Capitolo 22.

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Come al solito mi ritrovai in una stanza buia, faceva freddo; io, impaurita e spaventata, mi alzai dal pavimento. Mi facevano male i polsi, iniziai a cercare un interruttore, mentre l'ansia si impadroniva di me. Ma anche questa volta qualcun'altro lo accese al mio posto. Mi accovacciai a terra, per la luce troppo abbagliante. Sentì delle voci in lontananza che si avvicinavano sempre di più, fino a trasformarsi in delle urla, urla strazianti che chiedevano pietà, urla di una donna, mia madre. Mi tappai le orecchie, non volevo sentire, ma invece di cessare queste aumentavano, era come se fossero nella mia testa. Qualcuno mi toccò una spalla, alzai gli occhi dal pavimento freddo spaventata..

-Allyson... calmati, sono io..- disse Nick stringendomi forte a lui. Mi guardai intorno per avere conferma che anche questa volta era solo un incubo. -Sembrava così reale..- affermai tremante stringendomi ancora di più a lui, sprofondando la faccia nella sua maglietta. -Era mia madre..- dissi sottovoce, più per confermarlo a me stessa che a Nick. -Chi?- domandò accarezzandomi il viso. -La donna che urlava..- sussurrai ancora, stavo forse diventando pazza? Lo sentì irrigidirsi per qualche secondo per poi rilassarsi nuovamente. Non disse nulla ma continuò a cullarmi tra le sue braccia fino a quando mi riaddormentai. 

La mattina seguente mi svegliai sorpresa di non trovarmi un Alec isterico che mi urlava di alzarmi. Mi girai verso il comodino per vedere che ore fossero ma ad attirare la mia attenzione fu un bigliettino. Mi alzai e lo presi:

"Piccola, non ti ho voluto svegliare perché sei troppo bella mentre dormi, torniamo tardi, cerca di non distruggere la casa. Per qualsiasi cosa chiama. Nick."
Rilessi il messaggio un paio di volte. Avrei dovuto trascorrere un'infinità di ore da sola. L'idea che dovevano andare a fare qualche lavoro pericoloso mi spaventava. Mille paranoie iniziarono a vagarmi in testa. Sarebbero tornati interi? Sarebbero almeno tornati? Non riuscivo a credere che mi avessero abbandonato con un semplice messaggio. Decisi di non poter stare tutto il giorno a contemplare un bigliettino di carta, presi dei vestiti e andai a farmi una doccia, mentre questo vortice di pensieri teneva occupata la mia mente. Mi vestii velocemente e attaccai in una coda i capelli ancora umidi. Cercai di svagarmi guardando la televisione ma avevo il costante terrore che i ragazzi entrassero dalla porta feriti o meglio, avevo come un presentimento che c'era qualcosa che non andava. Andai in cucina e iniziai a prepararmi da mangiare, dovevo distrarmi. Dopo essermi fatta un panino veloce andai in salotto sul divano. Pensai all'incubo, al fatto che forse in realtà era un ricordo, un ricordo di quella notte. Pensai che forse alla scoperta della morte dei miei genitori impazzii, urlai mi chiusi in una stanza buia e le voci che udivo nel sogno forse erano la proiezione delle miei urla. Ma come mai adesso una di queste voci era di mia madre? E chi apriva quella luce?  Le mie erano tutte supposizioni ovviamente. Però, non volevo crederci. In pratica tutto quello che mi era stato detto era una bugia. Non sapevo più come reagire. Era diventata una cosa insostenibile. Ma ormai ero determinata ad avere delle risposte, su tutto. Passai il pomeriggio a leggere e a magiare schifezze. Più si faceva tardi più le mie paranoie aumentavano.
Erano circa le nove quando decisi di chiamarli, di solito erano già a casa verso le sei del pomeriggio. Non feci in tempo a sbloccare il telefono che la serratura della porta scattò. Entrò dalla porta Tyler tutto sporco di sangue. Sgranai gli occhi avevo visto bene..sangue, ma di chi era? Non sembrava suo. Dietro di lui c'erano Alec e Ian combinati peggio. Erano pieni di graffi superficiali, portavano a peso morto Nick che a prima vista sembrava cosciente. Avevano fatto a botte con qualcuno? Rimasi congelata sul posto, il telefono mi scivolò dalle mani che di conseguenza finì a terra. Nick aveva un'enorme ferita sulla gamba destra. -Allyson non è nulla di grave..- disse Tyler venendomi incontro. Diventai paonazza. Non volevo ascoltare la miriade di bugie che mi avrebbero inculcato. Io lo superai e seguii mio fratello che depositava Nick sul letto della sua stanza. Io mi precipitai da lui e gli presi il volto tra le mani. -Che ti è successo?- chiesi cercando di scorgere tra i suoi occhi qualcosa. -Ehi piccola.. niente di che, incidenti di percorso..- disse sorridendo leggermente per poi trattenere una fitta di dolore. Non potevo credere che fosse ironico anche in momenti come questi.. -Allyson vai a prendere delle bende, disinfettante, un ago e filo da sutura.- disse mio fratello  autoritario. Come faceva ad essere così calmo? Un suo amico era appena stato ferito, dio sa' da con quale arma, e continuava a sembrare un comandate dell'esercito che mi chiedeva di portargli un caffè. Mi girai a guardarlo stranita. -Va portato al pronto soccorso!- affermai di rimando. Quella ferita non era alla portata di mio fratello. Alec si affiancò a me guardandomi malissimo. -Tu fai quello che ti ho appena detto. Decido io.- rispose alzando un po' di più la voce . Ci fissammo per qualche secondo e poi spostai gli occhi su un Nick dolorante. Non potevo ribattere, non c'era tempo, non riuscivo a metabolizzare nemmeno l'accaduto, quello che avevo temuto tutto la giornata si era appena verificato. Era come se fosse un sogno, o peggio, un incubo. Corsi in bagno dove c'era un grande armadio dentro al quale tenevamo tutti i tipi di medicine, anche se non credevo tenessimo ago e filo da sutura! Presi l'occorrente e corsi da mio fratello. Nick era sul letto senza pantaloni, la ferita era più estesa di quanto immaginassi, a bloccare l'emorragia c'era un pezzo di stoffa stretto intorno alla parte superiore della coscia. La gamba era ricoperta di sangue. Intorno aveva diversi asciugamani. Alec era su una sedia accanto a lui, Ian e Tyler stavano alzati poco più distanti. -Allyson esci dalla stanza.- disse Alec aprendo il tappo del disinfettante. -Io non me ne vado.- dissi avvicinandomi a Nick. -Alec non c'è tempo. Se vuole rimanere bene! Problema suo.- affermò Ian spostandosi per tenere Nick bloccato dalle gambe. Anche se i suoi modi non erano stati dei migliori lo ringraziai mentalmente. Tyler fece lo stesso dalle spalle. Io, senza degnare mio fratello di uno sguardo, puntai i miei occhi in quelli di Nick e gli presi una mano che lui strinse. Mi sorrise debolmente ma si vedeva che soffriva tantissimo. Tyler gli posizionò un pezzo di stoffa tra i denti. Non so cosa stesse facendo Alec, non volevo guardare. Sapevo che se mi fossi girata non mi sarebbe piaciuto ciò che stava facendo. L'idea che stesse ricucendo un pezzo di coscia di Nick mi faceva salire i brividi. La mia testa non ragionava più. Non sapevo più cosa pensare. Che domande fare. Ma non era nemmeno il momento di farle. 
Capì che Alec aveva iniziato con i punti quando vidi Nick urlare dal dolore. Mi strinse la mano fino a farla diventare bianca. Sentire le sue urla era una cosa bruttissima, vederlo contorcere dal dolore e non poter fare niente per farlo sentire meglio era peggio. Urlava e urlava, il tempo sembrava essersi congelato. Gli appoggiai l'altra mano sulla guancia, era tutto sudato e sporco. Lui aprì gli occhi e mi guardò come se si fosse ricordato solo ora della mia presenza. Iniziai ad accarezzargli con il pollice la pelle. Lui per qualche secondo sembrò dimenticarsi di tutto il resto, di mio fratello che gli rappezzava un pezzo di coscia. Ma ovviamente dopo tornò ad urlare, questa volta però non distogliendo lo sguardo dal mio. Quando finalmente Alec finì mi voltai per guardare la gamba di Nick. Come immaginavo il sangue ricopriva tutto. Diedi un ultima occhiata a Nick che ora sembrava stanco e privo di forze. -Andate a riposare. Mi occupo io di lui- dissi guardando gli altri. Erano tutti stanchi..chissà in quale guaio si erano cacciati.. -Allyson..- disse Alec pronto a ribattere ma io lo bloccai subito. -Alec non voglio obiezioni. Siete esausti e sporchi. Andate a farvi una doccia ed a dormire.- affermai col tono risoluto che usava lui di solito. Lui mi analizzò per qualche secondo e poi annuì, stanco.
Passai la seguente mezz'ora a ripulire tutto. Appena gli sfioravo la coscia urlava per il dolore, ma non potevo fare niente, andava pulito. -Grazie..- mi sussurrò appena mi sdraiai accanto a lui. Gli diedi un bacio dolce sulla guancia -Domani ne riparliamo..-  gli risposi appoggiando la testa sul suo petto e avvinghiandomi a lui come un Koala, attenta a non toccargli l'altra gamba. Nick mi cinse le spalle con un suo braccio e mi diede un dolce bacio tra i capelli. Nonostante la ferita, il sangue ed il dolore dovevo ringraziare che fosse lì tra le mie braccia e come sempre mi faceva stare bene.

Tyler

Era stata una giornata assurda, Nick ci aveva quasi rimesso la pelle e Alec e Ian erano riuscirti a cavarsela con qualche graffio. -Forse è il caso che la disinfetti...- dissi io rivolto verso Ian, eravamo seduti tutti e tre sul divano un po' scossi da quanto successo. Lui aveva un taglio in orizzontale sul braccio. Alec era stato troppo presuntuoso, glielo avevo detto che 60 uomini erano troppi, si eravamo i migliori sul campo ma loro erano guardie del corpo addestrate a proteggere e a perdere la vita. -Si dovrei...- mi rispose semplicemente guardando la ferita. -Ragazzi io vado a farmi una doccia e poi vado a riposare, ve lo consiglio pure a voi...è stata una giornata abbastanza estenuante...- affermò Alec lasciando la frase in sospeso. Noi annuimmo contemporaneamente. Dopo che Alec lasciò la stanza calò il silenzio più assoluto tra di noi. Lui sembrava non volesse disinfettarsi la ferita così, preso di coraggio, decisi di farlo io. -Perché lo stai facendo?- chiese lui mentre io gli tamponavo sul braccio del cotone con del disinfettante. Ogni tanto le mie dita entravano in contatto con la sua pelle fredda, provocandomi dei piccoli brividi. Solo in quel momento mi accorsi di star trattenendo il respiro.  -Perché si potrebbe infettare...- risposi io ovvio, non guardandolo negli occhi. -Anche quelle di Alec potrebbero, ma non mi sembra che stai disinfettando anche lui...- disse con voce divertita. Io alzai gli occhi e li puntai sui suoi. Era un Dio. Non so cosa lesse nei miei ma il suo sguardo si indurì di colpo. -Grazie..- disse semplicemente prendendomi il cotone  dalle mani e andandosene, lasciandomi confuso e solo sul divano. 

Innamorata di un MercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora