Capitolo 26

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Il mattino seguente, mi svegliai presto. La mia mente stava pensando al fatto che Harry se ne sarebbe andato con le truppe per la guerra. Mi ero svegliata così presto che l'esercito ancora non era partito. Li sentivo parlottare fuori dall'edificio e dalla mia posizione sul balcone riuscivo anche a vedere dove si trovava Harry.

Harry stava camminando insieme a gruppo di ragazzi che ridevano per qualcosa che era stato detto. Lui scosse la testa e le sue dita passarono tra i suoi capelli spostandoli di lato.

Era strano pensare che sarebbe potuto partire in qualsiasi momento e io sarei stata lì a guardarlo mentre se ne andava. Non sapevo come gestire i miei sentimenti sulla sua partenza. Sarei rimasta sola, e non volevo rimanere da sola. Mi piaceva la sua compagnia. Sarei rimasta sola, e avrei avuto solo Gemma con cui parlare. Non fraintendetemi, adoravo Gemma ma lei non era Harry.

"Buon giorno, Emerald." Disse la voce sottile di Trish. Mi girai e le sorrisi. "Ti sei svegliata piuttosto presto oggi."

"Sì." Annuii. "Ho un sacco di cose per la testa."

"Succede a tutte le donne." Aggiunse Trish, avvicinandosi e sedendosi accanto a me. "Ha a che fare con il Principe?"

"Quando non ha a che fare con lui?"

"Che cos'ha fatto questa volta?"

"Nulla." Sospirai. "È stato suo padre."

"Sta mandando le truppe." Precisò. Annuii, immaginando che avesse sentito le voci. "Sai quando se ne andranno?" Chiese.

"Non ne ho idea." Sospirai. "Non voglio che vada via. Non è colpa sua se ha detto quelle cose al Festival. Cioè sì, ma il Re non aveva il diritto di reagire così."

"La promessa che ha fatto per quando diventerà re?"

"È per questo che ha mandato anche lui. Lo sappiamo solo io e lui." Mi aggiustai i capelli con le dita e incrociai le gambe.

A quel punto Trish si alzò e mi disse che dovevamo prepararci per la giornata. Quel giorno avrei passato molto tempo con la Regina Anne. Non che non gradissi la sua compagnia, ma volevo solo restare un po' con me stessa. Nel palazzo c'è sempre da fare ed è raro che mi fermi e mi rilassi. Sono sempre impegnata e qualche volta ho voglia di una pausa. Le cose sono successe così in fretta. Stavo imparando a diventare una potenziale moglie, una regina e brava persona.

"Emerald, cara, va tutto bene?" Domandò Trish posando una mano sulla mia spalla. Stavo cercando di controllare il mio respiro, era una sensazione simile al mio attacco d'asma. Simile, ma non uguale.

"Mamma, devo chiamare l'infermiera?" Chiese una delle ragazze.

"Sì, per favore, chiamala." Poi si rivolse a me. "Emerald, hai bisogno di calmarti."

"Che succede?" Chiese una donna. "Ho appena visto tua figlia correre nel corridoio. Emerald sta bene?"

"Sì, Regina Anne, sto cercando di farla calmare. Credo che sia in iperventilazione, ma servirà l'infermiera per dichiararlo." Spiegò Trish. "Emerald cerca di respirare con me e rilassati."

"Guardie!" Chiamò la Regina. "Per favore, chiamate mio figlio."

"Sì, Vostra Altezza." Sentii un uomo correre via.

Trish mi accarezzava la schiena cercando di calmarmi. Non riuscivo davvero a sentire quello che dicevano perchè la mia mente continuava a pensare a che cosa sarebbe potuto accadere a Harry. Di solito non sono quel tipo di ragazza. Quelle che hanno bisogno di un uomo per sopravvivere, ma Harry prima di tutto era mio amico e forse anche di più. Se non avessi avuto lui, mi sarei sentita persa. Sembrava essere l'unico che capiva come mi sentivo. La sua gentilezza mi faceva sentire benvoluta e con lui potevo sempre essere me stessa.

"Harry sarà qui presto, Emerald." Sussurrò la Regina. "Cerca di rilassarti e respira."

"Lasciatemi passare!" Urlò una voce femminile. "Tutti fuori! Questa ragazza ha l'asma, e probabilmente questo è un attacco d'asma."

"Non è un dannato attacco d'asma." Sussurrò Trish. "So com'è l'asma e questo di sicuro non lo è."

"Sei tu l'infermiera?"

"No, ma una delle mie figlie soffre d'asma. E so capire se uno ha o non ha un attacco d'asma. Questo è solo un attacco di panico." Disse sovrastando dei passi. Alzai lo sguardo e vidi Harry nella sua uniforme rossa. Corse verso di me e si inginocchiò davanti a me. Le sue grandi mani mi coprirono le guance.

"Em, hai bisogno di calmarti." Disse Harry dolcemente. "Sono qui. Non devi preoccuparti di nulla. Libera la mente, non pensare a niente. Ascolta la mia voce e focalizzati sul tuo respiro." Continuò, sedendosi a terra e facendomi sedere a terra accanto a lui.

Feci come disse mentre continuava a parlare con me. Sentivo gli occhi di tutti puntati su di me e questo mi rendeva cosciente.

"Emerald, ti preoccupi troppo, non devi preoccuparti di niente. So che magari è per quella cosa che non posso dire." Aggiunse, accarezzandomi i capelli dolcemente. "Non devi preoccuparti per me. Prometto che ce la farò, per te. Non immagino quanto sia brutto perdere qualcuno in questo modo, amico che sia o di più. Sei il mio mondo, Emerald." Sussurrò nel mio orecchio.

"Devi solo pensare a vivere giorno per giorno. Sai che faremo? Potrai darmi il mio 'per sempre' una volta che sarò tornato. Quando tornerò il nostro 'per sempre' continuerà. Capito, Emerald?" Mi spostò i capelli di lato, e mi lasciò un bacio sotto l'orecchio.

"S-sì." Sussurrai, annuendo.

"Bene." Sorrise. "Va meglio?" Chiese, baciandomi una tempia. Annuii.

"Dovremmo lasciarla riposare." Esclamò l'infermiera guardando verso di me. Si inginocchiò di fronte a me, e mi guardò negli occhi. "Ha un sacco di cose per la mente, e ha bisogno di riposo."

"Harry, tesoro, puoi rimanere qui per il resto della giornata. Lo farò sapere al tuo capitano." Intervenne la Regina con un sorriso.

"E papà?" Domandò Harry, circondandomi la vita con un braccio. "Vuole che mi addestri."

"Un giorno non cambierà nulla." Sorrise a suo figlio. "D'altronde, credo che sia parzialmente colpa sua se è successo questo. Resta con lei, figliolo. Te lo meriti." Concluse, uscendo dalla camera. Mi appoggiai alla spalla di Harry e chiusi gli occhi, con un pesante sospiro.

"Sembri esausta, tesoro." Disse Harry. "Lascia che ti porti a letto." Mo alzai, cercando supporto su Harry.

Mi avvicinai e crollai sul letto, distesa sulle coperte. Harry mi guardò e si distese accanto a me. Fece scivolare il braccio sui miei fianchi e mi avvicinò a se, intrecciando le nostre gambe. Mi ricordò quando stavamo nella piccola casa al mio vecchio villaggio.

"Vorrei che fossimo nella nostra casetta." Sussurrai. "Da soli e pronti ad affrontare il mondo."

"Lo so." Rispose Harry, nel mio orecchio. "Qualche volta ci penso anche io."

"Così non dovresti andare in guerra." Mormorai, sentendo le palpebre tremare mentre cercavo di trattenere le lacrime. Ma non funzionò perchè iniziarono a scorrere lungo le mie guance.

"Lo so." Sussurrò. "Starò bene."

"Non puoi saperlo." Dissi, girandomi verso di lui. "Per quanto ne sappiamo, potresti tornare in una bara, Harry. Non so se sono pronta pronta a lasciarti andare se ti ho a stento."

"Che stai dicendo, Em?" Chiese, mettendosi seduto.

"Dico solo che sto ancora cercando di abituarmi a tutto questo e poi tu devi andartene così. Non è giusto."

"Gesù Cristo." Mormorò, alzandosi e dandomi le spalle.

"Cosa?"

"Possiamo essere seri per un momento?" Girandosi a guardarmi. "Ci hai mai pensato a sposarmi? O credi che io e te siamo solo un passatempo?"

"Harry-"

"No, non voglio giri di parole. Per tutta la settimana ci abbiamo girato intorno, Emerald. Voglio sapere se ti vedi come mia moglie. Se non ti ci vedi allora dovrei farti tornare a casa dalla tua famiglia."

"Harry, cerca di capire che cosa mi stai chiedendo." Risposi, unendo le mani e portandole al petto. "Mi stai facendo la proposta proprio adesso."

"Emerald, voglio una risposta." Ribadì. "Non voglio solo giri di parole."

"Non sono ancora pronta a darti una risposta."

"Perchè? Perchè non puoi?" Continuò, scompigliandosi i capelli con le dita. Fece qualche passo lontano da me. Mi alzai dal letto, avvicinandomi a lui e allungando una mano per toccargli un braccio. "Non toccarmi, Em."

"Harry." Sospirai.

"Emerald, non capisci che ti amo?" Esclamò, guardandomi. "Non è abbastanza per convincerti a sposarmi? Ti salverei da acqua e fuoco solo per sentirti dire che mi ami. Sei l'amore della mia vita, per quanto ne sappia. Perchè non lo vedi?"

"Non sarà così semplice, una volta marito e moglie, Harry." Replicai. "Stiamo parlando di tutte le responsabilità che comporta la tua vita e non se se sono tagliata per questo."

"Per cosa?"

"Per essere regina." Mormorai. "Se tu non fossi stato un principe, non avrei esitato un attimo a sposarti. Devi capire che non sono ancora pronta. Devo imparare quello che c'è da imparare prima di pensare a un matrimonio. E io lo voglio, te lo giuro, Harry." Conclusi, alzando una mano verso il suo viso per asciugargli le lacrime. "Non voglio farti del male in nessun modo, ma questo è quello che penso. Devo imparare. Tu hai avuto tutta la vita per farlo, io sono qui da poco."

"Ma ci pensi a noi? A noi sposati?"

"Certo." Sorrisi, accarezzandogli la guancia. "Come non potrei, se passiamo ogni momento della giornata insieme. Sei il mio mondo, qui, e non potrei non pensarci. Sappilo."

"Sì." Annuì. Mi prese una mano, prima di abbracciarmi. "Grazie."

Questa parte di Harry era una parte rara. Non lo avevo mai visto piangere. Era ansioso di costruirsi una vita. Sono sicura che non c'era altra cosa che volesse fare se non dormire nella camera che avremmo condiviso. Voleva portarmi in una stanza qualunque per fare l'amore. Anche io lo volevo, ma per il momento ero contenta di ciò che avevo.

"Andiamo a stenderci e riposarci." Gli dissi. "Togliti l'uniforme, sono sicura che faccia caldo lì dentro e che sia scomoda."

"Già." Annuì, confermando i miei pensieri. "Non ho altri vestiti da indossare, qui."

"Non fa niente, dirò alle guardie che vogliamo restare soli per un po'. Gli dirò che dovranno lasciarci il carrello con il cibo davanti alla porta. Va bene?" Domandai e lui annuì, stendendosi sul mio letto. "Torno subito."

Aprii la porta e trovai Waters fare la guardia alla mia stanza nel suo solito posto. Mi guardò.

"Volevo solo dirti che io e Harry vogliamo essere lasciati soli per tutto il giorno. Quando verrà Trish, dille di lasciarci il cibo davanti alla porta e di bussare. Io verrò a prenderlo. Dille di parlare con la signora Willer, per quanto riguarda la colazione di Harry." Lui annuì, ricevendo il messaggio. Ritornai in camera, avvicinandomi al letto, dove Harry era entrato.

Mi distesi accanto a lui. Mi strinse immediatamente alla sua pelle calda e affondò il viso nel mio collo. Un giorno a oziare. Non potevo chiedere di meglio. Non vedevo l'ora di passare un giorno come questo. La rarità di quei giorni era la cosa che me li faceva apprezzare di più. Era così che sarebbe stata la mia vita con Harry, coccole e baci sulle spalle nude. Momenti come quello mi ricordavano, come avevo già detto in precedenza, quando vivevamo per conto nostro. Entrambi rilassati così, immaginavo che anche ad Harry facessero piacere giorni di questo tipo. Mi sarebbe piaciuto scappare per un paio di giorno e poi ritornare. Ma dato che lui non era un ragazzo ordinario, non potevamo farlo. Ogni giorno c'era qualcosa di nuovo da fare.

"Emerald." Disse Harry. Girai la testa verso di lui.

"Hmm?"

"Ti amo." Mormorò. "Volevo solo che lo sapessi."

"Ti amo anche io, Harry."  

The Prince (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora