Capitolo 22

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Proprio in quel weekend iniziò l'Ula Festival. In tutto il palazzo si cominciava a sentire un'aria festosa. Erano tutti felici ed ero sicura che c'entrasse il Festival. Da quello che mi avevano detto Gemma ed Harry, il Festival iniziava quel Sabato per poi finire la Domenica successiva. Un'intera settimana di persone felici. Perfino Priscilla era contenta. E come sappiamo, Priscilla non era esattamente una persona che si lasciava andare facilmente alla felicità.

Quella mattina fui svegliata prima del solito, per avere più tempo per essere preparata perchè noi, intendo io e la famiglia reale, dovevamo andare da qualche parte. Non ero completamente sicura di dove quel "da qualche parte" si trovasse, ma mi aspettavo che fosse qualcosa riguardante il Festival. E non vedevo l'ora di scoprire di cosa si trattasse.

Trish e le sue figlie mi fecero indossare un vestito bianco che arrivava a metà polpaccio. Aveva un colletto abbottonato sotto il mio collo e poi scendeva sulle mie spalle. Era carino, e la gonna mi ricordava quello che avevo indossato il giorno precedente, solo che questo era più spessa. Infatti i tessuti dei miei vestiti si facevano mano mano più pesanti per assecondare il periodo freddo che stava per arrivare ad Ula.

"Buongiorno, Emerald." Mi salutò la Regina Anne appena entrai nella sala da pranzo per la colazione. Era stano fare colazione con tutta la famiglia invece che solo con Harry.

"Buongiorno, Regina Anne." Sorrisi, mentre un cameriere spostava la sedia dal tavolo per farmi accomodare. "Siete adorabile."

"Grazie, anche il tuo vestito è fantastico. Il bianco ti sta bene." Sorrise, mentre prendeva un sorso di tè dalla tazza che aveva in mano. "Ci è voluto un po' per far svegliare Gemma, ho sentito. Ieri dev'essere stata alzata a leggere fino a tardi."

"Sembra proprio che quei libri debbano sparire dalla sua stanza." Replicai ridendo, aggiungendo tre cucchiaini di zucchero al mio tè. "E' successo già altre volte, se non sbaglio."

"Sì." Annuì. "'Giorno Harry."

"Buongiorno mamma." Rispose baciandole la guancia. "E buongiorno Emerald." Si avvicinò a me, e io sollevai il capo per lasciare che mi baciasse le labbra. Mi sentivo ancora in imbarazzo a baciarlo di fronte a sua madre.

"Pronti per andare al Saint Mary, oggi?" Ci chiese, appena Harry si fu seduto nel posto accanto al mio.

"Saint Mary?" Domandai, con uno sguardo confuso sul mio viso.

"Quando il Festival inizia, è una tradizione per noi passare del tempo con i bambini malati." Spiegò la Regina. "Sappiamo che ciò non cambia le loro condizioni, ma almeno li fa sorridere un po'."

Annuii, non sapendo esattamente che cosa dire a riguardo. Passare del tempo con dei bambini malati in un giorno così di festa non mi sembrava l'ideale. Era triste, più che altro. Avrei preferito restare a parlare con Harry del Festival, perchè non vedevo l'ora di esserne parte per la prima volta nella mia vita.

"È divertente." Mi assicurò Harry. "I bimbi sono sempre le persone più dolci del mondo, sono disponibili per qualunque cosa."

"A meno che non siano troppo malati." Aggiunse sua madre, mentre sorseggiava il suo tè. Sentii la mano di Harry contro la mia schiena e notai che aveva il braccio sul sedile della mia sedia.

"Che stai facendo?" Domandai, girandomi verso di lui.

"Non posso mettere il braccio sulla spalliera? Bene." Rispose, togliendolo. Gli afferrai il polso e portai il braccio dov'era prima. "Bene, vedo."

"Hmmm, che vuoi dire?" Chiesi sorridendo.

"Non riesci a non tenermi le mani addosso." Ridacchiò.

"Non è vero." Ribadii. "Ci riesco."

"Sì certo, ci credo." Rise, mentre nascondevo il mio viso tra le mani. Harry appoggiò la testa contro la mia spalla mentre ridacchiava. Mi girai a guardalo con un sorriso stampato in faccia.

"Sai cosa sto aspettando?"

"Cosa, Vostra Altezza?" Lo stuzzicai con un sorriso.

"Solo Harry." Mi corresse. "Di giocare con i bambini. Sono i migliori."

Sorrisi. Il pensiero di Harry seduto a terra a giocare con dei bambini che ridevano mi invase la mente. In qualche modo mi trovai a pensare all'idea di avere un figlio nostro. Non riuscivo a immaginare che sarebbe cresciuto a palazzo. Anzi, solo il fatto di immaginare dei bambini era strano, ma se io e Harry stavamo per sposarci, un bambino sarebbe stato più vicino di quanto avessi immaginato.

Il Re e la Regina parlavano tra di loro con dei sorrisi smaglianti sulle labbra. Cercai di non guardare Gemma mentre si sedeva di fronte a me, un ghigno che cresceva sulle sue labbra. I camerieri iniziarono a portare in tavola dei vassoi pieni di cibo. Alzarono i coperchi per rivelare uova, salsicce e patatine fritte. Una colazione deliziosa.

Mentre mangiavamo, Gemma continuava a guardare me e Harry. Infilzò una salsiccia e se la portò in bocca, prima di sfilarla e continuare a ripetere quei gesti. Stavo masticando delle uova quando mi resi conto a che cosa alludeva, tossii e Harry si affrettò a chiedermi se andasse tutto bene. Annuii sorridendo, ma continuando a lanciare occhiatacce a Gemma che aveva un sorriso malizioso sulle labbra.

"Va tutto bene qui?" Domandò il Re Desmond improvvisamente.

"Sì." Annuii, bevendo dell'acqua. "Mi sono solo andate delle uova di traverso."

Il Re ridacchiò e tornò a mangiare la sua colazione. Lanciai uno sguardo ad Harry che sorridendo infilzava qualcosa con la forchetta. Allungò la mano sotto il tavolo e iniziò ad accarezzare il mio ginocchio nudo. Sorrisi, mentre tutto il mio corpo si rilassava al suo tocco.

***

Arrivammo all'ospedale circa un'ora dopo l'incidente a colazione. I corridoi odoravano di materiali per la sterilizzazione. Il forte odore mi entrò nelle narici, e starnutii. Harry raggiunse la mia mano e intrecciò le dita alle mie. Gli sorrisi mentre camminavamo dietro i suoi genitori e sua sorella.

"Questo è il reparto pediatrico in cui si trovano i bambini malati di cancro." Spiegò l'infermiera indicandoci la porta di fronte a noi. "I bambini dovrebbero essersi sistemati tutti sulla vostra destra."

"Grazie." Annuii il Re, stringendole la mano. Mi avvicinai all'infermiera che ci fece accomodare nel reparto.

"Miss Price." L'infermiera mi fece una piccola riverenza, e sentii le guance arrossarsi. "Come posso aiutarvi?"

"Volevo solo ringraziarla personalmente, averci accompagnato." Sorrise. "Qui in ospedale. Significa molto."

"Non è un problema." Sorrisi. "Mi piace questo periodo dell'anno e abbiamo tutti una ragione per essere felici e celebrare."

Sorrisi e valcai la soglia della porta del reparto. Notai Harry seduto a terra, con dei bimbi che lo circondavano sorridendo. C'erano due piccole bambine sedute in braccio a lui mentre parlava animatamente con loro. Una di loro aveva una coroncina in testa e una bambola in mano.

The Prince (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora