cap. 10 - Ginny

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Da quando avevo scoperto la vera natura di quelli lì, li sentivo come estranei. Non che prima non lo fossero, ma adesso li sentivo come alieni. Ma sono stata con loro lo stesso. Insomma, erano nuovi e stavano sempre tra di loro parlando fitto fitto. Se dovevano sembrare dei tipi americani di un viaggio-scambio, dovevano esserlo.
Mi svegliai e mi alzai presto quella mattina. Eravamo ormai verso fine settembre e venti gelidi circondava il castello.
L'alba era ancora alle prime luci e lo spettacolo me lo volevo godere per bene dalla riva del lago.
Ma quando arrivai, il posto era già occupato. Seduto sotto il ciliegio che sonnecchiava, c'era Nico Di Angelo. Mi avvicinai molto lentamente, ma feci scricchiolare un bastoncino che si era magicamente materializzato lì. Gli occhi del ragazzo si spalancarono in modo quasi inquietante e mi fissarono bui. -Scusa- dissi. -Ora vado-
-No- mi fermò lui. -Resta pure. Fai come se non ci fossi.-
Mi sedetti in riva al lago e guardai il sole sorgere. I raggi risplendevano illuminando l'acqua scura del Lago Nero. Il pallore roseo che stava intorno alla grossa palla di fuoco come un aureola donava uno strano colore all'erba e alla sabbia in riva. Guardai per un secondo di sfuggita Nico per accertarmi di non star per parlare da sola come un idiota.
-Sai, a volte sogno di poter sparire- cominciai quasi mormorando -Di sparire nell'ombra e lasciarmi tutti i problemi alle spalle. Poterli buttare via come se fossero giocattoli rotti.-
-Non puoi- disse lui, con la sua voce distaccata.
-Cosa?-
-Ho provato a sparire. A svanire nel nulla più completo. Ma non puoi rimanerci per più di un minuto. Poi le domande cominciano ad assillarti la testa: "Cosa farà Tizio? E Caio? E Sempronio?" e vai avanti così. Finché non decidi di tornare indietro.-
-Tu ci hai provato?-
Annuì in silenzio. Continuammo a guardare l'alba. In quel momento i raggi di luce si fecero più solidi e luminosi.
- Perché sei venuta qui?- chiese Nico, girandosi tre le mani la stessa statuina che aveva la notte del colloquio con la McGranitt.
-Probabilmente per il tuo stesso motivo-
-Ne dubito-
-Mettimi alla prova-
-Sai, mi ricordi Will, in un certo senso- disse lui, guardandomi e sorridendo leggermente. Mi sentii una dea per averlo fatto sorridere. Se Zeus esisteva avrebbe potuto adorarmi. Non sapevo chi fosse questo Will, ma probabilmente era una persona davvero bella.-Anche lui si comportava spesso da idiota-
-Molto gentile- risposi ricambiando il sorriso.
Poi tornò a guardare l'orizzonte con aria cupa.
-Stai bene?- chiesi.
-Sì. Davvero.-
-Certo, e io sono Voldemort!-
Il ragazzo mi guardò in un misto tra arrabbiato e divertito.
-Credevo che Voldemort non avesse il naso- replicò Nico.
-Oh, beh, plastica facciale, sai com'è...-
Risi per la mia stessa battuta e lui sorrise una seconda volta.
Poi Nico assunse un'aria un po' pensosa, come se si fosse appena ricordato di qualcosa.
-Oggi che giorno è?- chiese
-28 settembre-
Nei suoi occhi vidi una minuscola luce che si ingrandiva.
-Ti dispiace se faccio una chiamata?-
-Ma gli oggetti elettronici impazziscono vicino alla magia!-
-Infatti non è elettronico-
Tirò fuori dalla tasca una monetina d'oro e la gettò nell'acqua.
-Ma sei pazzo?- esclamai. -Quello era oro! Oro vero! Ti rendi conto del val...-
-Oh, Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta!- mi interruppe lui.
Minuscole goccioline d'acqua si sollevarono per formare una nube. Spalancai la bocca stupita.
-Mostrami Will Solace al Campo Mezzosangue- disse Nico, e nella nebbiolina prese forma l'immagine di un ragazzo riccio, biondo e abbronzato che dormiva.
-Will- chiamò Nico. -WILL!-
Il biondo di nome Will si alzò di scatto afferrando l'arco accanto a lui e incoccando una freccia.
-Nico! Mi hai spaventato!- esclamò.
-Will, che stai facendo?! È l'una!- disse la voce di una ragazza.
-Torna a dormire, Kayla...- ribatté Will.
-Okay- mormorò la ragazza e si riaddormentò.
-Che ci fai qui?- disse poi Will. -È l'una e io vorrei dormire. Domattina devo operare un tizio della casa di Ares, si sono azzuffati di nuovo, e voglio essere sveglio, che se sbaglio mi frantuma con il braccio sano...-
- Tu passi qui tra due giorni, vero?- lo interruppe Nico.
-Sì...-
-A che ora?-
-Non ne ho idea, Nico...-
Poi Will mi vide. -E tu chi sei? Annabeth non era bionda?-
-Sono Ginny Weasley, piacere- risposi sorridendo. Will aveva degli occhi azzurrissimi come zaffiri che al buio sembravano due fari.
-Io sono Will...-
-Will, a che ora vieni?- insistette Nico.
-Non lo so! Penso di sera... Boh... Mi fermo due giorni...-
Nico sorrise. Tre sorrisi in un'ora. Figo.
-Ora posso dormire? Dovevo nascere figlio di Ipno, maledizione...- disse Will sbadigliando.
-Sì, sì...- disse Nico.
La conversazione si chiuse e la nebbiolina si dissolse.
Presi parola:- Che forte questo modo di comunicazione!-
Nico aveva ancora il sorriso stampato in faccia. Mi spaventava in un certo senso.
-Sei felice per Will?- gli chiesi
-Eh già-
Il sole era ormai completamente sorto. Saranno state le sette e mezza.
-Io ho fame. Vado a fare colazione.- dissi e mi alzai con le gambe indolenzite.
-Vengo anch'io-
E ci avviammo verso la Sala Grande. Astoria Greengrass e Pansy Parkinson trotterellavano a braccetto per l'atrio facendo l'occhiolino a Nico e spettegolando tra loro.
-Perché non ti butti?- chiesi facendo un cenno verso le due Serpeverde.
-Se sapessero quello che sono mi guarderebbero come un sandwich ammuffito.-
-Figurati, se scoprissero che sei un semidio ti sbaverebbero dietro.-
-Parla piano! E comunque hai mai visto gente come Harry Potter o Percy girare per l'America su una limousine guidata da un autista-zombie francese?- ribatté lui.
-Basta che non le porti in macchina!-
-Chiudiamo questo argomento, okay?-
E andammo a sederci ognuno alla propria tavolata. Non nasconderò che ero curiosa sulla vita sentimentale di Nico e che capivo la Greengrass e la Parkinson che trovavano affascinante il bel tenebroso, ceracdno di carpirne il lato positivo.
-Hey, sorellina- mi disse la voce di Ron, che apparve magicamente dalla mia destra.
-Hey-
-Che guardi?- mi chiese. Distolsi lo sguardo da Nico che stava mangiando accanto alla sua amica Reyna.
-Niente-
-Stavi fissando l'americano di Serpeverde, vero? Non puoi spezzare il cuore a Harry in questo modo, e nemmeno a Leo.-
-Ma cosa vai blaterando?-
-Mia cara sorellina, ormai Leo ti fissa da dieci minuti.-
Mi voltai nella direzione di Harry, Percy, Hermione e Leo.
Il ragazzetto ricciolo mi guardava con occhi in trance e lo salutai per non sembrare stupida. Lui ricambiò il saluto imbarazzato e cominciò a concentrarsi sul suo bacon. Io mi voltai verso Ron, che aveva un sorrisetto idiota stampato in faccia.
-È tutta finzione-
-Certo, e non vedi la mia lunga barba che ha quasi superato quella di Silente?-
-Stai zitto, cretino!-
Ron sorrise e raggiunse i suoi amici. Incrociai lo sguardo di Harry e i suoi occhi verdi mi perforarono ogni centimetro di pelle. I suoi profondi occhi verdi...
Gli sorrisi e ricominciai a mangiare. Poi detti un'occhiata a Nico al tavolo delle serpi e notai che mi guardava. Feci un cenno d'intesa che lui ricambiò. E in quel momento credetti di aver trovato un nuovo amico. Di aver scalato la montagna più alta del mondo guadagnando un suo sorriso.

Forse Tutto Finirà {SOSPESA} [Percy Jackson & Harry Potter]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora