Capitolo 8

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Sono passate ormai quasi due settimane da quella sera. Di Skyler e Tayler nessuna notizia, e forse è meglio così. Ginny invece si è limitata a dirmi che sta bene per poi rintanarsi ancora nel suo silenzio. Io proprio non la capisco. Per quanto riguarda me le cose sono andate come di programma. Le mie giornate sono sostanzialmente scandite dallo studio e dalle chiamate infinite dei miei genitori. Nulla più.
Sono in camera già da un pò, seduta sulla scrivania con le chiavi della piscina in mano. "Così puoi andarci quando vuoi" mi aveva detto Jason con un gran sorriso sulle labbra. Lui è una sorta di custode della piscina del campus, che per mia fortuna ha un debole per me, tanto da indurlo a farmi un regalo del genere.
Oggi è stata la prima sera, la prima sera in cui sono andata li da sola. All'inizio la cosa mi sembrava una pessima idea, ero terrorizzata. Nel corridoio c'erano solo i miei passi, solo il mio respiro che si faceva sempre più intenso. Sentivo persino il mio cuore sbattere contro il petto. In piscina l'unico rumore che riempiva l'aria era quello che provocavo io muovendomi in acqua. Dopo un paio di vasche ho apprezzato quel gran silenzio, respiravo a pieni polmoni quella pace e andarmene è stata quasi una sofferenza.
Sono ormai nel letto e Tiffany è uscita già da parecchio. Ho i muscoli rilassati, la mente serena e la pelle fresca per via della doccia appena fatta.
Non faccio in tempo a socchiudere gli occhi che il telefono sul comodino inizia a squillare. Allungo la mano, lo afferro e rispondo prontamente.
"Ciao Elly" dice lui. Ho il brutto vizio di non leggere mai il nome sullo schermo. Non ero preparata alla sua voce, voce quotidiana, voce che ha sempre saputo cullare i miei tormenti.
"Adam" sussurro. Ho gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta. Non me lo aspettavo, ma sono felice.
"Come prosegue?"chiede dopo un silenzio pesante.
"Benone, tu? Qui è come mi immaginavo " dico con una punta di soddisfazione.
"Si,insomma sto meglio. Ho saputo che sei tornata a casa questo fine settimana " dice con un tono che intenzionalmente sembra non voler nascondere la delusione che prova per non averlo avvisato.
"Dovevo prendere solo un paio di cose e non potevo aspettare" rispondo quasi giustificandomi. Mi porto un dito tra i denti.
"Ti ho vista. Ero in macchina, non sapevo se.."
"Se salutarmi?"domando io.
"Esatto, scusa,non sapevo come comportarmi"
Sto per dirgli di non preoccuparsi quando una voce femminile raggiunge il mio orecchio. È una voce che non conosco, non è sua mamma o sua sorella. È una voce nuova, una voce che sta accanto a lui. È la voce che ha rimpiazzato la mia. È passato oltre. Una parte di me ne è felice, l'altra egoisticamente avrebbe voluto sapere di esser ancora tra i suoi pensieri.
"Con chi parli?"ripete lei. Adam in silenzio.
"Forse devi andare " dico accennando un sorriso forzato che ovviamente non può vedere.
"Si, forse dovrei. Ciao Elly" dice chiudendo la chiamata.
"Ciao Adam" rispondo io dopo qualche secondo. Risposta che lui non può sentire.
Ho il telefono ancora in mano quando chiudo gli occhi e senza rendermene conto sprofondo nel buio.
Dormo, dormo profondamente. Probabilmente non sto nemmeno sognando, perché quando spalanco gli occhi nel bel mezzo della notte non ricordo nulla.
Qualcuno dall'altra parte della porta minaccia di buttarla giù a pugni.
Mi tiro su e rimango seduta sul letto con le lenzuola sulle gambe nude.
Non so cosa fare, se ignorare il rumore o andare ad aprire. È impossibile che sia Tiffany. Lei è dai suoi genitori e ci resterà per altri dieci giorni. Mi sporgo per guardare la sveglia.
3.37.
I pugni sembrano diminuire fino a scomparire. Tiro un sospiro di sollievo passandomi freneticamente le mani tra i capelli. Non faccio in tempo a stendermi che il fracasso ricomincia a bucarmi i timpani.
"Hai intenzione di svegliarci tutte?"urla una voce femminile nel corridoio. Al che mi decido ad aprire.
Appena socchiudo la porta cala il silenzio. Faccio capolineo quel tanto che mi basta per vedere chi è l'artefice di tutto questo.
Guardo e il mio cuore manca un battito, mentre il respiro si blocca a metà. Le guance avvampano e gli occhi sono increduli.
È ancora in silenzio, sembra quasi esser venuto qui solo per questo. Ha gli occhi rossi e le pupille dilatate, i capelli spettinati e le labbra serrata come se fossero state cucite. Le mani nelle tasche di quel giubbino di pelle che aderisce così bene alle sue braccia massicce.
Non accenna a parlare ed io sono qui con solo una maglietta lunga addosso.
"Che ci fai qui?"dice la mia voce tremante, mentre lui posa la sua mano sulla maniglia della porta.
"Stavo scopando" dice lui mentre il suo pomo d'adamo si muove.
"Wow, ho quasi i brividi dopo questa rivelazione. Grazie, ora dormirò sogni sereni"rispondo sarcastica spostando i capelli su una spalla sola.
"Perchè non mi fai finire di parlare?"sbiascica lui mentre una folata di fumo misto ad alcool mi avvolge il naso. Tossisco e lui mi sorride.
"Ah, hai per me altri dettagli succulenti?"rispondo con un sarcasmo sempre più evidente.
"Stavo scopando"ripete lui.
"E questo lo ha capito tutto il dormitorio Tayler. Buonanotte".
Sto per chiudere la porta quando lui piazza il suo piede nella piccola fessura rimasta aperta, mentre con una mano spinge la maniglia.
"Mi hai interrotto ancora"sussurra divertito.
Spalanco la porta e alzo le mani in segno di resa.
"Senti, ti muovi a concludere? Così me ne torno a letto. Scusa se non sono anch'io tanto ubriaca e fatta da non rendermi conto che è notte fonda. Io tra poche ore devo studiare"sbotto irritata
"Allora " prosegue come se il mio stato d'animo non lo toccasse minimamente "stavo scopando con una tizia a casa mia, poi, siccome sono un ragazzo prudente..." si interrompe, abbozza un occhiolino compiaciuto e poi eccolo che sorride. Dio se è sexy quando fa così!
"Quindi" continua "mi sono messo a girare nelle tasche dei jeans per prendere un preservativo. Sai cos'è ragazzina o ti sto rivelando troppo in una sola notte?"chiede evidentemente divertito ed evidentemente ubriaco da sembrarmi quasi simpatico.
"Si tranquillo, non mi stai bloccando la crescita"
Alza il braccio e porta la sua mano sulla mia spalla per darmi due colpetti come per congratularsi.
"Bè invece di trovare il mio amico ho trovato qualcosa di tuo. Ti era caduto alla festa" conclude finalmente stendendo il suo braccio verso di me.
"Puoi aprire il tuo pugno così vedo di cosa si tratta? Almeno decido se mi stai bellamente prendendo in giro o c'è qualcosa di vero in questo teatrino"
"Aprilo tu" dice con fare tanto dolce quanto provocatorio. Quelle parole gli scivolano dalle labbra, le soffia su di me. Si posano leggere come se volessero accarezzarmi. Morbide.
"Hai capito cosa ti ho detto?"incalza tornando fastidioso.
"Non capisco a che gioco stai giocando. Il tuo tempo vale davvero così poco da sprecarlo in questo modo?"ringhio. Sono nervosa. Non so perchè, mi rende vulnerabile, scontrosa e terribilmente agitata.
"Eddai cazzo, stai calma. Prenditi un pò alla leggera. Mia nonna si gode le cose più di te" dice arretrando mentre barcolla a destra e a sinistra.
Quelle maledette parole. Perchè bruciando così tanto sulla mia pelle come se fossero acido puro? Perchè ho voglia di sfidarlo?
"Aspetta" dico senza aver il tempo di controllare il mio istinto. Ultimamente mi capita troppo spesso. Sarà un male?
Lui si ferma di colpo. Mi dà ancora le spalle. Poi si gira e si incammina verso di me che sono ancora sul ciglio della porta ad aspettarlo.
Allunga di nuovo il suo braccio portandolo a pochi centimetri dal mio petto.
Avvicino la mia mano al suo pugno stretto di fronte a me.
Poi lo tocco. Per la prima volta la mia pelle calda incontra la sua più fredda. Le mie dita scivolano sulle sue e quasi ho dimenticato il perchè lui sia qui. Quasi non mi importa di quello che mi deve ridare. Lui stringe di più il pugno rendendolo difficile da aprire. Al che sento il mio inconscio ringraziarlo per trattenere le nostre mani vicine ancora per un pò.
Sul suo palmo il mio bracciale, quello che mi aveva regalato Adam. Non faccio in tempo a prenderlo che con l'altra mano mi afferra il polso. Sollevo lo sguardo scontrandomi con il suo. Lui allenta la presa e scorre sul mio avambraccio. Inclina la testa e mi fissa. Cosa fai? Cosa fai Tayler?
Un piccolo sorriso compare sul suo volto dai lineamenti marcati.
Sale sul braccio, sulla spalla. Mi accarezza il collo per poi annodare le sue dita tra i miei capelli.
"Brava ragazzina " sbiascica nuovamente ritraendo la mano. Barcolla persino da fermo.
"Devo andare" dico frettolosa.
"Ma mi hai visto?"chiede accigliandosi.
"Che vuoi dire?"
"Sono ubriaco Elly, e sono venuto da te in moto. Mi fai tornare davvero a casa?"
Al che sento quella sensazione familiare scorrermi nelle vene. Rabbia.
"Ma per chi mi hai presa? Credi davvero che io possa cedere così? Ti ho inquadrato Tayler. Io con te non starei mai." Il mio tono è scostante,aggressivo. Non mi riconosco.
"Rimango qui fuori allora"risponde secco.

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