cap.1 - Percy

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Lo ammetto. Mi aspettavo una pausa dopo la guerra contro Gea. Un periodo di tregua. Un momento di pace. Ma d'altra parte, quando mai la fortuna gira a mio favore?
Fino a poco tempo fa, credevo di averle viste tutte: Titani, Giganti, Dee pazze, Madre Terra... mai mi sarei aspettato che qualcosa mi stupisse. E ne ero fermamente convinto.

Era una mattina di estate, verso la fine di agosto, quando mi svegliai di soprassalto, in preda ad un altro ricordo del Tartaro. Già in quel momento capii che quella sarebbe stata una brutta giornata, a partire dal fatto che erano le otto e mezza e mi stavo perdendo la colazione.

Mi alzai di scatto dal letto della Cabina 3 e andai a sbattere contro il corno di Minotauro appeso al muro. Imprecando, agguantai la maglietta del Campo e i primi jeans che trovai, li indossai e corsi fuori.

Come mi aspettavo, il padiglione della mensa era completamente pieno, e solo trovare il mio tavolo sarebbe stata un impresa degna di Ercole. Mi feci largo tra i vari ragazzi, mi sedetti al tavolo e mangiai come se non ci fosse un domani.

Finita la colazione, feci una corsa contro il tempo per arrivare da Annabeth, davanti alla casa 6. Arrivai lì pochi nanosecondi prima che Annabeth aprisse la porta della casa, sobbalzando alla mia vista. Aveva i riccioli biondi legati in una coda alta e gli occhi grigi visibilmente assonnati. Non aveva passato una bella notte. Mi salutò con un bacio e ci incamminammo verso la spiaggia.

Il mare era calmo e le piccole onde che si infrangevano sugli scogli davano l'impressione di pensieri che devono sempre riempire la mente, senza mai poterla lasciare vuota. Percy, da quando sei così poetico? Andatelo a chiedere ad Apollo.

Annabeth mi distolse dai miei filosofici pensieri.
-Sai pensavo... Ora che faremo? Sì, insomma sono felice che sia finita e tutto il resto, ma ora cosa faremo? A che scopo dedicheremo la nostra vita?- mi chiese, chiaramente impaziente di risposte.
-Non ne ho idea.- risposi -Forse quello che faremmo se non fossimo semidei-

Annabeth mi guardò sorpresa, come se si stupisse di essere lei stessa a dirlo.
-Intendi una vita... normale?-

Pure a me suonava strano detto così. Erano anni che combattevamo contro mostri e altre malvagità, anni che mi avevano fatto perdere il senso della tranquillità. Immaginare una vita da perfetto mortale ignorante pareva impossibile.

Ritornammo a guardare l'orizzonte, incapaci di proseguire la conversazione. Restammo così per un po' finché la mia naturale impulsività ebbe la meglio. All'improvviso schizzai Annabeth, che rimase scioccata per un attimo, per poi schizzarmi a sua volta. Le consecutive due ore e mezza le passammo tra schizzi, parole dolci e baci.

Fu proprio durante uno di questi ultimi che la mia giornata si rovinò completamente.
Ad un tratto si sentirono dei fruscii dietro a dei cespugli all' inizio della foresta. In seguito si udirono dei sussurri parecchio individuabili.
-Piper, vai tu, tua madre è la dea dell'amore in fondo...-
- 'Sti gran cavoli, Jason, ora taci e vai-

Detto questo si sentì un tonfo e da dietro un cespuglio apparve un Jason piuttosto imbarazzato.
-Spiacente di interrompervi, piccioncini, ma Chirone vuole una riunione.- ci disse il biondo, decisamente rosso in viso.

Io e Annabeth lo raggiungemmo e ci incamminammo verso la Casa Grande, con Piper, spuntata magicamente da dietro un albero.

Chirone ci aspettava trottando irrequieto nel salotto. Lì, seduti su divani e sedie, c'erano Frank, Hazel, Nico, Reyna, Clarisse, Will e i fratelli Stoll. L'assenza di Leo senza qualche battuta pronta mi fece sprofondare un masso nel petto.

-Possiamo cominciare- disse Chirone alla nostra vista -Vi ho convocato per un'impresa della massima importanza: da qualche tempo in Gran Bretagna si stanno risvegliando mostri antichi e difficilmente domabili. Essi stanno cercando di penetrare ad Hogwarts, una scuola di Magia, un dono che Ecate diede all'umanità migliaia di anni fa. Come funziona ve lo spiegherà poi Ecate in persona. Il vostro compito è proteggere la scuola e gli studenti senza fargli capire la vostra discendenza divina. Chi condurrà l'impresa?-

La mia testa era troppo affollata per formulare un pensiero preciso (Hogwa-che?).
Nessuna mano si alzò alla domanda di Chirone: né la robusta mano di Clarisse, che ormai identificato come Comandante Contro Cui Non Devi Lamentarti, né la forte mano di Reyna, la Super Perfect Queen del Campo Giove. Tutti si limitarono a fissare le piastrelle bianche del pavimento.

-Nessuno? Va beh, piano B- sospirò Chirone -Percy guiderai l'impresa. Rachel ti aspetta di sopra per una profezia. Va'- aggiunse con tono del 'non discutere'.

Mi alzai dalla sedia e mi diressi al piano di sopra non molto volentieri.
-Rachel- chiamai, impaziente di andarmene. L'ultima cosa che volevo era un'altra difficoltà.
-RACHEL!- urlai. Niente.
Ad un tratto, una mano mi afferrò la spalla e sentii la voce di Rachel triplicata parlare monotamente:

"Colui che porta la saetta in fronte,
Dove la magia ne è la fonte,

Con colui che comanda il mare,
In quanto carceriere del male,

Magia e combattimento, insieme potranno trionfare,
Trovare la vittoria, da perdere o conquistare,

Quando la luce o il buio vedrai alle porte,
Patirai, con il prescelto, una sorte peggiore della morte."

Poi Rachel trasse un gran respiro e ritornò la solita ragazza pazza dai ricci rossi.
-Scusa, Percy, ti stavo aspettando ma mi è partita la profezia così su due piedi... Stai bene? Sei pallido...- mi disse lei con aria preoccupata.
Annuii e scesi le scale per tornare da Chirone. Avevo bisogno di spiegazioni.

Quando entrai nella stanza, recitai a memoria la profezia e rimanemmo in silenzio in attesa di qualcosa da aggiungere.
Alla fine parlò Chirone:- Mi sembra chiaro che colui che comanda il mare sia Percy, ma non ne ho idea riguardo il 'prescelto' o 'colui che porta la saetta in fronte'... Forse dovreste chiedere a Ecate, lei è l'esperta in questo campo.-
Nessuno aveva da dire qualcos'altro.

Will cercò inutilmente di rompere il ghiaccio: - Potremmo trovare queste porte e sigillarle, o non far uscire Percy dalla sua cabina finché non avrà 80 anni...-
-Ehi!- protestai. Non volevo essere rinchiuso a vita.
-Ora andate a prepararvi, partirete domani all'alba.- concluse Chirone, sciogliendo la riunione.

Uscimmo tutti un po' scandalizzati, chi più (io) chi meno (tutti gli altri), e ci incamminammo ognuno verso la propria cabina, pronti per salvare il mondo una terza volta.

N/A
Hi people! Questa credo che sarà la mia prima storia (sempre che io non la elimini prima). Non ho dato molte spiegazioni perché si capirà meglio nei prossimi capitoli. Lo so che non brillo di fantasia, ma spero vi piaccia.
Mi scuso per gli eventuali errori.

P.S. del 10/06/2018: ho iniziato a revisionare i primi capitoli di questa storia. Perdonatemi se non sto più pubblicando ma giuro che ho intenzione di riprendere questa storia.

Forse Tutto Finirà {SOSPESA} [Percy Jackson & Harry Potter]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora