Nick
Avevo trascorso una splendida giornata con Allyson, avrei voluto fosse sempre così. Alec mi stava alle costole, si vedeva che non aveva creduto ad una mia parola ma non so per quale grazia divida non aveva detto niente. Prima o poi avrebbe trovato la scusa per spaccarmi la faccia, lo sapevo. Quella notte non riuscivo a prendere sonno, la mattina presto saremmo dovuti andare ad uccidere Adam Schröder, un multimiliardario che aveva molta influenza, attraverso diverse multinazionali, su gran parte degli Stati Uniti: Arizona, California, Illinois, New York, Virginia e Georgia. Era di origine Tedesca, nato e cresciuto in America con i suoi genitori, ma principalmente con sua madre. Suo padre era un uomo di potere, molto assente in abito genitoriale, ben presto era entrato a contatto anche lui con diverse persone che avevano molta influenza negativa su tutti gli Stati, ed era entrato così in quel mondo pieno di corruzione. Sapevo tutte quelle cose grazie a Tyler, la parte informativa e tecnica del gruppo. Le persone ci contattavano, avevano 20 secondi per dirci un nome e una cifra, ovviamente il committente rimaneva anonimo. Ci avevano offerto una grande somma di denaro per ucciderlo, parlavamo di sei cifre, non potevamo rifiutare. Molte volte avevamo ucciso uomini di potere del suo stesso calibro, ma qualcosa mi turbava quella notte. Di colpo sentì delle urla dalla stanza accanto, "Allyson.." pensai. Scesi dal letto, lasciando lì tutti i miei pensieri per il giorno successivo, andai nella camera di Allyson preoccupato, la trovai rannicchiata su se stessa tremante. Mi sdraiati accanto a lei e la scossi un po' per svegliarla, aprì gli occhi spaventata. -Allyson..calmati, sono io..- dissi abbracciandola forte... era così fragile fra le mie braccia, sembrava una bambina indifese. Si guardò intorno, come per avere la conferma che quell'incubo fosse solo un sogno. -Sembrava così reale..- affermò stringendosi di più a me, affondando il volto nella mia maglietta, mentre io la cullavo dolcemente, cercando di rassicurarla. -Era mia madre..- disse con un filo di voce, io mi stranii -Chi?- chiesi alzandogli il viso e accarezzandoglielo -La donna che urlava..- sussurrò ancora.
Mi irrigidii di colpo... stava iniziando a ricordare, a ricordare tutto. Lo sapevo che questo stato si amnesia si sarebbe dissolto prima o poi. Mi rilassai subito, non doveva notare la mia preoccupazione. Dovevo calmarmi, non aveva scoperto tutto ancora... ma mancava poco che lo facesse. Ben presto nemmeno suo fratello avrebbe potuto ostacolare la verità dei fatti, gli sorrisi dolcemente e portai le mie labbra sulle sue, fu un bacio dolce e sentito, ogni volta che mi staccavo da quelle labbra mi sentivo vuoto, avrei voluto baciarla ancora ma mi trattenni, era stanca. Continuai a cullarla tra le mie braccia fino a quando non si addormentò. Rimasi ad osservarlo per un po'. Qualche ciocca dei lunghi capelli neri le ricadeva sul volto, le goti erano arrossate più del solito, le lunghe ciglia delineavano le palpebre che nascondevano quegli occhi verdi così belli...era bellissima. Ben presto mi accorsi che mi rimanevano poche ore di sonno, mi alzai cercando di non svegliarla, gli diedi un bacio sulla fronte e tornai nella mia camere, Alec dormiva profondamente e ben pesto lo seguii pure io in quel sonno profondo.
-Nick! Muoviti alza quel culo dal letto e preparati. Abbiamo un lavoro da fare.- disse la voce di Alec mentre mi buttava giù dal letto. Io mi alzai assonnato...doveva smetterla di essere così autoritario quel ragazzo. Mi vestì velocemente dopo aver fatto colazione e una doccia veloce. -Hai svegliato Allyson?"- mi chiese Tyler mentre guardava qual cosa di incomprensibile sul suo computer, mentre sistemavo dei borsoni neri nel cofano della macchina, che poi avremmo riempito di armi. Entrai nella sua stanza, e mi avvicinai al letto. Le toccai lievemente la spalla ma mi scansai subito, dormiva troppo tranquillamente, cosa che di solito non riusciva a fare, non la volevo svegliare. Presi un pezzo di carta e un foglio e gli lasciai un biglietto sul comodino accanto al letto. Diedi un'ultima occhiata ad Allyson e me ne andai. -La prossima volta ti mandiamo cinque giorni prima se ci devi mettere così tanto...- brontolò Alec mentre salivo sulla macchina. -La prossima volta, se non ti stanno bene i miei tempi, la svegli tu.- dissi io infastidito. Già quella mattina mi ero svegliato stranito, dovuto sicuramente a quelle poche ore di sonno. L'idea di lasciare Allyson un giorno da sola mi dava fastidio e mi preoccupava. -Nick, ti sei svegliato dal lato sbagliato dal letto?- mi chiese Ian che era alla guida. Stavamo andando nel capannone "abbandonato" di proprietà di Tyler, si trovava a un paio di chilometri da casa, in mezzo al bosco, lì tenevano tutte le attrezzature che ci servivano per il nostro lavoro, ovviamente non potevamo tenerle in casa, Allyson le avrebbe trovate prima o poi, per non parlare dei poliziotti, le uniche armi che tenevamo in casa erano i coltelli da cucina e due pistole. -No è solo...che non vedo l'ora di finire questa missione.- dissi semplicemente. Non volevo esprimere le mie preoccupazione ai miei compagni, si sarebbero agitati per niente. Gli altri non aggiunsero niente su quanto avessi detto, forse perché la pensavano esattamente come me. Arrivati ognuno sapeva quello che doveva fare, era una routine. Il capannone era enorme, con 150 scaffali, contenenti armi, proiettili, bombe, coltelli ecc...
Ognuno prima si occupava del proprio equipaggiamento. Iniziai con una tuta antiproiettile, poi posizionai sulla spalla un TAR-21, un fucile d'assalto ad alta precisione, con cadenza di tiro 700-900 colpi al minuto. Una Beretta 93R, pistola mitragliatrice da 20 colpi. Una Glock 17, pistola, da 17 cartucce. E altre armi compresi diversi coltelli. Sistematicamente le sistemai dietro la schiena, sulla vita e nei polpacci, mentre Tyler prendeva un borsone e lo riempiva di armi e cartucce. A differenza della persona che dovevamo uccidere decidevamo quante armi portarci, e Schröder era un uomo molto potente. Alla fine ci ritroviamo tutti sul un furgone a fare il punto della piantina della villa. Ci dovevano essere 60 guardie circa. Tyler ripeté il piano e partimmo in direzione nord Glendale, il viaggio durò 5 ore e 30 minuti. Io tutto il tempo pensai ad Allyson, sicuramente era preoccupata, l'avevamo lasciata sola...con un solo biglietto...-Nick hai capito?- mi disse un Ian spazientito. Io lo guardai stranito, Tyler sbuffò -Appena disattivo gli allarmi voi entrate, poi vi bloccherò dentro per non permettere a nessuno di entrare, avete massimo un ora- ripeté guardandomi per verificare la mia attenzione -...fate attenzione...- sussurrò guardando verso Ian, ma che gli prendeva?! Io annui e mi accinsi ad infilare l'auricolare nell'orecchio e a scendere dal furgone, preparandomi ad affrontare 60 uomini, la cosa mi elettrizzava quanto impauriva. -Mi raccomando, un lavoro pulito.- disse Alec dando una pacca sulla spalla a me e ad Ian. Di fronte a noi s'innalzava un enorme cancello in ferro che proteggeva una villa enorme, ogni dieci metri c'era una telecamera e davanti al cancello c'erano due guardie, solo quello che doveva essere il garage dava fuori. Io aspettavo paziente il via di Tyler che non tardò ad arrivare. Io, Alec e Ian balzammo fuori dalla penombra e con due rapide mosse di lama uccidemmo i due sorveglianti esterni, senza permettergli nemmeno di accorgersi della nostra presenza. Alec si avvicinò al cancello, verificando se fosse tutto in regola, appena fece cenno di si con la testa io ed Ian ci avvicinammo uno alla volta scavalcammo il cancello. Tyler, appena entravamo dalla porta ci avrebbe bloccato dentro, certo, non permetteva a noi di uscire, ma bloccava dentro chi dovevamo uccidere. Ian si sarebbe occupato delle guardie in giardino che dovevano essere all'incirca 10, arrivandovi attraverso il tetto. Io e Alec ci dovevamo occupare dei restanti 60 uomini più uno. Mentre Ian si arrampicava sul muro io ed Alec ci avvicinavamo alla porta, ci guardammo l'ultima volta e poi Alec sparò alla serratura della porta. Entrammo velocemente, alla mia destra c'era un uomo e vicino ad una porta altri due, doveva essere l'ufficio di Adam. Di colpo suonò l'allarme, Tyler aveva fatto il suo dovere, la casa diventò una cassaforte blindata in un secondo. Io afferrai una pistola, l'uomo muscoloso, in giacca e cravatta, non fece in tempo a prendere la pistola, che io gli avevo sparato alle gambe, con un urlo lancinante cadde a terra e poi feci partire un altro colpo che lo colpì in pieno al centro della testa, mi girai velocemente ed Alec aveva ucciso una guardia e si stava occupando di un'altra. Mi avviai a quello che doveva essere il soggiorno, ed ecco che tre guardie si avvicinarono minacciose, sfoderando la pistola e iniziando a sparare, io mi lanciai a terra coprendomi con un tavolo in legno. Feci passare un paio di secondi, mi alzai lievemente, un uomo pelato continuava ad avanzare continuando a sparare, centrando il tavolo ma non me, presi la mira sparai, il mio proiettile lo colpì in un braccio e un altro al collo, afferrai con una mano il tavolo e lo usai come scudo avvicinandomi alle altre due guardie, quando fui abbastanza vicino ad entrambe, lanciai il tavolo su uno dei due e sparai all'altro, colpendolo allo stomaco due volte e una terza alla testa, mi girai repentinamente e colpì l'uomo, che si stava alzando dopo aver spostato il tavolo, prima alle gambe, poi al cuore. Mi girai, di Alec non c'era l'ombra, era sparito dietro la porta dell'ufficio, non feci in tempo a girare l'angolo del corridoio che una guardia mi spuntò davanti, agilmente, con un colpo di gomito lo disarmai e lo girai verso un'altra guardia che mi aveva puntato la pistola contro. Repentinamente sparai all'uomo di fronte a me alla gola e poi sparai un colpo alla tempia alla guardia che usavo come scudo, lasciando cadere morto a terra. Mi incamminai lungo il corridoio, lanciai la pistola scarica e presi la Glock 17, aprii la porta di quella che doveva essere la cucina e delle donne iniziarono ad urlare spaventate, mi affrettai a chiuderla e continuai a camminare, girai nuovamente l'angolo e altre guardie mi comparvero davanti, mi nascosi dietro l'angolo appena iniziarono a sparare, in pochi minuti avevo ucciso pure loro, consumando 10 cartucce. Imboccai il corridoi che portava al dormitorio delle guardie, un uomo mi venne in contro correndo, iniziando a sparare all'impazzata, gli scivolai in mezzo alle gambe, mi girai repentinamente e gli sparai alla nuca 3 volte. Stavo per entrare nel dormitorio -Che fai? Vuoi divertirti tutto da solo?- mi chiese Alec nel corridoio opposto al mio. -Non avrei mai potuto- dissi sorridendo di rimando. Buttai la pistola a terra e presi la pistola mitragliatrice, lì dentro avremmo dovuto affrontare venti uomini, lì in mezzo, nell'angolo più nascosto c'era l'uomo che dovevamo uccidere, io ed Alec entrammo con un calcio, ci fu tanta confusione, si sentivano solo spari, io sparavo ovunque, non c'era tempo di prendere la mira, contemporaneamente cercavo di schivare le pallottole, ecco che di fronte a me finalmente distinsi la figura di un uomo alto, biondo, di mezza età, spalle larghe, vestito di tutto punto, gli feci cenno ad Alec che era messo di spalle, io proteggevo lui, lui proteggeva me, di colpo un dolore lancinante provenne dalla mia coscia, abbassai lo sguardo, un proiettile mi aveva strisciato lungo tutta la coscia, le cose iniziarono a farsi sfocate, l'ultima cosa che vidi fu il volto di Adam ricoperto di sangue, con un colpo in piena fronte.
![](https://img.wattpad.com/cover/83138410-288-k203299.jpg)
STAI LEGGENDO
Innamorata di un mercenario
RomanceAllyson ed Alec sono fratelli e vivono insieme a Nick, Ian e Tyler a Phoenix. Dalla notte di un tragico evento la vita di questi ragazzi viene stravolta e segnata per sempre. Nick da quella notte si è ripromesso di proteggere sempre Allyson, ad...