Capitolo 1

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Buona lettura😘

ll terrore scuote il corpo in spasmi incontrollabili. Il fiato si fa sempre più corto. Boccheggio.
Mi guardo le mani sporche di fanghiglia. Tremano, trema tutto dentro di me. Tremante è la mia voce mentre cerco di urlare, tremante è il mio cuore che palpita violento, tremanti le lacrime, che mosse dal vento, scendono sul viso a zig zag. Ho i capelli davanti agli occhi quando strattono quell'uomo. Anche se, quale uomo, degno di esser chiamato tale, farebbe ciò che sta facendo lui? Katia è sotto la sua presa. Mani massicce le contornano il collo mentre il volto le diventa violaceo. Lui stringe senza ritegno facendola scalpitare. Le sue braccia si protendono verso di lui, mentre le mani cercano di graffiargli il volto. Le sue gambe si muovono frenetiche sul terreno bagnato. Lui le concede piccoli attimi di aria prima di risucchiargliela via ancora. La pioggia è fitta e cadendo per terra si mescola al sangue che sgorga via da me. Poco prima il suo coltello aveva attraversato la mia gamba facendomi digrignare i denti sino al punto di mordermi un labbro, per poi urlare a pieni polmoni. Cerco davvero di aiutarla, ci provo nonostante il dolore. Ma lui mi spinge ed io soccombo sotto la sua forza.
Poi mi guarda, mi guarda prima che i suoi occhi si siggillino per sempre. Mi guarda senza rimproverarmi di nulla, mi guarda per scaldarmi il cuore sotto la pioggia. Mi guarda ed io gattono da lei, mentre lui si slaccia i jeans. Sento urla. Sento preghiere, le mie. Sento la vita andarsene da lei. Sento pugni e calci ogni qual volta che cerco di difenderla. Sotto un albero perdo i sensi, mentre la voce di Katia si fa flebile, fino a quando i suoi polmoni si svuotano in eterno. Lei si spegne ed il mio cuore grida il suo nome ancora una volta.
Poi una mano mi salva.

Quasi non riesco a realizzare, mi sento eccitata e ansiosa nello stesso momento. Sarà mai che tutta questa felicità ha il potere di rendermi anche tanto insicura?

Starò bene? Riuscirò a diventare chi ho sempre voluto? Mi crogiolo in mille pensieri così opposti tra di loro, sogno ad occhi aperti il mio futuro, avanzo ipotesi, siggillo speranze e giuro a me stessa di non permettermi alcuna distrazione.

Ellison la studentessa modello, ecco cosa sarò in questi anni. Ellison la dottoressa, ecco cosa sarò un domani.

"Elly hai già riempito gli scatoloni? E la valigia invece?" irrompe mia mamma aprendo la porta di camera mia e per poi sporgere il capo.

Lei è Elizabeth, la ammiro molto come donna, suonerà smielato, ma per me rappresenta un esempio sano da seguire. È da lei che ho appreso quanto io ami la scienza e il corpo umano, ricordo che da piccola mi intrufolavo nel suo studio e la guardavo mentre rassettava la sua scrivania, con quel bel camice sempre così bianco e pulito. Quando lavorava si raccoglieva in una crocchia quei lunghi capelli neri che altrimenti le sarebbero ricaduti sul viso troppo spesso, diceva. Credo che mio padre si sia innamorato di lei proprio per la sua tenacia e testardaggine. Nessuno in famiglia l'aveva appoggiata in questa scelta, tranne sua madre, un po' come sta succedendo a me. Una storia che si ripete insomma.

"Ancora no" rispondo corrugando la fronte in attesa di un suo pseudo rimprovero che ovviamente non tardò ad arrivare.

"E posso sapere cosa stai aspettando? Ormai sei grande, non penserai sul serio che possa prepararti io le cose da portare" dice portando le mani sui fianchi, ormai è entrata completamente nella camera. E mi fermo a riflettere sul fatto che raramente è stata così in subbuglio come nelle ultime ore.

"Molto spiritosa" dico imitando il suo tono serio. "Farò tutto, ma prima ho una cosa più importante da fare" soggiungo.

