Capitolo 23.

76 7 0
                                    

Passai la notte insonne poiché Nick ovviamente si lamentava, inoltre dovevo disinfettare la ferita più volte per evitare le infezioni. Non sapevo se potevo dargli un altro antidolorifico ma alla fine in mattinata decisi, chiedendo a Nick il permesso, di darglielo quanto per alleviare un po' il dolore che si stava rafforzando visto che l'effetto del primo stava esaurendo. Verso le sei di mattina, mi trovai davanti quei tre cretini. -Come sta?- chiese Ian avvicinandosi all'amico che, finalmente, dormiva un po'. -Si è lamentato tutta la notte...- affermai semplicemente. -Noi dobbiamo uscire...- disse Alec molto cautamente. Io lo guardai sorpresa. -State scherzando?!- chiesi sul punto di urlare. -Vi ricordo che il vostro migliore amico è su un letto con mezza coscia rattoppata! Non so che cosa voi facciate tutto il giorno, ma io non ho intenzione di stare a guardare mentre voi vi fate ammazzate!- affermai cercando di controllare il tono di voce. -Allyson sono cose che succedono! Capisco che tu possa essere sconvolta...- disse mettendo le mani sulle mie spalle. Ma io lo bloccai. -Queste non sono cose che capitano a chiunque.- affermai spostandogli le mani, andandomi a sedere accanto a Nick. -Va bene, come vuoi...noi ora dobbiamo andare. Ci vediamo questa sera.- disse non aspettando una mia risposta ed uscendo dalla stanza seguito da Tyler ed Ian. Non potevo credere che mi avessero lasciata sola di nuovo. Incredula mi diressi in cucina per preparare la colazione, Nick doveva riprendere le forze. Preparai delle uova, bacon e riempii un bicchiere di succo. Entrai nella camera da letto -Ah bene, pensavo che te ne fossi andata pure tu!- disse Nick ridendo; anche se si era appena svegliato si vedeva chiaramente che era stanco ed esausto dagli occhi. Io gli poggiai il vassoio sul letto, accanto a lui. Non potevo credere che avesse ancora voglia di fare ironia in un momento del genere. -Zitto e mangia.- affermai sedendomi sul bordo. -Qualcuno oggi è nervosa!- disse abbracciandomi per poi lasciarmi un bacio sulla fronte. -Se per nervosa intendi che ieri ho trascorso un pomeriggio sola, con mille paranoie, con il terrore che non tornaste intatti anzi, che non tornaste proprio, che ho passato un'intera notte a prendermi cura del mio ragazzo gravemente ferito, non so ancora da quale arma e che per il tipo di ferita che aveva andava subito portato in ospedale, invece è stato rattoppato da mio fratello su questo letto..beh..si sono nervosa!- dissi puntandogli un dito contro. Lui mi guardò e mi sorrise. -Ah..e da quando sono il tuo ragazzo?- mi punzecchiò. Io a quella domanda mi bloccai di colpo, non pensavo di averlo detto sul serio ad alta voce. Arrossì violentemente. -Io...cioè...tu...noi...pensavo...- cercai di dire qualsiasi cosa, ma le uniche parole che mi uscirono non erano minimamente comprensibili. Lui iniziò a ridere sonoramente. -Certo che lo sono.- disse poi dolcemente guardandomi negli occhi per poi baciarmi, prima dolcemente e poi con più passione. Il battito del mio cuore aumentò. Stava accadendo tutto velocemente, ma non mi importava. In fin dei conti lo conoscevo da una vita, nel vero senso letterale della frase; avevo sempre pensato di avere un debole per lui ma non credevo che in poco tempo i miei sentimenti si sarebbero intensificati così. Attraverso quel semplice bacio gli trasmisi tutte le ansie e la paura di perderlo. Lo abbracciai imbarazzata. -Com'è successo? Come hai fatto a ferirti così?-  chiesi.  -Rivera...lo sai...non fare domande...- mi disse allontanandosi leggermente da me per potermi guardare negli occhi. -Lo so...è solo che..non ce la faccio più...l'idea che voi passiate pomeriggi a farvi ammazzare...non posso accettarlo- affermai sinceramente. -Hai ragione..mi dispiace..- disse semplicemente. Io sospirai, non me lo avrebbe mai detto. Non dissi più niente, non avevo nemmeno niente da dire. Restammo in silenzio per un tempo infinito. Poi gli disinfettai la ferita e gli preparai da mangiare..non  parlammo tutto il tempo, non mi andava. Avevo la testa piena di domande e di dubbi. Come potevo stare con un ragazzo che mi nascondeva tutte queste cose? Come avrei potuto fidarmi? Il mio pensiero andò anche alla possibilità che mio fratello potesse tornare ferito, magari non tornare proprio...come magari Tyler o Ian. All'idea rabbrividii.

-Piccola che c'è?- mi chiese Nick esausto del troppo silenzio. Io alzai lo sguardo dal cuscino. -Nulla, pensavo- risposi scrollando le spalle. Non volevo parlargliene, non volevo costringerlo a dirmi la verità. Capivo che alla fine sarebbe stata una scelta di mio fratello e solo sua. -Non voglio che ti fai paranoie...lo so che non sapere è bruttissimo..ma fidati è questione di tempo.- affermò abbracciarmi. -Vorrei davvero poterti dire tutto..ma non posso. Per motivi più grandi di quanto immagini. Tu mi piaci e non voglio che per questa cosa.. ti allontani da me. Magari non ti ho mai dato modo di fidarti, per tutte le cose che ti ho fatto passare, ma è così..io ci sarò sempre per te, per qualunque cosa...- lo guardai, sciogliendomi alle sue parole. Per quanto fossi nervosa e arrabbiata all'idea di non sapere niente, non potevo rimanere inerme dopo quel discorso. Si vedeva dai suoi occhi che era sincero. -Mi piaci pure tu...- dissi seriamente convinta di quelle parole. Magari non avevamo proprio il rapporto che hanno tutte le coppie, che stanno sempre appiccicate, ma alla fine eravamo ancora alle prime armi e alcune volte preferivamo lo stuzzicarci alle semplici  coccole. Lui appoggiò una mano sulla guancia per poi avvicinarmi a lui e baciarmi, le nostre lingue si scontrarono. Gli misi le mani intorno al collo per spingerlo di più verso di me, facendo attenzione a non toccargli in alcun modo la coscia. Le sue labbra, per quante volte già le avevo sentite sulle mie, mi facevano sentire una strana sensazione. Mi faceva provare emozioni uniche, mi faceva sentire protetta..desiderata..tutto quello che si poteva volere. L'altra sua mano finì sul mio fianco, iniziò ad accarezzarlo provocandomi dei brividi. Le mie mani vagarono sulla sua schiena. L'idea di staccarmi da lui non mi piaceva, più ci pensavo e più non volevo farlo. Capivo che era la stessa cosa per lui, mi stringeva sempre di più a sé, come se non fossimo mai abbastanza vicini, come se volesse che ci fondessimo in un solo corpo.
-Siamo tornati pri....- disse una voce sulla soglia della porta della stanza. Io e Nick trasalimmo e ci staccammo subito. Davanti hai miei occhi comparve un Alec completamente scioccato, gli erano morte le parole in bocca. Accanto a lui c'erano Tyler ed Ian che guardavano mio fratello e Nick preoccupati. -Che stavate facendo??-  urlò mio fratello, non lo avevo visto mai così. Fuori controllo. Io abbassai il capo incapace di parlare e di vedere il suo voto pieno di indignazione. -Alec...non stavamo facendo niente di male...- disse Nick cauto prendendo la mia mano per poi stringerla. -Non stavate facendo niente di male? - disse ora iniziando a ridere amaramente -Avevi la lingua nella bocca di mia sorella! Come ti permetti! Lo sai che lei non deve essere toccata! Te lo dico praticamente da sempre, fin da piccoli la guardavi troppo; ed io sempre lì a dirti di starle lontano! Ma tu niente! Non hai mai voluto capire e mai lo farai. Appena hai avuto la possibilità le sei saltato addosso! Bell'amico davvero! - urlò tenendo gli occhi fissi su Nick che adesso stava iniziando ad arrabbiarsi anche lui -Io non sono saltato addosso a tua sorella. Non mi sarei mai permesso! Lo hai sempre saputo che mi piaceva. Io non l'ho mai considerata solo come un'amica. Lo sapevano tutti. Ma tu non hai mai voluto ascoltare ragioni, non ti è mai importato dei miei sentimenti verso di lei. Non volevo che lo venissi a sapere così ma a me Allyson piace, e sai bene che non le farei mai del male e che ho intenzione di proteggerla e farla stare bene.- ribatté Nick cercando di non alzare troppo la voce. Io in tutto questo non capivo niente. Era iniziata una guerra di cui la protagonista ero io ma nessuno mi teneva in considerazione, come se non ci fossi. -Lei era l'unica cosa che non dovevi toccare- disse Alec minaccioso a denti stretti. -Basta! Io non sono un oggetto Alec. Ho una testa e decido io della mia vita! Accetto che sia tutta una menzogna ma non accetto che tu prenda una decisione di questo genere. Entrambi proviamo dei sentimenti, come io piaccio a lui, lui piace a me! Siamo stati entrambi a decidere di provare a stare insieme. Lui non si è mai approfittato di me. E per usare le tue precise parole anch'io avevo la mia lingua nella sua bocca.- urlai tutto d'un fiato, sfogandomi come mai prima. Non potevo credere che per lui fossi quasi un oggetto, che non avessi diritto alla parola, che non potessi esprimere i miei sentimenti. Alec mi guardò per qualche secondo scioccato. Non mi ero mai permessa di rispondergli in quel modo. -Non ti spacco la faccia solo perché sei ferito e per Allyson. Ma appena guarisci ti voglio fuori da questa casa.- affermò infine riprendendo il suo solito tono di voce da comandante. Uscì dalla stanza senza aspettare una risposta. Senza permettermi di metabolizzare ciò che aveva appena detto.

Spazio autrice:
Salve ragazzi, vorrei scusarmi in anticipo se non pubblicherò frequentemente, è iniziata la scuola e quindi le verifiche e i compiti e in automatico non avrò molto tempo per aggiornare. Spero che vi stia piacendo,  gradire avere un vostro parere, mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate. 😘❤️

Innamorata di un MercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora