TylerErano passati due giorni da quando tutto era tornato alla "normalità". Allyson si era di nuovo avvicinata a suo fratello e ad Ian, ma non a me.
Mi sorrideva, ci scambiavamo delle battute amichevoli ma niente di più. Mi teneva lontano dalla vera Allyson, dalla mia migliore amica, dall'unica persona che mi conosceva veramente, dalla persona con cui mi confidavo senza aver paura di non essere compreso o deriso.
-Che ci fai sul mio letto? - mi chiese qualcuno con voce dura facendomi spaventare. Ero talmente immerso nei miei pensieri che non mi ero accorto di essermi sdraiato sul materasso di Ian. - Scusa...in questo periodo sono molto stanco e distratto... non ci ho fatto caso in verità... - affermai grattandomi la testa imbarazzato. - Perché non provi a chiarire con Allyson? - mi chiese arrivando subito al nocciolo della situazione. Mi piaceva come si stava evolvendo la situazione con Ian. Sapevo che non potevamo essere più che amici... ma mi rendeva felice parlare con lui. Lo vidi spostarsi e prendere posto affianco a me sul letto, cercai di non farci molto caso anche se mi veniva molto difficile. - Ho paura... non voglio che si arrabbi di nuovo con me... - affermai con voce un po' tremante. Non volevo più che lei mi guardasse come aveva fatto qualche giorno prima, leggevo solo odio, rimprovero e disgusto nei suoi occhi. Mi misi a pancia in giù e affondai la testa nel cuscino, le narici furono invase da profumo di Ian, la testa iniziò a girarmi. - E anche se fosse?... anche se all'inizio ti urlerà contro poi capirà e ti perdonerà, Tyler lei ti vuole bene, ha passato dei momenti brutti, come tutti noi, ha bisogno di tempo... - affermò in maniera più dolce del solito. Era strano vedere Ian in fase "dolce e coccolosa", era bipolare quel ragazzo. Di solito era una persona pacata e semplice, non gli piaceva avere l'attenzione su di sé, non gli piaceva mostrare i suoi sentimenti. Mi sentì la sua mano sulla schiena, iniziò ad accarezzarla, come un gesto di conforto. Dei brividi mi percorsero ogni centimetro di pelle. Sentì maggior peso sul letto, presi coraggio e voltai leggermente la testa, si era sdraiato al mio fianco. Il cuore iniziò a battermi più forte e più velocemente. -Ti ricordi i tuoi genitori? Io ogni tanto ci penso...più tempo passa e più ho paura di dimenticarmi i loro volti...la loro voce...- disse di colpo guardando il soffitto come in uno stato di trans. Fissai ogni lineamento del suo volto, gli occhi di quel verde brillante che amavo erano leggermente spenti, la barba non fatta da un paio di giorni lo faceva sembrare più grande, più lo guardavo più notavo particolari che non avevo mai notato. - Ogni tanto ho paura anche io di questo... però poi mi ricordo che anche se dovessi dimenticare questi piccoli gesti... i loro volti... loro non se ne andranno mai dal mio cuore...resteranno sempre e comunque con me - affermai cercando di non piangere. Ricordare o parlare dei miei genitori mi faceva provare un vuoto assurdo dentro, era stata dura superare questa perdita, lo era stato per tutti. Lui puntò i suoi occhi ora sui miei, mi sorrise dolcemente, un sorriso che non gli avevo mai visto rivolgermi, un sorriso che mi fece perdere completamente la testa. Restammo così non so per quanto tempo, potevano essere secondi, ora, non lo so, ma sapevo solo che non volevo finisse mai.- Ti va se ti insegno un po' di autodifesa? - chiese di colpo. Era davvero assurdo come riusciva a passare da un argomento ad un altro con così tanta facilità, come il suo stesso stato d'animo. - Perché? - chiesi stranito, cercando un filo logico in quella conversazione assurda. Lui fece spallucce - Hai bisogno di saperti difendere no? - chiese. Io lo guardai e basta, l'idea di fare sport non mi eccitava per niente. Ian si alzò dal letto e si diresse verso la porta, stanco di aspettare una mia risposta, mentre io sentivo già il vuoto che mi aveva lasciato il suo allontanamento. - Va bene, hai ragione, devo saper difendermi in caso di bisogno... - risposi. Lo sport non mi piaceva ma Ian si, avrei fatto di tutto per passare più tempo con lui, ma non lo facevo solo per lui, aveva ragione, non sapevo difendermi, noi facevamo un lavoro in cui la difesa era qualcosa di fondamentale. Ian mi guardarmi per qualche secondo. - Iniziamo domani, riposa perché ci dobbiamo alzare presto - rispose semplicemente andandosene. Rimasi qualche altro secondo a letto ma poi mi decisi ad alzarmi.
Dovevo parlare con Allyson.
Bussai alla sua porta, di solito entravo tranquillamente ma da quando la storia con Nick era diventata ufficiale, appena il padrone di casa, Alec, usciva, loro due si chiudevano nella stanza di Allyson e dai versi che si udivano c'era poco da immaginare. Sentì Nick imprecare -Chi è?- chiese Allyson un po' agitata. Urlai per farmi sentire -Un ragazzo che vuole parlare con la sua migliore amica- dissi sperando di poterla ancora considerare tale, passarono un paio di secondi, stavo valutando l'idea che non mi avrebbe aperto, mi girai per andarmene ma sentì la serratura della porta scattare, forse potevo ancora far tornare tutto al suo posto. Entrai immaginandomi già cosa avrei trovato. Sul letto c'era un Nick in pantaloncini e in piedi, accanto al lui, un Allyson con i capelli tutti spettinati e i vestiti stropicciati. Mi venne spontaneo trattenere una risata, se uno sguardo avrebbe potuto uccidermi, Nick lo avrebbe fatto da tempo. -Cosa vuoi?- mi chiese Allyson avvicinandosi e incrociando le braccia. -Vorrei parlare in privato con te...- dissi lanciando qualche occhiata a Nick, quel ragazzo era inquietante, non sbatteva nemmeno le palpebre per quanto era concentrato a fissarmi. Allyson mi guardò per qualche secondo, sbuffò e mi prese per un braccio conducendomi fuori dalla stanza sotto lo sguardo attento del suo ragazzo. Si appoggiò al muro e mi guardò come per dire "parla". Presi un grande respiro - Ally, lo so che ti stai impegnando molto a perdonarmi ma mi manca la mia migliore amica...mi manca parlare con te...lo so, sono passati solo due giorni, ma non ce la faccio. Ho sbagliato, avrei dovuto dirti tutto dall'inizio ma non potevo lo sai com'è tuo fratello...quando sentivo le tue urla volevo correre nella tua stanza a raccontarti tutto... ma avevo troppa paura...sono un codardo...- non riuscii a finire il discorso che mi ero fatto mentalmente prima di entrare nella sua camera che Allyson mi gettò le braccia al collo e mi strinse a se, all'inizio rimasi sconvolto, non me lo aspettavo, ma poi ricambiai l'abbraccio. -Mi manchi anche tu..mi dispiace...è solo che sto cercando di adattarmi a tutto questo... non è facile per me...Tyler per quanto mi possa sforzare di accettare tutto questo non potrò mai farlo del tutto.- rispose con la voce spezzata. Avevo bisogno di quell'abbraccio per tutto quello che era successo, quello era la conferma che non l'avevo persa, una sensazione così non la volevo più provare. -Volevo chiarire con te da quasi subito, ma dopo che quel giorno, dopo che ti ho aggredito con le parole ho pensato che forse tu non avresti più voluto recuperare il rapporto, anche perché hai sempre mantenuto una certa distanza...- continuò. Eravamo tutti e due degli stupidi, avevamo tanta paura di perderci che alla fine lo stavamo facendo comunque senza accorgercene. -Tutto molto commuovente ma ora vorrei di nuovo la mia ragazza nel mio letto, abbiamo una cosa da finire e poco tempo a disposizione.- disse un Nick un po' alterato ma anche un po' divertito. Mi allontanai dalla mia migliore amica che intanto diventava rossa come il peperoncino. -Tranquilla parliamo dopo, abbiamo un bel po' di cui parlare- dissi io ghignando mentre veniva trascinata via dal suo ragazzo.
Avevamo appena finito di cenare, io ed Allyson ci ritrovammo nella sua stanza a parlare di tutto quello che era successo in quei giorni. Gli parlai della proposta di Ian, del fatto che iniziava a piacermi sempre di più, del fatto che prima o poi avrei dovuto dire la verità a tutti e soprattutto a lui. -Hai ancora...l'incubo..?- chiesi preoccupato. -Non come prima, ma c'è ancora, solo che ora al mio fianco ho Nick che mi protegge sempre...- disse lei incupendosi leggermente. L'incubo rimaneva sempre un tasto dolente. Decisi di cambiare discorso, non mi piaceva vederla così. -Da quando tu e Nick...- lasciai la frase in sospeso mentre alzavo ed abbassavo le sopracciglia come se fosse chiaro dove volessi andare a parare. Lei a quell'affermazione diventò viola. -Sabato...- disse lei a bassa voce. Allyson era così, bastava anche solo nominare Nick e arrossiva. -E' stato tutto così bello e perfetto...lui è stato dolcissimo...non ha mai smesso una volta di baciarmi o di sussurrarmi parole dolci, é stato così premuroso nei miei confronti...- concluse lei sospirando. La guardai per qualche secondo -Tu lo ami...oh mio dio!!- dissi iniziando a ridere divertito dalla sua faccia. Per anni li avevo visti litigare e odiarsi e ora erano pazzi l'uno dell'altro. Allyson mi spinse facendomi cadere dal letto e poi iniziò a ridere insieme a me. Trascorremmo il resto della serata a parlare ed a scherzare fino a quando Nick non entrò nella stanza per mandarmi via. Quel ragazzo era troppo geloso.
Andai a dormire, il giorno dopo mi sarei dovuta alzare presto.
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Innamorata di un mercenario
عاطفيةAllyson ed Alec sono fratelli e vivono insieme a Nick, Ian e Tyler a Phoenix. Dalla notte di un tragico evento la vita di questi ragazzi viene stravolta e segnata per sempre. Nick da quella notte si è ripromesso di proteggere sempre Allyson, ad...