Axel

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Si, le due specie si odiano ormai da millenni.

-Alice, vieni andiamo- interruppe i miei pensieri mio padre sorridendo accanto a Paul

-Va bene, arrivo!- risposi con un viso stanco, forse per aver ballato troppo o per l'aver pensato a mamma a lungo.

Arrivai lì della macchina, aprì la portiera quando Paul mi chiese- Allora divertita?- gli feci un cenno con la testa , un mezzo sorriso aveva marchiato il mio viso.
- Domani a scuola conoscerai mio figlio, spero che andrete d'accordo- sorrise maliziosamente, con gli occhi che gli luccicavano.

-Non ti preoccupare, andrà tutto bene, faremo di sicura amicizia- si avvicinò e mi diede un bacio sulla testa salutandoci, mi paralizzai a quel tocco, così dolce e caldo, poi salì in macchina.

Ma ero così stanca che mi addormentai poggiando la testa sulla finestra, gli occhi mi si chiudevano e la mia mente si svuotava da ogni pensiero.
La mattina dopo mi svegliai alle sette, andai in bagno a lavarmi il viso, il sole era accecante ma propagava calore, mi vestì sentendo dei profumi deliziosissimi, infatti mi preparai in un batter d'occhio, solo per poter scendere.

-Alice! La colazione è pronta- urlò mio padre tutto euforico dalla cucina.

-Grazie papi, adesso arrivo!- risposi.
Andai in cucina, qui c'erano ancora più finestre, di conseguenza più luce a bruciarmi le iridi, prendo il pranzo e lo metto via, poi mi metto a tavola a fare colazione, uno veramente abbondante con uova, bacon, si insomma la solita colazione all'inglese.

- Grazie papà per avermi portata in camera, ero pesante vero?- chiesi con un volto imbarazzato, immergendomi di più nella ciotola con latte.

- No, non eri per niente pesante- lo guardai di scatto, un sorriso da ebete si era fatto valere sul suo viso - Dai muoviti è tardi, prendi la moto e vai- qui divenne serio e feci una risata forte, mi tenevo la pancia per il dolore ai muscoli.

Uscì di casa, presi la mia bellissima moto, rossa e nera, una Ducati che mi regalarono al mio compleanno e andai a scuola.

Questa scuola è enorme, tre piani color caramello, un giardino immenso con campi da calcio, basket, tennis, altre piccole case all'interno dei quali ci sono dei club, una piscina e anche un giardino pieno di flora, delle panchine e tavoli. Qui ci sono tantissimi studenti.

Mi diressi verso la segreteria quando non facendo attenzione urtai qualcuno - Mi scusi! Non volevo- sul mio volto si dipinse del dispiacere, preoccupazione.

Lui si girò, mi guardò con quei occhi azzurri ghiaccio e pensai che assomigliasse tanto a Paul, allora gli chiesi- Scusa, ma tu sei ... ecco, per caso... il figlio di Paul?- sorridendo e balbettando contemporaneamente dato che mi incantai a vederlo.
Era un ragazzo alto, con muscoli ben scolpiti, bhe è un licantropo infondo, i suoi capelli erano di un colore scuro quasi sul nero.

-Si, è mio padre! Quindi tu sei Alice?- mi prese le mani e le strinse euforicamente.

Totalmente diverso dal padre

- Scusa se ieri non sono riuscito a venire ma avevo delle cose da fare-  mise le mani tra quei suoi capelli stupendi, morbidi e lucenti a primo sguardo che volevo toccare e annusare.

Mixed Blood (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora