Capitolo 31.

70 7 0
                                    

Tyler

Erano ormai passate due settimane da quando avevo iniziato il mio allenamento con Ian, due settimane davvero estenuanti. Dopo i primi due giorni di corse e flessioni il mio corpo non rispondeva più ad alcun mio comando, con il passare del tempo, però, le cose diventarono sempre più facili e gli esercizi mi appassionarono sempre di più. Per non parlare del fatto che il mio insegnante era il ragazzo più bello che avessi mai visto. 

-Allora Tyler hai capito ora?- mi chiese Ian per la terza volta. Eravamo nel garage ad allenarci da circa un'ora, oltre i 15 minuti spesi a correre. Io lo guardai incerto. La sua figura senza maglietta era posizionata davanti a me, ad ogni movimento i suoi muscoli impregnati di sudura si contraevano, facendomi perdere la concentrazione, di conseguenza smettevo di ascoltarlo, avevo solo l'esigenza di saltargli addosso. -Non mi hai ascoltato per tutto il tempo vero?- mi chiese avvicinandosi di qualche passo incrociando le braccia al petto. Quel ragazzo voleva farmi uscire pazzo, come faceva a non notare quanto fossi attratto da lui?

-Ehm...in realtà...io...- dissi cercando una scusa plausibile, niente da fare, nella mia testa c'era solo l'immagine dei suoi fantastici pettorali. -Tyler ma stai bene? Questa mattina ti vedo un po' troppo assente, qualcosa non va? Gli esercizi sono troppo pesanti o difficili?- mi chiese mettendomi una mano sulla spalla, abbassandosi alla mia altezza. I suoi occhi entrarono a contatto con i miei. "Se magari ti allenassi vestito potrei capire qualcosa..." pensai. -No, tutto bene...- fu l'unica risposta che riuscii a dargli. Ma che mi aveva chiesto?   - Va bene, per oggi può bastare così...vatti a fare una doccia e riposa un po'- disse togliendo la mano dalla mia spalla, allontanandosi di qualche passo. Aveva ragione, una doccia fredda era quello che mi serviva davvero in quel momento. Uscii da quella stanza dopo avergli fatto un cenno con la testa veloce. 

Mentre l'acqua fredda scorreva sul mio corpo provocandomi dei brividi su per la spina dorsale ripensai a tutto quello che ci stava succedendo. Era tutto così...strano. In poche ore le cose potevano cambiare completamente, in poche ore si potevano perdere le persone più care, in poche ore si poteva stravolgere la propria vita. Non avevo mai pensato a quanto una decisione poteva farti cambiare il corso degli eventi. Anche un semplice "sì" o "no". Un pensiero mi balenò la testa. Un pensiero che era tanto vero ma che non volevo ammettere. Dovevo dire la verità. Io ero omosessuale, perché dovevo nascondermi? Non c'era niente di male in me. Chi mi voleva bene veramente sarebbe rimasto con me. Allyson e Alec erano rimasti, mi avevano capito, lo avrebbero potuto fare anche Nick e Ian...

Entrai nella stanza con l'accappatoio addosso e la testa era piena di pensieri. Mi diressi verso l'armadio, presi un paio di boxer e iniziai a spogliarmi del tessuto morbido e blu dell'accappatoio. -Lo sai che con me puoi parlare di tutto, vero?-  mi chiese Ian alle mie spalle. Emisi un lieve gridolino molto poco virile, non mi ero accorto della sua presenza, strinsi forte l'accappatoio. Non mi girai a guardarlo, annuii soltanto. Feci un sospiro profondo, mi dovevo vestire velocemente ed uscire da quella stanza. - Hai litigato con Allyson?- chiese. Da quando si interessava così tanto a me? - No - dissi semplicemente. Mi infilai velocemente i boxer e i jeans. Ero sicuro che Ian mi aveva fissato per tutto il tempo e questo mi agitava soltanto. -Sto bene, ok?- dissi io spazientito, girandomi a guardarlo negli occhi. Cercai di non scompormi, non facendo trapelare nessuna emozione. -Ok.- mi rispose per poi alzarsi e andarsene dalla stanza, lasciandomi solo. Che stavo combinando? Perché lo stavo trattando così male? Lui non se lo meritava. Mi sdraiai sul letto e rimasi lì tutta la mattinata. 

-Tyler che hai? Non è da te saltare il pranzo- chiese Allyson entrando nella stanza, venendo a sedersi sul bordo del letto. -Non mi fa fame- dissi semplicemente. -Cosa ti turba?- mi chiese con sguardo preoccupato. -Niente Ally, sono solo stanco per l'allenamento- dissi dandogli le spalle. -Va bene...non vuoi parlarne...ma sappi che sono qui se hai bisogno...- disse. Non gli risposi, volevo solo stare da solo e lei lo sapeva bene.

Riflettei tutto il pomeriggio, riflettei su me stesso. Mi alzai per l'ora di cena, avevo deciso, avrei raccontato la verità a tutti. Non avevo niente da perdere, Allyson sarebbe rimasta al mio fianco comunque, era lei la persona più importante per me, anche se sapevo che un rifiuto da parte di Ian mi avrebbe fatto veramente male. Ero pronto per le conseguenze. 

-Finalmente Tyler ci degni della tua presenza!- disse Alec sorridendomi mentre prendevo posto a tavola. -Scusatemi, non stavo molto bene.-  dissi rivolto anche ad Ian. -Dove sono Allyson e Nick?-  chiesi dopo un po'. -Nick l'ha portata fuori a cena- disse Alec alzando gli occhi al cielo, si vedeva che si stesse sforzando davvero tanto per accettare la situazione. Avrei dovuto rimandare la mia confessione. 

Allyson

 Mi trovavo di fronte allo specchio ad osservare il vestito che indossavo, rosso lungo, stretto fino in vita e poi scendeva morbido, con una profonda scollatura sul seno e sulla schiena. Ci avevo messo tutto il pomeriggio a prepararmi. Nick quella mattina mi aveva proposto di andare a cena fuori e io avevo accettato volentieri.

-Sei bellissima- disse qualcuno sulla soglia della porta, Nick. Lo guardai attraverso lo specchio e gli sorridi debolmente arrossendo. -Anche tu- gli risposi. Effettivamente era così. Indossava una camicia bianca che fasciava perfettamente il suo fisico scolpito e dei pantaloni neri, eleganti, semplice ma d'effetto. Si avvicinò a me lentamente, mentre il mio cuore perdeva un battito ad ogni suo passo, mi appoggiò le mani sui fianchi e mi attirò dolcemente a sè, facendo aderire i nostri corpi. -Non so quanto resisterò dal non saltarti addosso questa sera.- mi sussurrò in un orecchio, provocandomi dei brividi. Dopo dei secondi che sembravano un'eternità, posò le sue labbra sulle mie per un dolce e casto bacio. - Andiamo prima che ci ripensi - mi rispose ghignando per poi trascinarmi fuori di casa. 

Mi portò in un ristorante molto carino ed elegante, i colori dominanti erano il nero, il bianco e il mogano e la sala rilasciava una sensazione di intimità per la luce soffusa e per le candele. 

-A cosa devo tutta questa dolcezza ?- chiesi dopo che mi aiutò a prendere posto al tavolo che era situato nella  parte più riservata del ristorante. -Sei la mia ragazza, ti meriti questo e altro e magari a fine serata ci ricavo una ricompensa - mi rispose facendomi l'occhiolino.  Io a quelle parole arrossii e gli diedi un leggero schiaffo sul braccio. -Non riesci proprio ad essere serio e dolce per una volta!- dissi mentre lui rideva. Era perfetto, la sua risata era la cosa più bella che avessi mai visto. Mi chiedevo se fosse stato per sempre così. Cenammo tranquillamente, Nick ogni tanto mi stuzzicava ma non gli davo peso, ormai ci avevo fatto l'abitudine. -Comunque... non ho fatto tutto questo solo per stare un po' da soli ma... volevo parlarti- mi rivelò guardandomi negli occhi. -Io ed i ragazzi è da un paio di giorni che non lavoriamo...e in questo tempo ho capito che l'unica cosa che voglio e stare con te... Tu l'anno prossimo andrai al college... e quindi dovrai andartene da questa casa... beh... noi stiamo insieme e penso che lo resteremo fino ad allora, cioè lo spero...comunque, dovrai affittare una casa e mi domandavo se la volevi prendere con me... cioè se posso venire con te, non devi venderla come se andiamo a convivere solo che ci stavo ragionando e io vorrei stare con te sempre e la distanza non mi piace...- continuò iniziando a parlare a raffica. Io non dissi niente perché non avevo niente da dire, mi avvicinai a lui e poggiai le mie labbra sulle sue. Mille brividi mi prevalsero il corpo, i suoi baci, la sua voce, il suo corpo, tutto di lui mi faceva provare emozioni assurde, mi coinvolgeva completamente, mi faceva girare la testa e perdere il respiro. - Ti amo... certo che voglio che tu venga con me...- dissi per poi ribaciarlo mentre lui mi stringeva a sé.-Quindi...vuoi lasciare il tuo lavoro?- chiesi allontanandomi dal suo viso. Sinceramente la cosa mi rallegrava tantissimo, il lavoro da mercenario era troppo pericoloso. -Io voglio solo stare con te..io voglio renderti felice- disse accarezzandomi una guancia - e sinceramente stiamo invecchiando, non sono più agile come un tempo..- disse ridendo. - Andiamocene da qua, torniamo a casa.- affermai io sorridendogli.

Innamorata di un mercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora