Capitolo ventidue.

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9 aprile, giovedì.

Passai una mano sulla fronte calda, mentre continuavo a leggere quelle parole insensate scritte su quelle pagine bianco latte. Sospirai, riprendendo a scrivere lettere, che si trasformavano in parole, che si trasformavano in frasi. Gli occhi bruciavano, le mani tremavano. Presi il telefono, facendo partire una canzone a caso, sbuffando. La classe in cui ero seduta era vuota, e l'unico rumore che riuscivo ad ascoltare era la musica che veniva sparata dalle cuffiette, e la pioggia che non aveva smesso di scrosciare sulle vetrate della scuola. Tutti erano a lezione, o a studiare il biblioteca, o nei bagni a baciarsi, sorridendo, felici. Passai una mano dietro la nuca, mordendomi le labbra. Odiavo stare sola a studiare. Lo odiavo perché di solito c'era sempre qualcuno vicino a me. C'era Alex. Scossi la testa. Fastidioso, si, era fastidioso. Sapere che lui probabilmente mi stava lentamente rimuovendo dalla sua vita. Forse. Sobbalzai, non appena delle mani si poggiarono sul mio libro.

- Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo! - sbottai, togliendomi velocemente le cuffiette, sbattendo le mani sul banco.

Il biondo ghignò. Alzai lo sguardo, i suoi occhi azzurri erano così simili ai miei. Lui sospirò, prendendo una sedia, avvicinandola al banchetto singolo, sedendosi. Storsi il naso, tornando a leggere, tornando a scrivere, tornando a provare di dimenticare il moro che tanto invadeva i miei pensieri. Il ragazzo mi tolse la penna dalla mano sinistra.

- Mi spieghi cosa vuoi, Hill? - domandai, assottigliando lo sguardo. - E soprattutto, come facevi a sapere che ero qui? -

- Vieni sempre qui a studiare. - rispose lui, facendo roteare la penna sulle dita. - Non sei l'unica persona a cui piace stare sola. -

- Senti Bill, non mi interessano i tuoi giochetti, non mi interessa conoscerti, non so neanche perché sei qui, e sai che c'è? Non voglio saperlo. Voglio solo stare sola. -

Lui si alzò, poggiando la penna sul banco, incrociando le braccia, fissandomi. Sospirai, tornando a scrivere. Lui non se ne andava. Rimaneva lì, a guardarmi, mentre tutto fuori perdeva la sua forma. La pioggia continuava a battere costantemente sulla finestra, scandendo il ritmo del tempo. Sbuffai.

- Lo "stare sola", era un modo gentile per dirti "vattene" - sputai acida. - La porta è quella. -

Lui sorrise, poggiando le spalle al muro affianco al banco. Sbuffai ancora, passandomi una mano tra i capelli. Dio, odiavo il suo sguardo. Quegli occhi freddi, troppo freddi, che ormai non guardavano più l'anima, ma solo l'apparenza. Sentii le sue dita prendermi una ciocca di capelli, mentre le sue iridi ghiacciate li osservavano. Mi scansai, alzandomi.

- Vai a dare il tormento ad un'altra ragazza?! Sono stufa di essere presa in giro da voi ragazzi stronzi! Cazzo vattene! -

- Alex non abbandonerà mai la strada del puttaniere. - se ne uscì lui. Lo gelai.

- TU, non abbandonerai quella strada. - ribattei. - Ve la giocate a chi se ne fa di più, non capite proprio un cazzo. -

- O forse sei tu che non capisci che Alex non vorrà mai stare con una ragazza fissa. - ghignò, avvicinandosi. - A lui piace divertirsi. -

- Sei qui per prenderti gioco della situazione di merda in cui mi trovo? - chiesi, appoggiando la schiena al muro. - Perché non ce n'è bisogno, sto già abbastanza male. -

Lui sorrise. I suoi palmi toccarono gli angoli della mia testa, mentre le sue mani si ritrovavano attaccate alla parete bianca. Incrociai le braccia, sospirando. Sentii il sul fiato clado, profumato di menta. Rabbrividii. La rabbia mi faceva ribollire, la testa bruciava sempre di più. Serrai le labbra, alzando lo sgaurdo, incontrando quel ghiaccio. Eravamo vicini. Troppo vicini. Alex aveva detto che se Hill fosse avvicinato...ma tanto non c'era. Mi morsi il labbro. Un pesante respiro uscì dalla mia bocca. Lui ghignò. Ancora. Basta, basta, non ce la facevo più. Tra i ragazzi che al posto del sorriso avevano un ghigno divertito, tra ragazze che al posto della dignità avevano vestiti troppo corti e scollati. Lo spinsi via.

Amore, Bastardo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora