Ron non era d'accordo sull'invitare Nico gli ultimi giorni delle vacanze. Diceva che era troppo inquietante. Forse era la verità, però era mio amico comunque.
-E non mi sembra di averti scassato le pluffe quando invitavi Harry qui, no?- avevo replicato.
Lui non aveva risposto. Quanto amo chiudere le persone in certi modi.
Il vero problema fu in realtà inviare a Nico la lettera.
Mi aveva avvertito che non poteva usare la tecnologia, quindi avevo optato per il classico carta e penna.
Errol però, il gufo sbadato di famiglia, non avrebbe mai potuto recapitare una lettera fino in America.
Pensate che avevo pure rintracciato una qualsivoglia dracma greca d'oro per tentare di chiamarlo con i Messaggi-Iride. Naturalmente invano.
Pochi giorni prima dell'inizio delle vacanze avevo detto a Nico di passare quando voleva. Ma la verità era che non poteva venire quando voleva. Lui doveva venire e basta. Per forza. O se la sarebbe vista con me a Capodanno.
Stranamente (e vi giuro che ho visto tante cose strane in vita mia) il pomeriggio della vigilia di Natale si presentò alla porta Nico Di Angelo in persona, con tanto del suo giubbotto da aviatore e spada accuratamente nascosta al fianco.
Aveva aperto alla porta mia madre, che vedendolo magro e scheletrico gli aveva ficcato in bocca due biscotti ancor prima che il ragazzo potesse entrare.
Notai che Nico rimase molto silenzioso per tutto il pomeriggio, e si era trovato un po' imbarazzato nell'atmosfera natalizia che si creava a Natale la sera.
In compenso, guardava ammirato le cose magiche per casa: le pentole che si autopulivano, gli gnomi saltellanti in giardino, i mini Babbi Natale creati da George.
Anche se si rifiutava di parlare sapevo che avrei avuto la mia occasione. MUAHAHAHAH. Okay, forse no.
Si fermava la notte a dormire, in soffitta. Contavo di trovarlo lì.
E infatti lo trovai.
Dopo essermi cambiata e aver salutato Harry, mi diressi verso la soffitta.
Nico era seduto davanti alla piccola finestra ad oblò e giocherellava con la statuetta che si era portato al primo colloquio con la McGranitt.
Entrai silenziosamente, ma lui avvertì subito la mia presenza.
-Non ti hanno insegnato a bussare?- domandò con gli occhi fissi sulla neve che scendeva.
-L'avrei fatto, ma me ne sono dimenticata. Accidentalmente. -
-Certo. Come potrei accidentalmente buttarmi dal tetto.-
Chiusi la porta e mi avvicinai al semidio. Aveva la carnagione olivastra piuttosto pallida, come sempre, ma gli occhi sembravano diversi.
Fissavano il bianco esterno molto più allegri di prima. Insomma, allegri è una parola grossa, ma erano di sicuro più vivaci.
La mia curiosità prese il sopravvento.
-Perché sei venuto qui?-
-Perché mi hai invitato tu, no?-
-Non fare l'idiota. So che è successo qualcosa. A te non piace socializzare.-
-Magari ti sbagli.-
-Magari ti sbagli tu.-
Lui non rispose. Quanto amo chiudere le persone in modi così fighi.
-Cos'è successo?- chiesi cautamente.
-Verso l'inizio delle vacanze è... ehm... morta Calypso. Hai presente? La dea che abitava su Ogigia e bla bla bla? Ecco, praticamente Leo è capitato su Ogigia la scorsa estate e si sono innamorati. Poi quando lui è morto e risorto...-
-Lui cosa?!- lo interruppi spiazzata.
-...è tornato su Ogigia e ha portato Calypso al Campo Mezzosangue. E all'inizio delle vacanze, sono arrivati dei mostri e lei...beh...non ce l'ha fatta.-
-Oh.-
Non sapevo cosa dire. Insomma cosa vai a conversare dopo una certa notizia. Per fortuna fu Nico ad aggiungere qualcosa.
-Comunque in realtà sono venuto per un'altra cosa.-
Lo fissai incuriosita per estorcere qualcosa dal suo sguardo impassibile. Capii solo che era una cosa brutta.
-Sai la ragazzina che ci ha attaccato nell'ufficio della McGranitt?- domandò lui.
-Intendi Amelie Demons, quella che è stata posseduta dall'affare dorato?-
-Sì, anche se detta così pare piuttosto stupido.-
-Forse. Vai avanti.-
-Credo che sia la reincarnazione di mia sorella.-
-Che cosa?!-
Nico tacque ritornando a fissare la neve. Perché non parlava mai? Perché ti lasciava così sulla spine, porco Grindelwald?!
-Nel senso di reincarnazione. Bianca è... morta circa quattro anni fa però. Eppure è lei ne sono sicuro.-
Nico si prese la testa tra le mani, disperato. Stetti lì a cercare parole confortanti nella mia inutile testa calda.
Il semidio cominciò silenziosamente a piangere dentro sé stesso, lo vedevo chiaramente. Nessuna lacrima, nessuna contrazione del viso. Solo la disperazione dietro gli occhi neri come ossidiana, pieni di speranze inverosimili, sogni infranti, gioie estirpate da sé stesso.
Le sue emozioni sgorgavano fuori da lui poco a poco, senza farsi vedere, senza fare rumore. Ondate di oscurità invadevano la piccola soffitta della Tana.
Sappiate che evidentemente c'era più che un goccio di Whisky Incendiario nel mio bicchiere, se volete accettare ciò che feci.
Mi avvicinai molto lentamente a Nico, gli misi un braccio attorno alle spalle e lo strinsi a me.
-Ci sarò sempre per te- sussurrai. -Lo giuro sullo Stige.-
Il ragazzo affondò la faccia nella mia spalla. Poi la tirò sù e spalancò gli occhi spaventato.
-Che hai detto?- esclamò.
-Non ripeto cose sdolcinate una seconda volta-
-Hai giurato sullo Stige?-
-Credo di sì-
-Ma hai idea di quello che hai fatto? Ora sarai legata a me, che cosa orribile...-
-Grazie, eh... Yeah...-
-OH, PORCO CRONO!- urlò poi Nico. -Sei nei guai, Ginny...-
-Sai che novità-
-Peggio, sei nei miei guai-
-C'è qualcosa che non va?-
Lo so che era una domanda piuttosto stupida da fare, non c'è bisogno che lo sottolineate. Ma, cavolo, se non ci capivo una pluffa dovevo fare qualcosa. Quelli erano, dopo la mia genialata, anche fatti miei.
-E meno male che era una missione segreta. Oh, Tartaro! Devo avvertire Chirone! E tu devi venire con me.- rispose lui.
-Scherzi?! È quasi l'una di notte e se intendi farmi spedire in America in venti secondi puoi anche andare a fan...-
Nico afferrò il mio braccio prima che potessi finire la frase.
Precipitammo nell'oscurità più buia.
La presa del semidio che si alleggeriva poco a poco. Lo guardai spaventata, ma non lo distinsi chiaramente. Sembrava stesse lentamente svanendo nelle ombre. Cercai di infondere energia al ragazzo.
-Nico, ce la puoi fare. Ascolta, ci siamo quasi. Dobbiamo arrivare al Campo Mezzosangue, giusto?- dissi alla sagoma di Nico. -Stiamo per arrivare in America. Tu stai per arrivare da Will e gli altri semidei. Ce la puoi fare, okay? Ce-la-puoi-fare!-
Un lampo di luce e io e Nico sbucammo fuori dal tronco di un grosso pino.
Davanti a me si stendeva una vallata enorme. Grandi case e capanne sorgevano nel mezzo e c'era una baia sabbiosa. La neve ricopriva il luogo rendendolo molto più silenzioso. Rimasi a bocca aperta davanti alla maestosità del Campo Mezzosangue.
-Per la barba di Merlino- mormorai.
Guardai Nico. Era a terra, stremato, sempre più trasparente.
-Per la barba di Merlino!- esclamai.
Tentai di prenderlo delicatamente per le spalle e appoggiarlo alla grande statua d'oro alta circa dodici metri di una donna in vesti greche con l'elmo. La mia mano attraversò Nico passando dall'aria alla neve fresca, senza toccare calore umano.
Trasalii e decisi di dover trovare aiuto.
Scesi giù dalla collina inspirando l'aria fredda che mi bruciava la pelle di corsa in camicia da notte alle sei del pomeriggio. Chissà se qualcuno si era fatto due risate alla mia visuale, quando ancora non sapeva che Nico Di Angelo stava per scomparire.N/A
Hi people,
Ho deciso di ricontrollare i miei capitoli precedenti per correggere eventuali errori di ortografia e forma.
Ve voglio bbene (viva l'italiano),
Candy
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Forse Tutto Finirà {SOSPESA} [Percy Jackson & Harry Potter]
Fanfiction{SOSPESA} Fanfiction sui nostri eroi dell'Olimpo ad Hogwarts, in missione per salvare sia il loro mondo che l'altro. Un nuovo pericolo (con estremo sconforto di Percy Jackson) incombe sul mondo e questa volta due popoli da sempre condannati a restar...