~ Boulevard Of Broken Dreams ~

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Attenzione

Ho inserito il link della canzone di oggi. Spero vi piaccia!!!


• Ethan's POV:

Quando un giorno diventerò padre, avrò tanto da raccontare ai miei figli. Ad esempio: dirò loro che l'amore è un qualcosa di estremamente pericoloso e fragile, qualcosa che nasce dal nulla e diventa tutto, qualcosa di doloroso, ma che vale la pena di vivere appieno per una persona ai nostri occhi speciale.
Dirò loro che non conteranno le ore passate a versare lacrime, a ribollire dalla rabbia a causa della gelosia, a passar ore e notti insonni, perché tutto questo potrebbe essere ripagato.
Dirò loro che una vera storia d'amore è piena di alti e bassi, più bassi che alti, utili per rafforzare un legame nato quasi sicuramente per puro caso o per colpa del destino in un momento sbagliato.
Dirò loro che la prima vera cotta farà male, così male da avere bisogno di distrazioni e vie d'uscita.
Quando sarò padre, racconterò ai miei figli di come mi sono innamorato di una ragazza piombata nella mia vita in una notte clandestina. Racconterò loro le difficoltà, i litigi, le paure, le promesse infrante. Racconterò loro di quanto fragile un cuore possa essere. Parlerò dei periodi bui e dei periodi pieni di luce. Racconterò di come ho sempre vissuto in mezzo al buio e poi una luce mi ha lentamente guidato verso la salvezza strappandomi dalla perdizione.
Dirò loro come io mi sia sempre sentito incompleto è lontano dal mondo prima di ritrovare il mio centro di gravità grazie ad una ragazza speciale e perfetta ai miei occhi.
Consiglierò loro di essere sempre se stessi, di sapersi distinguere dalla massa di stronzi che popolano questo pianeta, di non arrendersi mai davanti ai problemi, di essere sempre sinceri e sicuri.
Cercherò di proteggerli e crescerli forti e senza paura. Proverò ad essere il padre perfetto, tenterò di dare loro il buon esempio. Cercherò di dimostrare loro che insieme ad una persona fottutamente speciale, si cresce meglio e si vive felici. Racconterò loro del periodo buio che sto vivendo ma li incoraggerò ad andare avanti qualora si ritrovino di fronte ad una situazione come la mia perché ne vale la pena.

«Ethan?»
Batto le palpebre. Sto fissando lo schermo mentre il continuo suono del battito della bambina rimbomba per la stanza con una certa forza.
Tara mi guarda in cagnesco. Devo essermi perso perché non so proprio cosa mi abbia appena chiesto. Da quando è tornata, non fa altro che chiedere e farmi spostare da una parte all'altra della città per i suoi acquisti folli e insensati. Non so neanche il perché lei stia continuando con questa farsa. Non appena la bambina nascerà, il test del DNA ci darà solo la conferma che lei non è mia. Non lo è mai stata. Solo allora sarò libero.
«Vuole vedere ancora la bambina o...», inizia l'infermiera con gentilezza.
«No, no. Va bene così!» rispondo turbato uscendo in fretta dalla stanza.
Le pareti, sembrano improvvisamente restringersi. Spalanco la porta ed esco indirizzandomi verso il parcheggio. Non è questa la situazione che avrei voluto vivere. A passo malfermo, raggiunto l'auto poggiando i palmi tra il tettuccio e la portiera. Inspiro ed espiro un paio di volte. Non sono mai stato così fragile, così insicuro, così perso in vita mia. Passo una mano tra i capelli e mordo le guance nel tentativo di placare l'incendio divampato su per il corpo. Una strana rabbia, mi costringe ad entrare in auto e a serrare la presa sul volante mentre Tara sbatte lo sportello nervosa sistemandosi comoda sul sedile.
Poche settimane ancora e tutto questo inferno avrà fine. Riuscirò a parlare con la mia Emma e tutto andrà come deve andare. Ormai sono convinto: devo dirle tutta quanta la verità su di me. Lei ha diritto di sapere e se poi non vorrà più avere a che fare con me, me ne farò una ragione ma non me ne starò con le mani in mano, non dopo averla vista con quel coglione da copertina. Lei è solo mia.
«Oggi sei silenzioso», borbotta Tara.
«Non ho niente da dire», replico asciutto.
Inarca un sopracciglio ed estraendo il telefono dalla borsetta, inizia una sequenza di messaggi.
Basta il segnale della suoneria a mandarmi in bestia. Premo sull'acceleratore ignorando le sue reazioni e la porto dritta a casa. Non scendo nemmeno. Non appena esce dall'auto, faccio retromarcia e sgommando corro verso il mio posto preferito.
Non sono più venuto da quando se ne è andata ma è come lo ricordo. Il lago pieno di rane e ciottoli, tanta erba soffice attorno, il piccolo asfalto acciottolato, un boschetto a distanza, un posto solitario e silenzioso, soprattutto lontano dalla frenetica e rumorosa città che non dorme mai.
Siedo sul paraurti e mi perdo nella calma rimanendo per un tempo indefinito ad occhi chiusi.

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