Le prime lezioni sono state interessanti, non sono riuscita però a scambiare alcuna parola. Io troppo timida e loro troppo sulle proprie. Finalmente sto tornando al dormitorio, non vedo l'ora di potermi riposare. Ho avuto una nottata abbastanza movimentata. Tiffany presumo sia ancora a letto, questa mattina le è suonata la sveglia, ma l'ha lanciata a terra borbottando qualcosa che sapeva di "maledetto risveglio".
Mi faccio largo tra gli studenti con i libri stretti al petto, ho il passo veloce e i capelli ondeggiano sulle spalle ad ogni colpo di vento.
Giunta nei pressi del dormitorio decido di sedermi sui gradini per fare una telefonata veloce a mia mamma che già solo nelle ultime due ore mi ha riempita di messaggi.
"Ma non ci credo! Ellisson Cooper" dice con entusiasmo una voce che conosco fin troppo bene.
Sollevo lo sguardo dallo schermo del telefono ed ecco di fronte a me Ginny.
Quanti ricordi, una valanga di aneddoti ci legano. Siamo state vicine di casa sino a 3 anni fa, poi lei si è trasferita e da allora non ho più avuto sue notizie. All'inizio le scrivevo, ma le sue risposte si fecero sempre più rare fino a quando ho deciso di non cercarla più.
Eppure ora mi sorride qui con i suoi denti bianchi, gli occhi scuri e i capelli biondi raccolti in una crocchia che le sta benissimo.
"Non pensavo ti avrei più rivista" ammetto sorpresa mentre lei si siede accanto a me.
È ancora sorridente come la ricordavo, mi guarda con quell'affetto negli occhi tipico di qualche anno fa.
"Nemmeno io Elly, cosa studi qui?chiede curiosa.
"Medicina, tu?"
"Psicologia. Oh Elly non sai quanto sono felice per te. Alla fine stai facendo quel che hai sempre sperato. Scommetto che sarai bravissima"
Poi fa una breve pausa e prosegue guardandosi le mani " Ho saputo di Katia, mi spiace, so quanto le volevi bene".
Il mio cuore al suono di quelle parole manca un battito, l'aria sembra quasi dissolversi mentre i miei polmoni la richiamano. Gli occhi si inondano di lacrime, alcune scappano percorrendomi le guance, ma io le spezzo rapida con il dorso della mano.
"Già, mi manca... ma ho la patetica convinzione che lei sia qui" dico stringendo il mio ciondolo, azione che faccio inconsapevolmente ogni volta che si parla di lei.
Ginny mi guarda con quello sguardo compassionevole che odio. Sto bene mi viene da urlare, sapendo di mentire. Il suo volto sembra volermelo chiedere ed io sono pronta a dissimulare la verità.
"Ah ho una persona da presentarti, a momenti dovrebbe esser qui" dice lei cambiando discorso. Grazie a Dio!
Il suo volto accoglie subito una nuova espressione. Capisco quindi che si tratta di una persona che le piace molto.
"E chi sarebbe?"
"Un ragazzo. Si, immagino già che giudicherai i suoi modi di fare forse un tantino rudi, ma ti prego cerca di non farci caso. Diciamo che è il mio fidanzato" esita "sono sicura che con il tempo si rabbonirà quanto basta per rendermi un pò più felice" spiega come se volesse convincere più me che se stessa.
"Non so come mai, ma ho la sensazione che le cose siano più complicate di quanto ammetti" dico sorridendole mentre le tiro una piccola gomitata scherzosa.
Ginny ride di gusto e fa piccoli cenni con il capo per confermare la mia intuizione.
Subito dopo le squilla il telefono, lei legge il messaggio con una sorta di agitazione. Accenna un sorriso storto per poi dire euforica "sta arrivando".
Rimaniamo lì a scambiare qualche parola e piccola confidenza quando all'improvviso vedo comparire una sagoma lungo il viale proprio di fronte a me. Sagoma che si rende sempre più nitida. Sono troppo concentrata a fissarlo che a stento sento quello che Ginny continua a dirmi.
Ha i capelli mossi, di un castano non troppo scuro che rivela piccoli riflessi chiari. È così alto da farmi sentire piccola e le sue spalle sono disarmanti. Cammina sicuro di sé, non si guarda attorno, avanza dritto con lo sguardo fisso su di noi. Ha l'aria annoiata e confusa. So già che sarà un incontro abbastanza difficile.
"Ehi" dice lui rivolgendosi a Ginny.
Ha un tono freddo e la voce roca, profonda e penetrante. Mi perdo a guardare il suo pomo d'adamo muoversi.
"Perchè mi hai detto di venire qui? Che ti prende?" borbotta senza mai guardarmi. Evidentemente sarò invisibile.
Lei tentenna e abbozza un sorriso imbarazzante.
"Allora? Pensi di essere in grado di rispondermi?" Incalza indietreggiando come se stesse per andarsene.
"Volevo chiederti se potevamo pranzare assieme" sibila lei.
Da qui lo vedo meglio, lui non mi guarda ed io approfitto di questo per scrutarlo.
Ha due sopracciglia scure che incorniciano uno sguardo severo. Ha due bellissime iridi azzurre. Ci vedo il mare lì dentro.
"Oh cazzo, ti ho sempre detto che non faccio queste cose. Ginny non starmi addosso" sbotta aggrottando la fronte.
Mi sento quasi fuori luogo, come se stessi origliando una conversazione che non dovrei sentire, come se la mia presenza aumentasse il disagio di Ginny.
D'istinto le accarezzo la mano e grazie a quel gesto lei sembra trovare un po' di quel suo entusiasmo.
"Tayler, almeno fatti presentare la mia amica" dice esibendo ancora una volta il suo sorriso.
Allungo la mano verso lo sconosciuto "Piacere Ellison Cooper" dico mentre i nostri sguardi si scontrano silenziosamente.
Lui rimane lì a fissarmi poi inizia ad osservare la mia mano esile ancora tesa verso il suo petto. Mi sento una stupida in questa posizione, ma di certo non voglio farmi intimidire dal suo modo strafottente. Fa un piccolo ghigno per poi tirarsi su il cappuccio della felpa mentre porta l'altra mano nella tasca dei jeans strappati.
Dopo poco indietreggia per poi voltarsi.
Ginny continua a scusarsi per conto di lui, ma io ho gli occhi fissi su quello strano individuo che cammina lontano da noi. Proprio mentre sto per distogliere lo sguardo lui si gira. Mi guarda ed io implodo.
"La prossima volta sarà sicuramente più socievole" precisa Ginny vedendomi perplessa.
"Preferisco che non ci sia una seconda volta"
"Dai Elly fallo per me. Ora che ci siamo ritrovate ho intenzione di recuperare il tempo perso e ti chiedo solo di abituarti alla sua presenza, se proprio di provare ad essere sua amica non se ne parla" dice quasi implorando.
Faccio una piccola smorfia come se dovessi pensarci mentre lei ripete "Dai, dai, dai" unendo le mani in stile preghiera.
Poi mi lascia libera di andare a studiare, ma solo dopo avermi quasi costretta ad accompagnarla ad una festa il giorno seguente.
Rientrata in camera vedo Tiffany ancora in coma sul letto, ma appena chiudo la porta apre gli occhi. Si mette seduta sul letto e mi fissa per qualche secondo prima di parlare.
"Chi mi ha portato qui ieri?"
"Un ragazzo, non eri messa molto bene" constato.
" Chi era il ragazzo?" Chiede aggiustandosi la chioma folta.
"Un certo Skyler se non sbaglio" rispondo aggiustando sulla scrivania i libri che avevo tra le braccia.
"Ah, ti ha per caso detto qualcosa?"
" No, ha solo detto che ti aveva vista alla festa e che ti ha portata qui pur non conoscendoti perchè avevi intenzione di guidare ubriaca" dico secca.
"Non ho voglia di parlare, sono ancora stordita" dichiara alzandosi dal letto e sparendo fuori dalla camera. Sollevo le sopracciglia sempre più allibita.
Spero quasi che lei si droghi perchè solo in questo modo potrei giustificare i suoi modi.Ragazze, cosa ne pensate?
se vi sta piacendo lasciate pure un commento o una stellina, Grazie mille ❤
Tra Tiffany e Tayler non so chi sia più antipatico in questo capito.
A presto😘
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THE PAST
RomanceUn amore senza precedenti. Un amore che dà vita, pur risucchiandone l'ossigeno.Un amore che per certi tratti è criminale. Un amore che implode. Due vite diverse che si scontrano fino a farsi male, due mondi opposti che si attraggono, un passato che...