"Non gliel'hai ancora detto?" dice sgranando gli occhi.

"Non ho trovato il coraggio" ammetto abbassando lo sguardo per guardare le mie convers bianche, ormai quasi grigie talmente si sono sporcate.

"Elly" inizia sedendosi ai piedi del letto, forse è l'unico angolo libero, tutto il resto è coperto da una coltre di vestiti misti a libri "come credi che la prenderà adesso? Insomma hai avuto tutta l'estate per parlagliene e ti riduci a farlo solo ora? Un giorno prima?"

Apro la bocca per poter rispondere, ma lei incalza impetuosa "Deduco che tu voglia lasciarti tutto alle spalle allora, ma non è con l'egoismo che si chiudono i rapporti, o per lo meno non quelli importanti"

"Mamma non è stato egoismo il mio, è che mi dispiaceva e rimandavo sempre il momento. Credevo di trovarne uno adatto prima della mia partenza, ma evidentemente mi sbagliavo". Sono sincera,  anche se questo non mi rende meno colpevole, non avrei dovuto tergiversare così tanto, lo so bene, eppure non riesco a pentirmene completamente.

Lei alza le mani al cielo e fa roteare gli occhi in segno di sconfitta...o forse di disperazione. Poi si dirige verso l'uscita e sparisce dietro la porta. Sono ancora sola nel mio casino.

Mi torturo le dita con le labbra rendendomi conto che è ora di parlargli, l'attesa non aumenta il piacere, in questo caso aumenta solo l'ansia.

Alla fine mi decido a farlo.

Inizio a cercare il telefono lanciando in aria tutto quello che mi capita e che è sparso alla rinfusa in ogni spazio disponibile. Guardo anche all'interno delle scatole mezze vuote, ma non trovo nulla.

Molto bene, la cosa si fa più complessa di quanto sembri. Mi metto le mani tra i lunghi capelli bruni e tiro un sospiro, spazientita.

Abbasso lo sguardo e noto un rigonfiamento a livello della tasca del mio jeans. Perfetto, sono impazzita per cercarlo quando era su di me.

Sei impegnato?

Attendo la sua risposta in piedi, con il telefono stretto tra le mani. Poi una vibrazione.

Fino a due secondi fa si, credevo che avresti evitato di parlarmi anche oggi. Ti sei ripresa dalle tue stranezze?

Accenno un sorriso amaro, ha ragione. È da una settimana che lo evito, come se avesse una qualche malattia contagiosa. L'ho praticamente messo in quarantena da me. Mi sento abbastanza uno schifo in questo momento, l'ho tenuto distante di proposito,  temevo che potesse far domande a cui non sapevo come rispondere. O meglio a cui non volevo rispondere, probabilmente non mi sentivo nemmeno pronta io.

Vieni da me?

Altra vibrazione.

Due minuti e sono li Elly

Inizio a fare avanti e indietro per la stanza, scavalcando tutto quello che prima ho lanciato sul pavimento.

Va tutto bene, mi ripeto mentre aggroviglio attorno al dito una ciocca di capelli. Poi all'improvviso penso alla catenella che ho da ormai un anno attorno al collo, la tocco con i polpastrelli seguendo il contorno del ciondolo a forma di cuore.

Ricordo quando me l'ha regalata, ricordo ancora quella sera in cui non volevo parlare con nessuno eccetto che con lui. Una stupida collana che cela mille sentimenti, una stupida collana che guardo ogni volta che lei mi manca... Anche Katia gli era molto legata, mi piace illudermi che abbia messo Adam nella mia vita proprio perchè sapeva che avrei avuto bisogno di lui. Pensiero patetico? Può essere, ma è l'unico che sappia calmare i miei tormenti quasi come fosse un anestetico.

Il suono del campanello mi spaventa così tanto da farmi fare un piccolo urletto mentre sobbalzo sul posto.

"Vado ad aprire io" urlo, sperando che i miei mi abbiano sentita.

Ragazzi spero che come inizio vi piaccia, in tal caso commentate e votate. Mi farebbe piacere❤
Al prossimo capitolo😘

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