ritorno a New York

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Erano già passati due giorni, Olivia dovette ritornare a casa sua a New York. All'aeroporto, ci fu Hank, salutò Olivia e si lasciarono così, con un bacio. In aereo, Liv pensò solo a Hank, ai momenti passati insieme. Poi le venne in mente di Lewis, se lo sarà finalmente tolto dalle palle? Pensò a Elliot, ai momenti passati con lui alle risate fatte negli anni. Pensò a sua madre, convinta che di lei sarebbe fiera, a Noha, al suo sorriso, alla sua semplicità e innocenza,  pensò ai casi da risolvere, alle vittime, ma perché allora non pensò a lei? Pensava  sempre a come gli altri si sentivano e a cosa provavano. Pensò al suo sogno diventato realtà: essere una detective. Adesso era capitano. Certo, era complicato ma ce la faceva. La voce di Fin la riportò alla realtà "Liv, siamo arrivati" "cosa?"gli chiese "siamo arrivati, che ti prende?" "no, niente" sorrise. Scesero dall'aereo e entrarono all'aeroporto. Passati i controlli, si diressero in centrale. Olivia venne aggiornata sul caso che Amanda e Parisi stavano cercando di risolvere. Olivia, dopo essere stata aggiornata, andò nel suo ufficio. Chiamò Lucy, per portarle Noha. Appena lo vide entrare nel suo ufficio, sorrise "ciao amore" disse prendendolo in braccio. "Grazie Lucy" "figurati, ciao Olivia" "ciao Lucy". Olivia e Noha rimasero in ufficio. "Sai che mamma ti vuole bene? Tanto bene, farebbe di tutto pur di farti felice, ti voglio bene, piccolo mio". Lo baciò in fronte. In quel momento entrò Amaro. "Ciao Noha" lo prese in braccio e lo baciò. "Ick" lo chiamò "si, sono io". "Liv, abbiamo un problema" disse Rollins entrando nel suo ufficio

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