Non ero mai stata più felice di poter mangiare. Rilassarsi e schiarire le idee davanti a una bella coscia di pollo era la miglior cosa che avrei potuto fare in quel momento.
Sarebbe stato meraviglioso se non fosse spuntato fuori un mostro a caso.
Sarebbe stato davvero bello.
Purtroppo, la dea Fortuna deve avercela con noi in qualche modo, perché la serata non andò per il verso migliore.
La Sala Grande era stata addobbata magnificamente e avrebbe fatto invidia alla Casa 10, di Afrodite, al Campo Mezzosangue.
Milioni e milioni di candele fluttuavano nell'aria sopra le nostre teste, cosa che Leo gradì molto, e ci fornivano calore. Ma il soffitto ritraeva un temporale in movimento con fulmini e pioggia, facendo sembrare la Sala una sorta di rifugio sicuro. Il cibo era ottimo e la tavolata di Tassorosso era molto allegra. Tutti si raccontavano a vicenda i fatti della giornata e gli schiamazzi assomigliavano molto a quelli del Foro di Nuova Roma.
Alla fine del banchetto, ognuno dei ragazzi si alzò e si diresse verso la propria Sala Comune. Fin qui tutto a posto.
Poi notai una ragazzina un po' stramba della mia età con i capelli biondo sporco e gli occhi grigi, come Annabeth, ma persi nel vuoto, che andava spedita verso il secondo piano. Credetti che fosse sotto la maledizione Imperius, di cui ci aveva parlato la McGranitt (e di cui Piper ne rimase terrorizzata), e decisi di seguirla.
Mentre salivo al secondo piano scorsi Harry, Ron e Hermione che parlavano:
-Buon Halloween, Hermione!-
-Harry, ma questo non è il giorno in cui sei diventato orfano? In cui la tua casa è andata distrutta? In cui ti sei fatto la cicat...-
-Buon fottuto Halloween, Hermione!-
Continuai a seguire la ragazza bionda per capire dove stesse andando finché non entrò in un bagno. Entrai anch'io e mi trovai nel più squallido bagno delle ragazze che avessi mai visto.
Le porte di legno erano ammuffite e consunte e il pavimento era scrostato. Ma la cosa più inquietante erano i lavandini, che mandavano una sorta di aura oscura, capace di portarti negli Inferi. Mi resi conto che era lo stesso bagno che avevamo usato per chiamare Chirone settimane orsono. Stessa sporcizia. Stessa aura. Stessa stanza.
La ragazzina bionda si era seduta su un davanzale e confabulava con un Lare... cioè con un fantasma... di una ragazzetta minuta con spessi occhialoni e due treccine ai lati del viso, come andava di moda negli anni Quaranta. Si voltarono verso di me, un po' stranite, e mi fissarono con i loro occhi a palla.
La bionda sorrise. -Ciao, io sono Luna Lovegood- si presentò -E tu sei Hazel, vero?-
Annuii e spostai il mio sguardo sul fantasma. Esso incrociò le braccia.
-Tu non sai chi sono, vero?-
Scossi la testa come per dire no.
-Ovvio.- replicò lei con un'aria molto simile ad Hermione quando fa la saputella. Poi il fantasma riprese infastidito: -Chi mai saprebbe qualcosa della povera, piagnucolona Mirtilla Malcontenta!? Della povera ragazzina costretta a vivere nel bagno pubblico di una scuola!?-
Indietreggiai spaventata con la paura che Mirtilla mi saltasse addosso, ma Luna mi tranquillizzò con lo sguardo.
"Succede sempre" mimò Luna con le labbra alludendo a Mirtilla Malcontenta.
Il fantasma si tuffò arrabbiata dentro un water lì vicino facendo schizzare un po' d'acqua fuori.
-Tranquilla- disse Luna con tono sognante -Mirtilla ha solo bisogno di calmare i nervi. Non è colpa tua, anche prima era agitata-
-Perché?- riuscii a spiccicare stupita davanti a tutta quella scena.
-Un ragazzo del quarto anno è andato lì seguito da una primina e ha gettato un berretto verde floscio nel gabinetto. Ha attraversato la testa di Mirtilla e lei si è offesa.- spiegò Luna.
La trovavo piuttosto inquietante con gli occhi grigi a palla persi e la voce sognante e distratta.
-Ehm... Non volevo interrompervi... Solo... Non sapevo venissi qui e... Credevo ti fossi persa.-
-Mi capita spesso in effetti. Sono sonnambula. La notte infatti dormo con le scarpe.-
Non sapevo come commentare perciò mi limitai a stare in silenzio.
-Annabeth e Piper sono molto simpatiche- continuò lei guardandosi intorno come se fosse lì per la prima volta -Annabeth assomiglia molto a Hermione. Secondo me doveva andare in Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore-
-Ah...- risposi. Cosa potevo dire?
-Comunque tu e Nico Di Angelo avete una strana aura intorno... Di morte, come ha detto il Frate il primo giorno di scuola...-
-Non so il perché- risposi velocemente cercando di rimanere impassibile.
-Boh. Tu e Nico andate molto d'accordo, vero?-
-Sì-
Una sensazione di pericolo mi pervase e mi guardai attorno preoccupata. Luna lo notò. -Stai bene? C'è qualcosa di strano qui intorno...-
Un rimbombo simile a una risata cupa arrivò da fondo del corridoio.
-Venite fuori- disse la voce, come se stesse giocando a nascondino con qualcuno -Tanto non potete fuggire.-
Avevo paura di guardare nel corridoio oltre la porta, ma mi costrinsi a sbirciare. Non l'avessi mai fatto.
In fondo al corridoio, vicino a una delle scalinate di pietra c'erano tre ciclopi alti almeno quattro metri. Agguantai Luna per la divisa e la portai accanto alla porta.
-Allora- le spiegai -ora io faccio un diversivo, tu corri e vai alla torre di Corvonero. Non devi raccontare a nessuno quello che hai visto, tanto meno del nostro incontro. Chiaro?-
-Chiaro-
Tutt'a un tratto negli occhi della bionda brillò una luce innaturale. Si fece più seria come se avesse realmente capito cosa doveva fare, cosa che mi rassicurò molto.
Presi la spatha che portavo in un'orlo del mantello e scattammo in avanti uscendo nel corridoio. Naturalmente non andò come avevo sperato.
I tre ciclopi si erano avvicinati e mi colsero di sorpresa, facendomi cadere a terra. Il primo ciclope cercò di disintegrarmi con un colpo di clava ma lo schivai abbastanza facilmente.
Annabeth aveva ragione: erano più lenti e deboli. Ma avevano qualcosa di strano, un'arma fuori dalla mia portata.
Improvvisamente sentii un'ondata di vento gelato e una cascata di oro mi sommerse. Non vedevo niente, solo il forte bagliore dell'argenteria. Faticavo a respirare. Cercavo di arrivare in superficie invano. Le mie urla vennero soffocate dal petrolio che si diffondeva in bocca, nelle orecchie, nel naso soffocandomi. Avevo paura. Così tanta paura che alla fine cessai di respirare. Per un attimo il mio cuore cessò di battere. E credetti di essere morta di nuovo.
Poi una luce azzurra fece saltare in aria la montagna di pietre preziose e mi ritrovai in mezzo a una piscina di palline di plastica colorate. All'inizio pensai avessi allucinazioni ma notai Luna accanto a me con la bacchetta in mano. Aveva un sorriso genuino stampato in faccia, ma era ritornata sognante e distratta come sempre.
-Cosa è successo?- domandai
-Un Molliccio. È una creatura capace di assumere la tua più grande paura...-
-...come morire soffocata sommersa da oro e petrolio...-
-...spaventandoti a morte. Ma quei tre giganti con un occhio solo cos'erano?-
Provai l'irrimediabile impulso di dirle tutto ma in quel momento arrivarono Annabeth, Frank, Piper e Jason con il fiatone, seguiti dalla McGranitt.
Raccontammo come i ciclopi avessero assunto all'improvviso le capacità di un molliccio e gli altri ascoltarono in silenzio. Alla fine della storia la McGranitt fece prima scomparire la montagna di palline dal corridoio e poi si rivolse a Luna: -Signorina Lovegood, le dispiacerebbe lasciarci soli un momento?-
-Certamente- rispose lei e si allontanò verso il bagno.
-Dobbiamo cancellarle la memoria- disse la McGranitt una volta controllato che Luna non fosse a portata d'orecchio -Non può sapere della vostra identità. Le rimuoveremo il ricordo di questa sera.-
-No!- protestai. Luna, nonostante fosse stramba e lunatica, mi aveva salvato la vita. E anche se era un po' inquietante restava comunque una buona amica.
-Hazel, la professoressa ha ragione.- cercò di convincermi Annabeth -Luna non può stare a conoscenza di quello che è accaduto stasera.-
-Ma...- cercai di ribattere ma mi fermai. Sapevo che era una battaglia persa. Annuii impotente e voltai lo sguardo verso Luna che sorrideva. Ricambiai il sorriso, poi la McGranitt prese la bacchetta, mormorò qualcosa e gli occhi della mia nuova amica divennero bianchi e vacui, cancellando ogni impronta di quella sera dalla sua memoria.
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Forse Tutto Finirà {SOSPESA} [Percy Jackson & Harry Potter]
Fanfiction{SOSPESA} Fanfiction sui nostri eroi dell'Olimpo ad Hogwarts, in missione per salvare sia il loro mondo che l'altro. Un nuovo pericolo (con estremo sconforto di Percy Jackson) incombe sul mondo e questa volta due popoli da sempre condannati a restar...