Capitolo 25.

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Alec

Bussai ripetutamente alla camera di Nick, dovevo parlargli, dovevamo chiarire questa cosa. L'idea che potesse fare del male a mia sorella mi uccideva. -Entra, pensavo che fossi sparita da qualche parte...- disse Nick mentre io entravo, appena si accorse di me rimase immobile per qualche secondo, non si aspettava di ritrovarsi me nella sua stanza, nemmeno io me lo sarei mai immaginato fino a qualche ora prima.  -Scusa ma non ho voglia di discute, già mi sento meglio, dammi cinque giorni e sarò fuori di qui.- continuò lui guardandomi dritto negli occhi. Si vedeva che si era ripreso, ma era comunque stanco, quella ferita era profonda. -Non sono venuto a cacciarti Nick...voglio solo parlare- dissi prendendo posto su una sedia accanto al letto. Lui mi guardò ancora più sorpreso di prima ma poco dopo acconsentì con la testa, come per incitarmi a continuare. -Nick io e te siamo amici da sempre, per me sei come un fratello, ma sai quanto io tengo ad Allyson, lei è la mia vita, non posso permetterti di spezzarle il cuore.- rivelai con tono neutro come mio solito, non mi piaceva scompormi. Lui si accigliò all'istante -Una persona con principi non caccerebbe mai di casa un fratello e più di tutto non si permetterebbe mai di dire quello che tu hai appena detto a me. Allyson mi piace da sempre, da quando l'ho vista su quel pavimento freddo mi sono ripromesso di proteggerla sempre, di prendermi cura di lei, ma a te non è mai importato questo! Vedevi quanto stavo male nel starle lontano ma per te io sono sempre stato solo una minaccia. Ma ora, che lei si è accorta che nel suo cuore non c'è solo odio nei miei confronti ma bensì l'opposto, non ti permetterò di portarmela via. Mi dispiace Alec, ma gli chiederò di venire via con me. Lo so che è prematuro...-  Lo bloccai parlandogli di sopra, avevo sentito abbastanza -No, non andrete da nessuna parte insieme!- dissi io risoluto, lui iniziò a blaterare cose senza senso, lo bloccai di nuovo -Lasciami finire Nick. Tu con lei non andrai da nessuna parte perché resterete qui. E' vero, ho sbagliato pensavo a quello che secondo me era il suo bene ma in realtà non pensavo né a te né a lei ed a ciò che volevate voi.- dissi sinceramente abbassando lo sguardo, era vero, ero così egoista...lui amava Allyson, questo lo sapevo da sempre ma non lo volevo accettare. Allyson per me era ancora la mia sorellina, la mia bambina piccola che correva tra le mie braccia solo perché aveva visto un ragno. Nick in questi anni, a modo suo, era riuscito a far sì che lei si fidasse ciecamente di lui. Avevo sempre fatto finta di non vedere, i loro sguardi, i loro sorrisi... che si erano intensificati nell'ultimo mese ed ad Acapulco si erano trasformati in altro. -Sono stato così stupido, non ho solo nascosto la verità ad Allyson,  ma anche a me stesso. Spero mi potrai perdonare dopo tutti questi anni...- conclusi accorgendomi solo in quel momento di aver bloccato qualcosa che avrebbe portato solo felicità a mia sorella. Quella notte ci avevo pensato molto, avevo anche capito quanto entrambi ci tenessero l'uno all'altro, ma continuavo a far prevalere l'orgoglio e quando Allyson si era presentata per parlare con me, per farmi ragionare, come un animale l'avevo bloccata subito e trattata male. Nick mi appoggiò una mano sulla spalla -Certo... fratello...- disse semplicemente, io sorrisi e lo abbracciai. Mi aveva perdonato dopo avergli fatto passare le pene dell'inferno. Per aprire i miei occhi e capire quanto fossi nel torto li avevo dovuti trovare avvinghiati. Era ormai da tanto tempo che non mi lasciavo andare così con la mia famiglia. Di colpo mi tornò in mente Allyson, avevo sbagliato tutto con lei. Speravo solo che non fosse ormai troppo tardi. Dopo aver raccontato l'accaduto a Nick lui sembrò seriamente preoccupato e prese il telefono dal comodino per chiamarla, ma ecco che entrò nella stanza un Tyler più impacciato del solito. -Ragazzi, siete interi?- chiese mentre entrava -Beh...si Nick non proprio, ma sembra tutto apposto- continuò felice dopo averci visto sorridere. -Ho una buona notizia,  Allyson ha risposto a uno dei miei infiniti messaggi, tornerà questa sera, ha bisogno solo un po' di tempo per sé. Mi ha detto anche che è al parco qui vicino, ci prega  di non disturbarla, che per qualsiasi cosa ci contatta.- concluse con tono rincuorato. Nick si rilassò all'istante, come feci io. -Fate come dice.- dissi io rivolto ad entrambi, voleva spazio, ne aveva bisogno. Entrambi mi guardarono dubbiosi ma poi acconsentirono. Io mi alzai lasciandoli soli. Dovevo parlare con Ian. Alla fine lo trovai seduto nel giardino pensieroso, presi una sedia e mi sedetti accanto a lui. -Parlerò con Allyson, avevate ragione..- dissi io risvegliandolo dai suoi pensieri. Si limitò ad annuire solamente poi tornò nuovamente tra i suoi pensieri, qualcosa non andava. -Ian Goodwin, dimmi che ti succede.- affermai all'unica persona a cui non avevo mai nascosto niente, l'unica persona che sapeva ogni cosa di me. Certo mi fidavo ciecamente anche degli altri, ma con lui c'era un legame più forte, forse perché alla fine avevamo lo stesso pensiero. Lui sospirò sonoramente e poi mi guardò -Alec io e te non abbiamo segreti, io so' tutto di te e tu sai quasi tutto di me...siamo cresciuti con gli stessi ideali, con la stessa mentalità...- queste parole mi riempirono di dubbi e lo bloccai subito -Che intendi con quasi tutto Ian? Pensavo di sapere tutto di te...- non sapevo qual era il nocciolo di quelle parole ma sapevo solo che mi aveva in qualche modo ferito. -Alec, fammi finire per favore, alla fine ti sarà tutto più chiaro.- disse guardandomi negli occhi, sospirò di nuovo e proseguì, senza aspettare una mia risposta. -Stavo dicendo...siamo cresciuti con gli stessi ideali, con la stessa mentalità, ma da poco tempo qualcosa sta cambiando in me, nei miei sentimenti...io non ti ho mai nascosto niente e mai lo farò, sei importante per me, ma se ti ho nascosto ciò che mi sta succedendo è perché fino ad ora non ne ero pienamente consapevole nemmeno io, o comunque  non riuscivo a crederci. Alec io... credo di non essere indifferente ai ragazzi...in quel senso...- mi disse tutto questo senza prendere fiato. In due giorni tutto quello che pensavo ovvio e sicuro in realtà non lo era..in due giorni avevo capito molte cose di me, avevo compreso tutti gli errori che avevo commesso. Ian era sempre stato qualcosa di solido nella mia vita e questa affermazione mi aveva destabilizzato, sapevo di Tyler, lo sapevo ancora prima che glielo facessi ammettere, lo avevo intuito nel modo in cui si rapportava con mia sorella, nel modo in cui guardava Ian...- Tyler?- chiesi io semplicemente come se la domanda fosse ovvia, era la seconda volta che in quella giornata avevo perso la fermezza che avevo sempre avuto, stavo perdendo colpi. Lui mi guardò sbigottito e dopo una decina di secondi abbassò lo sguardo arrossendo -ehm..non lo so...sono così confuso, cioè a me piacciono le ragazze...- disse guardando ovunque tranne che me. Com'era possibile che fino a quel giorno al posto degli occhi avevo avuto due fette di prosciutto. Non avevo visto mia sorella in difficoltà, non avevo visto Nick sofferente per tutti questi anni, non avevo visto l'amore reciproco che c'era tra i due e ora, non avevo notato che il mio migliore amico, mio fratello, il mio mentore, stava attraversando un periodo in cui aveva bisogno di tutto il mio appoggio; ma io fino a quel momento avevo visto nient'altro che me. -Alec ti prego dimmi qualcosa..posso capire che l'idea di me attratto dai ragazzi non ti piaccia, ma ti prego dimmi qualcosa, sono confuso e ho bisogno del mio migliore amico...- disse sinceramente Ian guardandomi preoccupato, mi ero immerso nei miei pensieri e lo avevo lasciato senza risposta. -Ian, tu sei il mio mentore, perché dovrebbe crearmi problemi l'idea che ti piacciano i ragazzi e non le ragazze? A me dispiace solo che hai dovuto affrontare questo da solo, senza di me. Ho bisogno di sapere che come tu ci sei per me io ci sono per te, non ti devi creare problemi a dirmi qualsiasi cosa.- affermai abbracciandolo. In due giorni stava cambiando tutta la mia vita, tutto quello che per me era giusto.
-Una domanda...perché proprio Tyler?-  chiesi trattenendo una risata. Lui mi guardò con sguardo omicida, come se lo avessi offeso, ma sapevo bene che gli piaceva. -Beh...a me non piace Tyler, cioè dai è così sbadato, così gracile, così buffo, non sa riuscire a fare 100 passi senza inciampare..affermò diventando rosso, era davvero cotto allora. -Nick mi ha chiesto di chiedervi se volete unirvi a noi, beviamo una birra e parliamo come hai vecchi tempi- propose Tyler dietro di noi. Io ed Ian ci girammo sorpresi, ci guardammo per qualche secondo e poi acconsentimmo. E così facemmo, trascorremmo ore a chiacchierare ed a ridere come ormai non facevamo da tempo. Ma a pomeriggio inoltrato, quando la serratura della porta di casa scattò, iniziai a sudare ed a tremare perché era arrivato il momento di parlare con Allyson, di dirle tutto ciò che meritava di sapere.

Innamorata di un mercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora