Capitolo 31

3.2K 241 20
                                    

          

"Che significa che sta tornando a casa?" Chiesi, facendo dei passi all'indietro con un'espressione accigliata.

"Lui-" S'interruppe subito. Sentivo delle lacrime negli occhi che stavano per iniziare a scorrere. Il mio cuore iniziò a correre più di quanto gli fosse possibile. La Regina si avvicinò e mi asciugò gli occhi.

"E' morto, non è vero?" Singhiozzai guardando verso il basso, non riuscendo a sopportare l'espressione che avrebbe potuto assumere alla mia domanda. Sentii le sue mani accarezzarmi le spalle. Io arretravo, mentre sentivo dei singhiozzi scuotermi il corpo.

Sentii le ginocchia non reggere più il mio peso e prima di cadere a terra, un paio di mani mi sostenne. Piangevo, mi sentivo come se la mia anima fosse stata strappata dal mio corpo. Non mi aveva risposto, ma avevo capito. Il suo silenzio sembrava essere la risposta a tutto. Il suo silenzio aveva già detto tutto.

"E' stato ferito, Emerald." Disse, accarezzandomi le guance. "E' in ospedale. Ha perso un sacco di sangue e ..."

"Portatemi da lui." Dissi, guardandola.  "Adesso."

"Emerald." Si intromise Re Desmond. Sollevai le mani per fargli smettere di parlare.

"Tu hai già fatto abbastanza." Dissi tra i denti stretti. "Portatemi da H, dannazione!"

"Sì, certo." Annuì la Regina Anne, asciugando le lacrime dalle mie guance. "Andremo e tutti insieme e quando torneremo ..."

"Preferirei andare da sola, grazie." Dissi, chiudendo gli occhi. "Capisco che è tuo figlio, ma per favore. Ti prego, lasciami andare da sola."

"Sì, capisco, Emerald." Annuì. "Vuoi cambiarti?"

"No." Scossi la testa. "Voglio andare da lui adesso."

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era Harry. Come sempre. Stavo ancora registrando il fatto che fosse vivo, ma ferito. Ferito. Non sapevo quanto stesse male, ma non era importante. L'importante era che lui fosse ancora vivo. Era al sicuro e lontano dal trambusto della guerra. Avevo ancora la possibilità di toccarlo.

Un autista ci raggiunse ed eravamo pronti a partire. La Regina mi diede un telefono e mi disse di chiamare l'autista quando fossi stata pronta per tornare. Onestamente, se fosse dipeso da me, sarei rimasta con lui finchè non sarebbe potuto tornare a casa. Non mi importava di nessun'altro. Era l'unica cosa importante nel mondo intero. Più importante di qualunque cosa stessi indossando in quel momento.

"Sembra nervosa, Miss Price." Notò l'autista, guardandomi dallo specchietto.

"Già." Sospirai non volendo parlare con lo sconosciuto seduto davanti a me.

"Sa, per le ragazze della sua età, lei è molto più matura. Come mai, Miss Price?"

"Stare al palazzo mi ha fatta cambiare." Risposi con nonchalance. "Ho avuto una vita abbastanza difficile. Le persone crescono."

"Ma lei è così giovane. Nessuno dovrebbe affrontare quello che ha passato lei." Concluse, tristemente. "E' quello che mi piacerebbe cambiare. La povertà è una cosa incredibile. Mi piacerebbe eliminarla completamente." Disse sospirando. "E' quello che pensa anche Anne. E sa che Harry ci riuscirà. Gli è sempre piaciuto riuscire ad accontentare le persone."

"Mi ripeti il tuo nome?" Chiesi.

"Sono Robin." Disse il grosso e burbero uomo, sorridendo. "Robin Twist."

Annuii e guardai fuori dal finestrino le auto che transitavano. Prestai più attenzione quando vidi il simbolo dell'ospedale, rappresentato da una grossa croce luminosa. Robin si fermò davanti all'edificio e mi mostrò un foglio di carta con il simbolo regale. Gli rivolsi uno sguardo confuso.

The Prince (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora