Capitolo 17

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Le giornate qui, dopo quella notte con Tayler, sono diventate pesanti ed insostenibili. Davvero, a volte mi sembra di impazzire, di fantasticare vedendo persone là dove non ci sono. Eppure mi sento controllata, avverto una serie di occhi sulle spalle, attenti a scrutarmi, a sapere cosa faccio e probabilmente con chi sono. È da due giorni che non vado più in piscina, più volte la sera, quando ormai ero di ritorno, mi era parso di vedere qualcuno vicino al dormitorio, si nascondeva tra gli alberi del campus. Ne sono certa. Ovviamente la mia ossessione gioca a loro favore, perchè mi porta a domandarmi quanto questo sia vero e quanto invece sia frutto della paranoia di esser seguita. Come se non bastasse io e Ginny ci evitiamo, anche se per motivi diversi. Quando ci incrociamo i nostri occhi ruotano in automatico dalla parte opposta. I miei guidati dal senso di colpa, i suoi probabilmente dal disprezzo. A pensarci bene non posso nemmeno dire di sentirmi in colpa, forse solo in parte, alla fine tra me e Tayler non è successo nulla, o quasi. Ad ogni modo non ricapiterà più, non glielo consentirò. Una parte di me si chiede se questa sia la solita frase, quella che serve sostanzialmente ad autoconvincersi che è così che deve andare, oppure sono realmente intenzionata a tenerlo distante, e questa ovviamente sarebbe l'ipotesi più rassicurante.
La vibrazione del cellulare mi riporta alla realtà, mi sporgo dal letto e porto la mano sul comodino. Quando controllo il nome sul display esito per qualche secondo. Ho il timore di non saper cosa dire e questo non è mai un bene, perchè o finisco per rimaner zitta o , nel caso peggiore, straparlo dicendo cose totalmente fuori luogo.
"Ciao Elly" dice la sua voce pacata.
"Non mi aspettavo di sentirti" rispondo sincera a Ginny. Questo confronto improvviso mi destabilizza e mi porta in una situazione di svantaggio psicologico: lei è preparata a questa conversazione, io un po' meno. Decisamente meno.
"Ci siamo evitate per...per davvero troppo tempo, so che non è poi così tanto, ma ho sentito un divario tra di noi che..non so..."prende fiato " vorrei sapere solo una cosa Elly".
"Chiedi pure"
" Mi spieghi cos'è successo tra te e Tayler?"parla con un briciolo di impazienza. Sapevo che sarebbe stata questa la domanda, era chiaro. Ma adesso, cosa posso dirle? Come posso dirle che mi sono appoggiata al suo corpo ansimante e imperlato di sudore? Come posso dirle che mi ha stretta a sé mentre le sue mani dalle nocche tumefatte mi hanno accarezzata e calmata? Come posso dirle che ho tirato una mazza da baseball sulla schiena di qualcuno che ha cercato di strozzarlo?  I secondi passano ed io sembro non accorgereme, tanto che Ginny mi richiama con un'impazienza sempre più evidente.
"Non è successo nulla, non mi sono sentita bene e mi ha portata in dormitorio.Tutto qui... avrei dovuto avvisare, lo so bene, non ho scusanti" chiudo gli occhi sperando che lei non intuisca la mia palese intenzione di tergiversare.
"Nient'altro?"
"Certo io..." mi blocco su queste parole dopo aver sentito qualcuno bussare alla porta."Ginny,resta in linea un attimo".
Mi sollevo dal letto, lancio una rapida occhiata alla mia figura riflessa nello specchio e non posso fare a meno di pensare che ricevo visite sempre nel pieno della mia indecenza.
"Skyler" sussurro con tanto di occhi spalancati quando me lo ritrovo di fronte.
Congedo velocemente Ginny mentre lui prende posto sulla mia sedia.
Decido di prendere in mano la situazione ed inizio a parlare.
"Sò cosa sei venuto a dirmi e avrei gradito un tuo preavviso, riguardo a questa visita intendo" mi interrompo per afferrargli le mani mentre resto in piedi di fronte a lui "Credo che ci siano stati un paio di fraintendimenti tra di noi e.."
"Elly ti ricordo che mi hai baciato tu"
"Certo, ma lo sai che ero poco in me e, anche se odio ammetterlo, mi son lasciata semplicemente prendere dal momento."
"Giusto,non hai sentito la solita cazzata delle farfalle nello stomaco,immaginavo".
Si solleva portando le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
"Puoi evitare il sarcasmo? Attualmente non cerco qualcosa da te" dico quasi in un urlo. Le vene sulla tempia mi pulsano, odio questo suo tono altezzoso, non gli si addice e sortisce in me un effetto tutto tranne che positivo.
Si porta una mano dietro la nuca avanzando con passo deciso verso di me, ed io impacciatamente urto con la schiena l'anta semi chiusa dell'armadio. Prepotentemente si avvicina ancora di più, come se il suo scopo sia proprio quello di mettermi in soggezione. Vorrei spingerlo via e d'istinto poso una mano sul suo petto, sperando che capisca la situazione. Di rimando corruga la fronte e mi è subito chiaro che non è poi così abituato a ricevere un no.
Vorrei che sparisse.
"Ti prego, riparliamone un'altra volta" lo supplico in un modo così patetico che il mio stesso tono mi fa provare un profondo fastidio.
"Sembri stanca, qualcosa non ti lascia dormire serena?"dice con una sicurezza tale da farmi credere che la sua sia più un'affermazione, piuttosto che una domanda. Quella vocina, quella vocina ritorna come sempre e questa volta mi bisbiglia qualcosa che non voglio ripetere, nemmeno a me stessa, non voglio pensare all'eventualità che il mio grillo parlante abbia ragione.
"Si, ho la sensazione che qualcuno mi tenga sotto controllo, ma forse è solo una mia paranoia. Mi sento davvero tanto confusa." rispondo rapida per sottrarmi alle grinfie del mio subconscio, che tra l'altro ultimamente fa troppe apparizioni.
Skyler accenna un sorrisetto compiaciuto oltre che totalmente  fuori luogo, per poi assumere una più idonea espressione seria. Prima di dirigersi verso la porta, mi passa una mano tra i capelli e,non so per quale motivo,questo gesto calma i miei rigidi pensieri su di lui. Calma anche le segrete percezioni del mio grillo parlante, ed io tiro un sospiro di sollievo. Si avvicina alla mia fronte, tenendomi una mano dietro alla nuca.
"Mi spiace tu sia spaventata" dice così vicino alla mia fronte da farmi avvertire il tepore del suo respiro.
Tutto qui? Sul serio? Questo è il massimo della sua preoccupazione? Ok, noi ragazze ci aspettiamo sempre qualcosa in più, ma questo mi sembra davvero assurdo. Perchè non fa domande? Manifesta interesse verso di me, per poi comportarsi con totale indifferenza nei momenti più importanti?
Mi allontano indignata, pronta a rimanere nuovamente sola nella mia camera. 
"Elly, spero tu possa darmi una possibilità. Pensaci". La cosa più assurda è che adesso sembra parlare con il cuore in mano, ha degli occhi così sinceri da ricordarmi quelli di Adam.
Annuisco, siccome scuotere il capo su e giù mi sembra la miglior cosa da fare quando non si sa come comportarsi.
Proprio mentre chiudo la porta ho la sensazione di sentire una frase, anche se borbottata e poco nitida, suonava come un "Vedrai che la smetteranno".
Mi agito, mi agito perchè non capisco se quella sia stata solo una mancata rassicurazione o piuttosto una sorta di promessa. Se cosi fosse evidentemente è nella posizione per farlo, e quello che mi chiedo è: può davvero assicurarmi che "la smetteranno"? Torna quel grillo parlante con le sue accuse a cui non voglio pensare, nemmeno questa volta. Scuoto la testa mettendomi, fisicamente e metaforicamente, le mani tra i capelli.
Sono confusa, sono tremendamente confusa e non riesco ad accettare l'ipotesi che mi sia immaginata tutto, ogni sensazione, ogni sagoma nell'ombra. Deve pur esserci una motivazione se Skyler non è parso preoccupato. A meno che non creda che io sia pazza, il che è probabile visto il mio look attuale abbinato ad evidenti occhiaie. E poi c'è Tayler, Tayler quella sera mi ha difesa, per quale motivo?
Rimango in piedi, da sola, con il telefono stretto nelle mani. Ho già digitato il messaggio, devo solo premere invio.
Chiamiamolo orgoglio, chiamiamolo imbarazzo, ma elimino tutto, oscuro il display e cerco di trovare un po' di calma stendendomi sul letto.
Ogni tanto lancio occhiate fuori dalla finestra, con il terrore nel petto di vedere quelle sagome. Così, all'improvviso, sento ancora quella vibrazione. L'ennesima sorpresa della giornata. Rispondo in una sorta di stato di shock.
"Skyler è stato da te?"chiede quella voce calda e pacata.
"Si..ma aspetta. Tu come fai a saperlo?"
"Stai bene?"ora sembra quasi agitato.
"Tayler!Basta rispondere alle mie domande con altre domande. Sei fastidioso, oltre che scorretto"
"Finchè fai la stronza sono sicuro che stai bene. Comunque sto venendo al dormitorio, ma non esaltarti troppo "  avverto una piccola risata.
"Ti ho detto che sto bene, ma perchè tutta quest' apprensione? "
"Voglio venire a vedere di persona. Se continui a lamentarti ti chiudo la chiamata in faccia" dice in un tono troppo serio, mentre sento il boato del motore che si accende. È già in sella alla sua moto.
"No Tayler aspetta...puoi tenere il cellulare in tasca anche se sentirò solo le ruote sull'asfalto?"
"Credimi Elly, di cose strane me ne hanno chieste, ma questa è nuova anche per me".
Sorrido.
"È solo che così mi sentirei meno sola".
Non aggiunge altro, sento solo il motore scaldarsi mentre un rombo familiare si irradia sempre più.
Mi adagio sul letto, con il telefono sotto l'orecchio. Chiudo gli occhi mentre lo aspetto, e tutto quel casino suona come un conto alla rovescia: quando il fracasso finirà, saprò che è qui.

Come sempre fatemi sapere cosa ve ne pare 😘  volevo solo dirvi che se aggiornerò poco è solo per via dei miei impegni, ma non abbandono la storia. Ad ogni modo cercherò di essere quanto più costante possibile

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