Capitolo ventisei.

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Scusate se pubblico alle 00:47, spero ne sia valsa la pena =). Ad ogni modo, leggete attentamente da quando questo simbolo             *     viene inserito. Quella parte è molto importante per capire il proseguimento della storia e le ragioni dei tradimenti di Alex. Scusate se ci saranno errori =/.

Spero che il capitolo vi piaccia. 💙

17 aprile, venerdì.

- No Alex, vattene. -

- Megan, aspetta, dai. -

- Ho detto VATTENE! - urlai, spingendolo via. - Lasciami stare, cazzo! -

Il moro si fermò, sospirando, mentre abbassava il capo. Lo guardai severa, incrociando le braccia, serrando le labbra.

- Megan, dopo tutto quello che ho fatto per te...- mormorò lui, avvicinandosi di nuovo. Alzai una mano all'altezza del collo, come se volessi fermarlo senza toccare la sua pelle, troppo delicata, profumata.

- No, Alex, ti sei messo a fare tutto questo casino dove aver fatto così tante cazzate. - sibilai. - E soprattutto, hai fatto tutto qeusto, l'altoparlante, questo discorso, solo perché ti senti colpevole. Che stronzo. -

- Non dire così. - sussurrò il moro.

I suoi occhi verdi erano così tristi, ,mentre recitava quelle parole. Parole senza senso, senza un minimo di significato.

- Oh, lo dico, lo dico. Lasciami in pace. -

- Hai detto...ieri...mi hai detto che mi ami ancora. - disse lui.

Una mia risata nervosa interruppe la sua voce.

- Dio, non siamo in una sopovera...ne hai tante che...vorrebbero passare una notte sotto le coperte con il famoso Alex Allen. Accontentale, no? Non capisco perché....sei così testardo. Perché stai combattendo tanto per...la ragazza vergognosa e studiosa, invece di andare a puttane. -

- Perché ti amo Meg! - urlò lui, il suo tono straziato riempì l'aria. E io mi sentii così stronza. - Perché...delle puttane non me ne frega! Voglio te Meg, voglio la ragazza studiosa, vergognosa, a cui piace stare sola, a cui piace ascoltare la musica prima di andare in classe, che odia fumare, che ha sofferto tanto, ma che è andata avanti. Mi sono stufato di quelle popolari che...si credono chissà chi. Mi sono stufato di essere considerato il puttaniere della situazione, cazzo, Megan, vuoi capirlo? Sto facendo di tutto per...essere quello che ci tiene. -

Le sue parole mi tagliarono a metà. Le labbra cominciarono a tremare, mentre gli occhi bruciavano. Dio, che stronza che ero. Che...che stavo facendo? Che stavo facendo. Volevo buttarmi tra le sue braccia, baciarlo, piangere sulla sua maglia, e dirgli tutto quanto. Dirgli che lo amavo ancora, che era tutto quello che volevo. Deglutii, mordendomi il labbro, abbassando lo sguardo. Ti prego, non guardarmi in quel modo.

BASTA. Quegli occhi verdi, così pericolosi. Perché venivano amati,così, da subito.

- Alex...smettila...- mormorai, portando una mano alla bocca, evitando di singhiozzare.

- Perché? Ti da fastidio che ti dica ti amo? - chiese lui con un ghigno.

- Smettila. - ripetei, chiudendo gli occhi.

- Ti amo. - disse lui, mettendomi una mano sulla spalla. Non riuscii a scansarmi.

- Smettila. -

- Ti amo. -

- Basta. -

- Ti amo. -

- Smettila, cazzo. -

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