Neo e Black tornarono a casa solo la mattina dopo, mentre noi cercavamo di fare colazione.
La mia mente era altrove, cercavo di capire il motivo di quei incubi quindi quella situazione che in primo momento mi sarebbe sembrato imbarazzante, adesso, non mi toccava minimamente.
Flashback
La notte, ormai consapevole, feci di nuovo quell'incubo, mi ero svegliata con un urlo soffocato. Mi sentivo ancora osservata quindi mi rannicchiai sul letto in una palla, con la pelle d'oca e le lacrime, senza però emmettere alcun sibilio.
Cercavo di riprendermi e sopprimere quel desiderio di spalancare la finestra e buttarmi fuori, scappare, fuggire o addirittura dimenticare e essere normale. Vivere come gli umani, ignorando tutto ció che li circonda.
Ero sicura che quel sogno non avrebbe portato niente di buono e che col tempo avrebbe cominciato a peggiorare.
Chiusi gli occhi dopo aver rivissuto quella notte, sospirai prima di riaprirli e andare incontro alla realtá.
Incrociai lo sguardo di Stefano che mi osservava intensamente, con un sopracciglio incurvato -Hai capito cosa ti ho appena detto?- sembrava infastidito, mi riscossi e senza aprire bocca feci cenno di no con la testa, dispiaciuta.
Sospiró come faceva di solito, con quel suo tono arrogante, cominciava a starmi sui nervi, odiavo questi suoi cambiamenti d'umore. In certi momenti pensavo di prenderlo per la collotta della maglia, sbatterlo sul muro e ucciderlo.É un pó esagerato, ma questi incubi mi fanno diventare violenta, voglio uccidere di continuo e io non lo mai sperimentato, io lo solo visto.
-Ho detto che dopo colazione vai a prendere ció che ti serve che pertiamo!- quel tonno superiore, un so tutto io, cominciai ad arrabbiarmi seriamente, la mia mente si appannava, le mie mani si chiudevano in modo che le nocche divennero bianche. Strinsi i denti fino a farmi sanguinare il labbro inferiore, per non dire niente e mi alzai di scatto, facendo cadere la sedia e far sussultare Neo che stava cercando di riposarsi un pochino prima della partenza.
Portai una mano alla bocca e tolsi il sangue con il dorso, lasciai cadere le braccia lungo i fianchi e me ne tornai di corsa in camera sbattendo la porta e appoggiandomici con la schiena.
Che mi sta succedendo?
Alzai le braccia, le fissai a lungo per poi bagnarle con le mie lacrime. Non sapevo, non capivo cosa stesse succedendo, il mio corpo bruciava, mi faceva male. Mi strinsi in un abbraccio e caddi sulle ginocchia. Un pianto silenzioso, di solitudine. Tutta la mia famiglia mi mancava e solo in quel momento capi che li avrei rivisti solo alla fine, alla battaglia, dove li avrei potuti perdere, dove avrei potuto vederli morire con i miei occhi.
Non ero piú cosi sicura che avrei potuto riportare in vita le persone, nessuno, ne la mamma ne Paul ne.... me stessa.
Mi sentivo morire, piano, peró ero certa che la vita mi stesse abbandonando.
Forse é solo una supposizione, un pensiero sbagliato eppure era cosi reale, ero certa che se non in questa battaglia o in quella prossima, se ci fosse stato, sarei morta comunque in un modo attroce.
Senti una mano accarezzarmi la testa, la alzai di colpo, non capi chi era subito perché avevo la vista annebbiata ma poi quel baiore flebile, un sorriso triste. Volevo toccarla, ma la mia mano la attraversó, cercai di pronunciare il suo nome, ma con un dito mi fermó.
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Mixed Blood (#Wattys2019)
FantasíaAlice vive in un mondo che noi umani ignoriamo... Un mondo che per noi é solo fantasia... Un mondo pieno di vampiri, fate, licantropi etc... Chi ne ha di piu le metta (piú o meno)... Lei é diversa però cresciuta come mezzosangue tra un licantropo e...