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Si trovava nel giardino davanti casa,osservava le casette a schiera sulla sinistra, esse erano principalmente rosa oppure gialle,solo una era di un colore molto più freddo,la casa in fondo alla strada era di un azzurro tendente al bianco,un azzurro ghiaccio,misto a un grigio spento,quasi cadaverico,sulla porta si poteva notare anche a chilometri di distanza un fiocco nero,quella era la dimora Irwin,al corvino si gelò il sangue nelle vene,si strinse maggiormente nel lungo cappotto attorcigliando poi una sciarpa rossa attorno al collo,mise le mani nelle tasche,voltando poi la testa verso destra,la foresta si estendeva davanti ai suoi enormi occhi scuri,gli abeti toccavano il cielo e il colore delle loro foglie gli ricordò gli occhi inespressivi di quel ragazzo,la terra dorata la sua pelle,I lunghi ciuffi d'erba I suoi capelli e il sottile sentiero le sue labbra.

Erano ormai due ore che Calum vagava per la foresta,senza una meta,nessun punto di riferimento,neppure un telefono,il ragazzo avrebbe voluto tornare indietro,a casa sua con un grosso pigiama e una cioccolata calda tra le mani,ma qualcosa in lui lo spingeva a proseguire,sentiva di poter trovare qualcosa,la sua era solo una sensazione,una sensazione incredibile,le sue mani erano congelate e gli occhi iniziavano a lacrimare per il dolore,ma Calum non voleva fermarsi,ormai non sapeva neppure fino a dove si fosse spinto,non gli importava perché l'unico impulso che sentiva era quello di continuare a camminare,camminava senza voltarsi,con la schiena dritta e lo sguardo alto,veloce,molto veloce,le sue gambe erano come robotiche,immuni al gelido soffio della foresta.
Arrivò in un piccolo spiazzo,lì terminava il lungo sentiero,senza nessun motivo,semplicemente il sentiero era concluso e Calum non aveva trovato nulla,infondo cosa si aspettava?qualche lacrima lasciò I suoi occhi neri per la frustrazione,era stanco,solo in una foresta,caddè per terra lasciandosi andare e agganciando le braccia attorno alle ginocchia unite,era così stanco,sentiva molto freddo e il suo corpo richiedeva cure,dopo poco tempo una fitta nebbia si creò intorno al piccolo corpo del corvino,ma egli non potè accorgersene,dato che crollò sfinito,su quel letto di foglie,mentre due iridi verdi lo osservavano dalla coltre bianca.

Calum quel giorno si svegliò di soprassalto,si osservò intorno,era fuori dalla foresta,su un letto di foglie,quello che non sapeva è che il suo salvatore lo stesse ancora osservando,lontano ma al tempo stesso così incredibilmente vicino,il corvino si alzo subito da terra,la paura invase il suo corpo e la sua mente iniziò a galoppare sulle possibili opzioni,lui si era addormentato nella foresta e risvegliato al di fuori,tutto quello era incredibilmente assurdo,osservò la foresta prima di correre dentro casa sbattendo la porta e correndo su per le scale <<Amore dove stai andando>> gli urlò la nonna dal piano inferiore,ma il ragazzo non rispose,buttò tutto a terra,il cappotto la sciarpa,le scarpe,tutto,si infilò sotto le coperte tenendosi le tempie come se da un momento all'altro esse possano esplodere <<È solo la tua immaginazione>>ripeteva queste parole come un mantra,come per auto convincersi,tirò su le ginocchia nascondendovi la faccia dentro,sentì un respiro freddo sul suo collo,gelido,come se qualcuno avesse lasciato la finestra aperta,sentì delle mani sfiorargli delicatamente il collo,tracciando una linea retta,ma Calum era troppo intimorito per voltarsi,troppo impaurito di ritrovarsi davanti quella foresta così verde in un paio di occhi,così insensibili,strinse le coperte al petto cercando di regolarizzare I battiti accelerati del suo cuore,stava morendo di paura,quando dietro di se sentì una voce fredda e tagliente,un po come quelle mani che lo sfioravano <<Sei così,caldo>>.

"Chiama il mio nome,salvami dalle tenebre"

Cage//cashton Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora