Capitolo 9.

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Quella notte mi svegliai diverse volte, durante le quali come sempre a confortarmi c'era mio fratello. All'ennesimo incubo aspettai un' abbraccio che però non arrivò. Alec non era accanto a me. Mi alzai dal letto velocemente e mi diressi a quello accanto. -Nick!- dissi iniziando a scuotergli un braccio. Lui aprì gli occhi preoccupato -Che succede? Non stai bene?-  mi disse sistemandosi meglio sul letto, alzandosi a metà busto. -No, tutto bene..dov'è mio fratello? Sono le 5:30 di mattina- chiesi sedendomi accanto a lui. -Beh...è andato a correre...- disse grattandosi la nuca sopra pensiero. -A quest'ora? - domandai alzando le sopracciglia incredula. -È mattiniero, tu perché sei sveglia?- mi chiese. Si vedeva che stava mentendo e che aveva fatto quella domanda solo per cambiare argomento. Perché mi dovevano nascondere sempre tutto? -Di nuovo l'incubo...- dissi allungando le gambe e stendendomi meglio. -Se vuoi puoi rimanere qui, se hai paura...- affermò mentre si sdraiava di nuovo completamente. Io non risposi ma rimasi lì immobile. Non me ne volevo andare, ma non volevo nemmeno restare. Inoltre mi turbavano diverse cose. Pensai che forse la scelta di andare ad Acapulco fosse legata al loro lavoro, quindi la "vacanza" era tutta una bugia. Capii, solo in quel momento, che il lavoro che facevano non doveva essere del tutto legale.- Hall, perché siamo venuti ad Acapulco?- chiesi d'istinto. In fondo lui era il primo, da quanto avevo capito, che voleva rivelarmi la verità, forse mi avrebbe aiutata. Nick si girò a guardarmi sorpreso, non si aspettava una domanda del genere -Per riposarci...- lo troncai sul nascere -Il vero motivo...- dissi guardandolo negli occhi, in quell'azzurro così bello che ora mostrava stanchezza. -Allyson, non fare domande..- disse semplicemente continuandomi a guardare. Non avrebbe mai tradito la fiducia di mio fratello. -Dimmi solo una cosa, devi solo annuire con la testa, quello che dovete fare..e che fate tutti i giorni..è illegale?- chiesi appoggiando d'istinto una mano sulla sua che era sopra le lenzuola, sperando che almeno questo me lo dicesse. Nick mi guardò combattuto per qualche secondo, per poi abbassare lo sguardo sulle nostre mani, arrossì ma non ritirai il gesto che avevo fatto. Riportò gli occhi sui miei e annuì lentamente. M'irrigidì, questo voleva dire che potevano rischiare di finire in carcere o addirittura di morire. Supporlo era una cosa, avere la consapevolezza che fosse vero era un'altra. -Non so cosa frulli in quella tua testolina ma non trarre conclusioni affrettate..penso che qualcosa del genere te lo dovevi  già immaginare..ora ho molto sonno...- disse lasciando la frase in sospeso, come se il resto fosse ovvio. Mi risvegliai dal mio stato di paranoie fondate. Si mise a pancia in giù e chiuse gli occhi non togliendo la mano dalla mia. C'erano molte altre cose che volevo sapere, ma il sonno prevalse su tutto e senza aggiungere altro, mi distesi accanto a lui, visto che non volevo tornare a dormire in quel letto da sola per paura dell'incubo, e lasciai la mano nella sua addormentandomi lì con lui.

-Ehi, Rivera...- mi sentì chiamare più volte da una voce impastata dal sonno. Mi mossi leggermente stringendo di più mio fratello, non volevo svegliarmi, finalmente riuscivo a dormire un po'. - È ora di svegliarsi- continuò a dire iniziandomi a pizzicare una guancia. Di colpo mi ricordai che al mio fianco non c'era Alec ma bensì Nick. Aprì gli occhi e mi ritrovai un Nick divertito, stritolato dalle mie braccia. -Non per guastare il momento ma non riesco a respirare se continui a stringermi così - disse ridendo ancora più forte. Mi accorsi solo in un secondo momento che ero avvinghiata a lui. Arrossì violentemente e lo spinsi via, facendolo cadere dal letto. Lui si alzò continuando a ridere e me lo ritrovai d'avanti a me senza maglietta... di certo non avrei potuto lamentarmi di un risveglio del genere, nonostante l'imbarazzo. -Abbiamo mezz'ora per prepararci - affermò prendendo dei vestiti e richiudendosi in bagno. Io mi alzai controvoglia e mi affacciai al balcone per prendere un po' d'aria. Il paesaggio era fantastico, si poteva vedere la spiaggia. L'alba lo faceva sembrare una di quelle foto che trovi solo sulle cartoline. Mi fermai ad ammirarlo perdendo la cognizione del tempo. -Se vuoi ora il bagno è libero- disse una voce dietro di me che mi fece sobbalzare. Mi girai a guardarlo era già preparato. Feci un cenno con la testa e mi diressi in bagno, portandomi dietro i vestiti.

-Oggi giriamo un po' per la città- disse quando uscimmo dall'hotel, dopo aver fatto colazione. Passeggiammo per circa quasi tutta la mattinata, visitando diversi posti. -Io sono stanca Hall!- affermai appoggiandomi al muro di una casa. Lui si fermò e sbuffando tornò indietro. -Ti voglio vedere tra vent'anni come sei combinata...- borbottò per poi continuare. -Vieni ci riposiamo un po'- disse porgendomi un braccio da finto gentiluomo, io lo accettai facendo finta di avere un'aria altezzosa e insieme ci dirigemmo verso un parco poco distante, per poi prendere posto su una panchina. -Per che ora finiranno di fare...quella cosa?- chiesi preoccupata per mio fratello e anche per gli altri. -Stasera...Rivera- e notando la mia espressione pensierosa ed accigliata aggiunse -Non c'è niente di cui preoccuparsi, loro sanno quel che fanno.- attirandomi a sé. Io senza pensarci mi appoggiai sul suo petto, sbuffando sonoramente. Lui iniziò ad accarezzarmi la schiena, provocandomi dei piccoli brividi. -Grazie, per avermi detto la verità- affermai beandomi di quel momento. -La meriteresti sempre detta...- mi rispose sincero, meravigliandomi. Quel giorno era particolarmente affettuoso, doveva essere per il fatto che non c'era la presenza di mio fratello. Certo le sue provocazioni c'erano sempre, ma al tempo stesso aveva un non so ché di dolce.. -Ti preferisco così- dissi guardandolo negli occhi -Anche tu non sei male quando non fai la bambina- affermò iniziando a scompigliarmi i capelli. Io lo guardai come per dire "non faccio la bambina" e incrociai le braccia al petto divertita. -Che ne dici se il pomeriggio lo passiamo in hotel?- chiese alzandosi e porgendomi la mano, ci pensai un po' e poi accettai la proposta, non avevo alcuna voglia di camminare oltre, gli presi la mano e mi alzai.
-Ora però andiamo a mangiare che ho fame- dissi facendolo ridere. -Quando mai, Rivera- mi stuzzicò. 

-Allora, che si fa?- chiesi sdraiandomi finalmente a peso morto sul letto. -Io un'idea ce l'avrei- disse Nick in modo malizioso coricandosi accanto a me. Io lo fulminai con gli occhi - Stavi andando così bene... perché sei così stupido?- risposi lanciandogli un cuscino in faccia. -Rivera, ma cosa vai a pensare? Intendevo dire che ci possiamo vedere un film e richiedere il servizio in camera- disse ghignando e rispondendo al mio cuscino con il suo.  
Passammo il pomeriggio così, guardammo dei film mangiando schifezze, ridendo e litigando di rado. Più volte mi ritrovai ad abbracciarlo senza un motivo, non so il perché ma con Nick vicino mi sentivo tranquilla e protetta.

Spazio autrice:
Spero vi stia piacendo il mio libro, mi farebbe davvero molto piacere avere un vostro pensiero sulla storia, sia gradevole che costruttivo. ❤️❤️

Innamorata di un MercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora