella mia nuova vita tranquilla con le persone che mi fanno stare bene.
Durante il volo per fortuna sono accanto al finestrino e nessuno mi disturba. Mi rilasso ancora con un po' di musica e man mano che i km iniziano a separarmi da New York inizio anche a sentirmi più libera.
Il momento noioso è l'attesa per il recupero delle valigie. La gente si affolla sempre per prendere la propria e rischi di essere spinta o di litigare con qualcuno che erroneamente prende la tua valigia senza contare dei dettagli, è alto.
Con il trolley e il borsone, mi dirigo verso l'uscita. Mi sento stanchissima ed è già sera. Non vedo l'ora di mettere piede in casa. C'è una gran via vai e parecchie persone con dei cartelli, in attesa. Tra la folla, scorgo un volto familiare, forse troppo. I miei occhi si riempiono di lacrime, sorrido come una ragazzina e corro subito incontro a Parker che apre le braccia per accogliermi. Non mi aspettavo di certo questo suo gesto, è stato davvero carino da parte sua essere venuto a prendermi.
Inspiro il suo profumo sensuale e tenue e lo stringo più che posso. Mi solleva leggermente da terra e prendo il suo viso tra le mani. Poggio le mie labbra sulle sue incapace di trattenermi. Per un momento mi preoccupo delle persone perché possono riconoscerlo poi però la paura va via perchè ci siamo solo io e lui.
«Grazie», rimetto i piedi sul terreno ancora incredula e felice.
«Non potevo aspettare ancora», si impossessa nuovamente della mia bocca.
«Significa che ti sono mancata?», singhiozzo e sorrido ancora come una stupida.
«Significa che sei importante principessa», mi stringe di più a sé e asciuga le mie lacrime.
Mi manca il fiato. I suoi occhi chiari e sinceri riescono a fare battere il mio cuore a mille. Prima di ricambiare il suo bacio, mordo le sue labbra facendolo mugolare.
«Dove ti porto?», chiede.
«A casa».N/A:
~ Ehi!!! Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Secondo voi, Emma accetterà l'invito di Anya per il suo matrimonio? Ethan come avrà reagito? Emma e Parker staranno insieme? A voi i commenti e le teorie... Lasciate anche un voto per segnalare il vostro passaggio. Spero di avervi tenuto un po' di compagnia. La canzone è quella di Bryan Adams vi consiglio di ascoltarla. Non mi dilungo come al solito, passate una buona giornata. - Giorgina ~
SPAZIO PUBBLICITÀ:
(Passate da queste principesse ❤️)
piccolastella04 _Cameron-Dallas_ Reby_16 SoulAttempt diluvioinmeeh vivremopersempre KFrancy22 toniagaeta8962 InfinityHarryStyles
STAI LEGGENDO
Unstoppable 2
RomanceQUESTO È IL SECONDO LIBRO DI UNSTOPPABLE • Si consiglia la lettura della prima storia per capire questo secondo capitolo • TRAMA: Sono passati mesi da quando Emma è scappata da New York per trovare il suo posto tranquillo. Il suo gesto disperato, d...