Capitolo 15.

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Nick

Mi giravo e rigiravo nel letto mentre Alec, accanto a me, era già immerso nei suoi sogni. Non facevo che pensare a quel pomeriggio, alla figura di Allyson tremante, inerme nel suo letto. Alec ci aveva raccontato più di una volta il sogno che lei faceva tutte le notti. Praticamente riviveva nei suoi incubi quel giorno, il giorno in cui aveva perso la sua famiglia. Tante volte avevo cercato di far capire ad Alec che bisognava dirle la verità, che non poteva restare ancora per molto ignara di tutto quanto. Prima o poi avrebbe ricordato. Alla fine ogni tassello sarebbe ritornato al suo posto e lui avrebbe perso sua sorella. L'ultima volta che ne avevamo parlato era finita con una "vacanza" per una settimana ad Acapulco. Dovevo trovare un modo per far capire ad Alec che stava sbagliando. Lui mi aveva vietato categoricamente di starle vicino ma io non ci riuscivo. Lo sapeva che fin da piccoli avevo una cotta per lei, ma testardo ed ottuso com'era mi aveva sempre intimato di starle alla larga, pensando che questo potesse fermare i miei sentimenti. Andando avanti l'unico modo di poterle parlare era stuzzicarla ed infastidirla. Non mi piaceva tenerle nascoste così tante cose. Certo, lei aveva capito che facevamo un lavoro in cui rischiavamo la nostra vita ma, l'idea che noi uccidevamo per vivere non la sfiorava minimamente. Le avevamo nascosto ormai troppe cose e si vedeva che lei era stanca di far finta di niente, stanca di non poter fare domande, di non sapere che fine facessimo il pomeriggio, stanca di far finta di non vedere ferite, stanca di tutto. Avrei voluto tanto che lei mi parlasse del suo incubo. Ma non potavo costringerla a farlo quando io per primo le nascondevo cose, non per mio volere. Così, dopo essermi assicurato che Alec dormiva e con mille pensieri in testa decisi di alzarmi e di raggiungerla nella sua stanza. Solo quando presi posto sul suo letto lei sembrò accorgersi della mia presenza. -Non riesci a dormire?- chiesi accarezzandole i capelli, sembrava così fragile. -In realtà aspettavo te.- disse sorridendomi dolcemente, poi si alzò leggermente col busto. -Cos'hai?- mi chiese, scrutandomi attentamente con quegli occhioni verdi, cercando di capire cosa c'era che non andava. -Nulla..volevo chiederti del tuo incubo..- dissi,con un po' di timore per aver toccato un tasto un po' troppo dolente ma non riuscendomi a togliere dalla mente l'immagine di lei accovacciata e tremante. Lei mi guardò e si irrigidì per qualche secondo. -Ah..Il sogno.. o meglio, l'incubo, sai... questo pomeriggio era un po' diverso da quello che faccio di solito..- disse abbassando lo sguardo. Iniziai ad accarezzarle una gamba senza malizia, solo per calmarla. -Se non ne vuoi parlare, non fa niente, capisco..- affermai sinceramente; non volevo obbligarla a parlarne con me, anche se la cosa mi incuriosiva. -No tranquillo, è tutto come sempre, stessa stanza buia, stessa paura. Come al solito cercavo l'interruttore della luce, ma questa volta qualcun'altro mi ha preceduto.- disse facendo spallucce, come se la cosa non fosse rilevante. Quel giorno io lo ricordavo e piano piano anche lei iniziava a ricordare le cose con più chiarezza. Ma non potevo dirglielo, non senza il permesso di Alec. -Per caso ricordi qualcosa di quando i tuoi genitori sono morti?- chiesi. Lei si accigliò, potevo vedere la sua testolina riempirsi di dubbi e gli ingranaggi cercare di ricordare e di mettere un po' di ordine nella sua memoria. -No, è come se avessi un buco nero, quando sembra che riemerga qualche ricordo, un buco ancora più grande lo risucchia. Tutto quello che so mi è stato detto da Alec.- rispose turbata. Stufo di vederla così immersa nei suoi pensieri e deciso a farle dimenticare almeno per un po' i suoi incubi, mi avvicinai pericolosamente al suo volto, che in meno di un secondo passò da pallido a bordeaux -Rivera perché sei diventata rossa? A cosa pensi?- la provocai, alzando ed abbassando le sopracciglia. Sapevo che non avrebbe risposto, allora mi avvicinai ancora di più, come per baciarla -Non avevi detto che non vedevi l'ora di stare lontana da me?- le sussurrai all'orecchio. Sembrava fosse in apnea ed il suo rossore si intensificava sempre più. A quella scena ghignai divertito della sua goffaggine. -Respira piccola- le dissi dolcemente, ma la cosa anziché tranquillizzarla la rese ancora più nervosa. -Io, ehm.. si.. no.. cioè volevo...- era sempre più in difficoltà ed io non vedevo l'ora di riassaporare le sue labbra carnose, così, senza preavviso, la baciai dolcemente. Lei rimase immobile per qualche secondo, sorpresa dal mio gesto. Poco dopo iniziò a rispondere al mio bacio, accarezzandomi lentamente dalle braccia fino alle spalle. La attirai sulle mie ginocchia lasciando una mano sulla sua coscia e portando l'altra dietro la sua nuca. Lei intrecciò le dita nei miei capelli, provocandomi un verso di approvazione e mi attirò ancora di più a se, come se non fossimo mai abbastanza vicini. Il bacio divenne sempre più infuocato mentre il mio autocontrollo stava andando a farsi fottere. Ci baciammo a lungo, come per saziarci di una fame sconosciuta e nascosta per troppo tempo. Non volevo finisse mai ma ad un certo punto Allyson si staccò impercettibilmente. -Non riuscivo a respirare più- mi disse affannata. Appoggiò la sua fronte alla mia e prese un grosso respiro. Ci guardammo intensamente negli occhi perdendo la cognizione del tempo. La strinsi tra le mie braccia incredulo di ciò che stava succedendo. -Mi piaci, Rivera, mi piaci da troppo tempo- dissi senza freni. Lei sorrise dolcemente e mi lasciò un debole bacio a fior di labbra arrossendo. -Anche tu, Hall.- mi disse infine. Sorrisi anch'io e tornai a baciarla lentamente. -È tardi, è ora di dormire piccola.- le dissi indicando l'ora che segnava la sveglia sul comodino. -È tardissimo. Non pensavo fossero già le tre!- mi rispose stupita. La misi a letto e mi sdraiai al suo fianco, aspettando che si addormentasse. Quando fui certo che stesse dormendo le diedi un piccolo bacio sulla fronte ed uscii dalla stanza cercando di non far rumore.

La mattina seguente mi svegliai presto. Il letto di Alec era stranamente vuoto. Di soppiatto, andai nella stanza di Allyson dove la trovai ancora a letto, immersa in un sonno profondo. Era l'occasione perfetta per dire la mia così mi diressi in cucina.
-Alec dobbiamo parlare..- dissi mentre prendevo posto accanto ad un Ian mezzo addormentato a tavola. -Dimmi pure.- rispose smettendo di spalmare la marmellata sul pane per incrociare le braccia al petto. L'attenzione ricadde su di noi e su quello che si preannunciava uno scontro poco piacevole. -Devi dire ad Allyson la verità... su tutto! Sono stufo di dover nascondergli le cose, stufo di doverla raggirare e cosa ancora più importante sono stufo di sentirla urlare o vederla tremare per gli incubi!- dissi mantenendo il suo sguardo. -Nick, non sono affari tuoi. Stiamo parlando di mia sorella, decido io cosa dirle o meno. Ed io ho deciso già da tempo che non voglio che sappia niente!- mi disse Alec, con un tono gelido che non ammetteva repliche. -E poi, come avevo previsto, gli incubi stanno diminuendo; stanotte, per esempio, non ne ha avuti! Le cose si sistemeranno da sole!- continuò. -Ma com'è possibile che tu sia tanto cieco da non vedere quanto soffre? Quanto ha bisogno di ricordare per dare un senso a tutto?!- urlai, alzandomi bruscamente e sbattendo i palmi delle mani sul tavolo.- Questa notte ha dormito tranquillamente perché l'incubo l'aveva perseguitata poche ore prima, subito dopo il nostro ritorno. Alec, Allyson sta crescendo, non è più quella bambina a cui puoi raccontare ciò che vuoi e pensare che gli basti o che ci creda ciecamente senza farsi ulteriori domande. Arriverà il giorno che ricorderà, il giorno che scoprirà tutte le bugie ed allora non vorrà più avere niente a che fare con noi, sopratutto con te che sei suo fratello. Ma ti giuro che non ti permetterò di allontanarla da me! E tu- puntai un dito verso Tyler -tu che ti definisci suo migliore amico, dovresti dire qualcosa- gli sputai con rabbia in faccia queste parole e me ne andai sbattendo la porta di casa.

Innamorata di un MercenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora