Prologo

349 39 31
                                    

Ecco di nuovo che mi trasferisco, non ne posso più!

Ah, Scusate, io sono Alice e ho 17 anni, mio padre è sempre in giro per lavoro e dato che mia madre è morta cinque mesi fa devo seguirlo ovunque.

È uno stress che non immaginate, adesso ci siamo trasferiti ad Ariete, si trova tra le montagne e il mare, un posto a dir poco mozzafiato.

Questa città è piena di alberi, di foreste e vicino a casa c'è anche un bellissimo fiume, mi piace questo posto spero di non dover cambiare ancora. Il panorama é la cosa migliore, il tramonto, la luna enorme durante le notti, un infinitá di stelle che illumina l'oscuritá.

Con la macchina oltrepassammo l'entrata che ci divideva dalla villa in stile barocco, con quelle entrate a cupola, alti metri e metri, di un colore rosato, tendente sul bianco.

La casa era circondata da una foresta, un giardino fiorito, colorato con un infinitá di colori e al centro della piazza c'era anche una fontana con una figura maestosa.

Piú ci avvicinavamo e piú capivo che era un drago. Non so perché ma il profumo che innebria tutto il posto mi ricorda la mamma.Mi manca tantissimo.

Si fermó con la macchina in garage, dove sarebbero potuto esserci altre tre o quattro macchine, e lí c'era anche la mia moto, presi i bagagli dal porta pacchi.

-Alice! Va e metti la tua roba in camera, dopo dobbiamo andare ad una cena quindi sii pronta per le 20.00- un tono gentile e affettuoso mi innondo l'udito, quello di mio padre che in seguito posò la mano sulla mia spalla. Gli risposi cortesemente, dato che io gli voglio un bene dell anima, anche se avvolte sa essere abbastanza stupido.

Oltrepassai la porta, le mura erano ricoperte di un colore arancio e bianco che veniva illuminato dalla luce del sole che entrava dalle portefinestre. Un profumo caldo, credo, fiori in vasi alti almeno una cinquantina di cm, di vari colori, piú blu e viola.

Oltre passai il soggiorno, a vederlo mi dimenticai di respirare, qui il colore era rosso, un enorme caminetto in marmo e anche il resto di qulla parete. Una tavola bassa in vetro posta davanti che era circondata da divani grandissimi di color caramello.

Salí gli scalini ed entrai nella mia camera. Un letto a baldacchino mi incise gli occhi, di un bianco accecante, le pareti ricoperte di fantasie quasi moderne, marroni chiari e scuri.

Sul pavimento c'era il moquet ambra e delle portefinestre alte quasi tutta la parete che si aprivano sul giardino dove c'era la fontana.

Posai tutti i vestiti nella cabina armadio e poi sistemai le valigie, guardai l'ora e feci un sussulto -Dannazione le 19.00, meglio se vado a farmi un bagno!-

Entrai nel bagno, che aveva uno specchio gigantesco, dei armadi dove mettere trucchi e altro, poi ... la vasca, li dentro ci saremmo stati almeno in quattro, era un pó fredda rispetto alle altre stanze, forse a causa del colore blu sulle pareti e delle piastrelle, poi riempì la vasca e mi tolsi i vestiti. Un immersione a dir poco stupefacente che mi portò a fantasticare.

Chissà che tipo di cena sarà, meglio comunque se metto qualcosa di elegante!

Finito il bagno mi misi un vestito bellissimo della mamma, era un vestito che arrivava sopra le ginocchia, stretta alla vita e le maniche erano lunghe di colore rosso e nero che si intonava con i miei lunghi capelli color marrone e i miei occhi verdi intensi, c'era il pizzo alle estremità e si allargava dalla vita in giù.

Mixed Blood (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora