Canzone suggerita: Stranger Side-Gabrielle Aplin
Avevo finito di vestirmi e stavo aggiustando i miei capelli. Mi trovavo nel bagno della nave e stavo finendo di prepararmi. Qualcuno bussò alla porta prima che si aprisse. Harry si appoggiò allo spigolo con le braccia e gambe incrociate.
"Sono quasi pronta." Dissi, guardandolo. Mi rispose annuendo con un sorriso.
"Non vado di fretta, i miei genitori non sono ancora sulla loro barca." Rispose. "Sei sempre bellissima."
"Indosso gli stessi vestiti di prima." Sorrisi. "Sono semplici."
Harry ridacchiò e iniziò a fare avanti e indietro nel bagno. Mi girai per guardarlo. Non ero sicura di cosa gli stesse passando per la mente, sembrava perso nei suoi pensieri. Speravo che non fosse qualcosa di brutto.
"H," Lo chiamai e la sua testa scattò. "Stai bene? Sembra che tu stia pensando a qualcosa."
"Penso sempre a qualcosa." Sorrise. "E di solito si tratta di te."
"E cosa pensi di me?"
"Niente di importante, tesoro." Sorrise. "Credo che dovremmo avviarci adesso. La cerimonia delle lanterne inizierà fra poco."
"Perchè i tuoi genitori non sono su questa barca con noi?" Domandai, mentre uscivo dal bagno. Harry mi guardò sorridendo.
"È strano, è una sorta di parata con le barche. Lo facciamo ogni sera. Restiamo sulle barche per un'ora o due e poi lanciamo le lanterne nel cielo della notte. È come quando al tuo compleanno soffi le candeline ed esprimi un desiderio. È quello che facciamo."
"Quindi, è come le candeline ma non proprio?" Chiesi ed Harry annuì.
"Non è difficile, stiamo sulle barche a fare niente. Una volta lanciate in aria non possiamo più scendere di sotto, e quindi torniamo sulla terra ferma e poi al palazzo. Ed è lì che stasera avrò la mia discussione migliore." Spiegò battendo le mani insieme con un sorriso sarcastico sul viso.
Sorrisi e gli presi una mano. Sorrise di rimando e mi condusse al ponte superiore. Uscì per primo, la sua mano continuava a stringere forte la mia. Quando salimmo il cielo era colorato di rosa e arancione. C'era il capitano che faceva allontanare la nave dal molo ma continuando a tenere l'ancora.
"Vostra altezza, signorina Price." Ci salutò. "Pronti per le vostre lanterne?"
"Sì, capitano Swan." Annuì. "Le avete già portate?"
"Sì vostra altezza, sono su quella panchina. Ce ne sono abbastanza per tutti e cinque i giorni quindi in totale sono dieci."
"Mia sorella non viene su questa barca, quest'anno?" Chiese Harry.
"No, il Principe Louis è venuto in visita per il Festival, quindi staranno insieme su una barca. Hanno riaccompagnato la bambina all'ospedale e sono appena tornati." Spiegò. "Capitano Jones, Capitano Smee! Pronti a salpare?"
"Sì!" Risposero entrambi.
"Saremo i secondi in successione." Ci avvertì il capitano mentre ordinava a uno della sua truppa di alzare l'ancora.
"Quando lanceremo le lanterne?" Chiesi ad Harry.
"Quando sarà completamente buio." Sorrise. "Non ci vorrà molto prima che il sole tramonti. I miei genitori saranno davanti a noi."
"L'anno prossimo potresti essere tu il primo della fila." Lui annuì, spostandosi i capelli dal viso con la mano. "Deve essere un pensiero spaventoso."
"È snervante, Emerald." Specificò. "Ma starò bene. Se tu sarai al mio fianco."
"C'è una buona possibilità." Gli sorrisi.
"Non avrei mai pensato che avessi potuto fare qualche riferimento al matrimonio." Harry sorrise. "Stai, dopo tutto, catturando il mio cuore molto velocemente."
"Sei tu, MisterFilaTuttoLiscio?" Risi.
"Sempre." Ridacchiò. "Per te sarò sempre quella persona."
"H, non essere qualcuno che non sei. Mi piaci così come sei e non voglio che cambi." Sorrisi. Lui si girò verso di me con un sorriso stampato sul viso. Mi sarebbe piaciuto se quel momento fosse rimasto congelato nel tempo ma sapevo che non era possibile.
La barca iniziò a muoversi e io non ero ancora preparata. Scivolai indietro e per fortuna Harry mi afferrò prima che cadessi. Gli sorrisi e mi rimisi in piedi, spazzolando il mio vestito. I cittadini sul molo salutavano verso le barche emozionati. Era imbarazzante stare così davanti a loro. Non sapevo esattamente che fare visto che stavano guardando ogni mossa che io e Harry avessimo fatto.
"Non preoccuparti di nulla." Harry mi disse. "Vedranno il nostro matrimonio in televisione." Mormorò.
"Chi ha detto che ci sposeremo?" Ridacchiai, guardandolo.
"Mi ci stai portando tu." Sorrise. "Sto ancora aspettando."
"Per?"
"Per quelle sei parole." Mormorò, avvicinando le sue labbra alle mie. "O puoi accorciarle a tre, non mi dispiace."
Lo guardai negli occhi e ci vidi un luccichio. Era di buono, anzi, ottimo umore. Era come se l'aria del Festival lo avesse contagiato. Era più felice, ed era solo il primo giorno. Mi sorrise di nuovo, prima di prendere a salutare la sua gente.
"Non dici nulla?" Chiese, circondando le mie spalle con il suo braccio. "Niente di niente?"
"Non so che cosa vuoi che dica, Harry." Sospirai. "So che questo Festival ti emoziona ma io sto ancora cercando di conoscerti. Dammi del tempo."
"Lo so, e lo sto facendo." Sorrise. "Ti aspetterò fino a che non saremo entrambi vecchi decrepiti, se devo. Il tuo cuore è l'unica cosa che voglio nella vita. Rinuncerei al regno se così potessi avere il tuo cuore. Voglio solo stare insieme a te."
Arrossii alle parole di Harry. A volte era davvero dolce e questo faceva correre il mio cuore. E, nelle volte come questa, mi sarebbe piaciuto solo portarlo di sotto, e mostrargli cosa significava davvero per me. Sapevo che non potevo, con i suoi genitori presenti e tutto il regno. Quindi, mi alzai sulle punte e gli diedi solo un piccolo bacio sulla guancia, mentre lui continuava a salutare tutti.
"Grazie." Sussurrai. "Sei molto importante per me."
"Credo che siano più delle parole che volevo sentirmi dire." Confessò.
"Non ancora." Risposi. "Non sono ancora pronta."
"Okay." Annuì. "Lo capisco. Aspetterò."
"Lo so." Sorrisi. "Lo farò anche io se dovrò."
"Che intendi?" Chiese, accigliandosi.
"Harry, finchè non deciderò di sposarti, saremo una cosa temporanea e io potrei essere cacciata dal castello in ogni momento. Lo sai meglio di me."
"Non lascerò che ti accada qualcosa." Disse, guardandomi con uno sguardo serio. "Non possono portarti via, i miei genitori sanno quello che provo per te. Diavolo, l'intero regno sa quello che provo per te!"
"Non preoccuparti di questo adesso, H. È la festa del nostro regno, quello che un giorno governerai tu." Risposi. "I tuoi genitori stanno accendendo le lanterne."
Harry si avvicinò alla panca e prese le nostre due lanterne. Prese due candele e le pose all'interno dell'involucro. Vide i suoi genitori lanciarle. Harry mi guardò e sorrise.
"Voglio esprimere questo desiderio per noi." Disse. "Per il nostro futuro, voglio rimanere con te fino alla morte. Niente di più." Lanciò la sua lanterna nel cielo e accese la mia."
"Desidero..." Iniziai, guardandolo. Non sapevo che desiderio esprimere. "Non lo so, H."
"Andiamo, Em." Rise. "Pensa."
"Desidero essere felice e avere una vita gratificante con qualcuno che mi ami e che io amo." Decisi infine, alzando le braccia e lanciando la lanterna.
"Davvero? Questo è tutto quello che desideri?" Rise.
"Non sapevo che desiderare!"
"Ti rendi conto che abbiamo altri quattro desideri da esprimere?" Rise. "Io ne ho in mento centinaia, e tu non riesci a pensarne nemmeno uno!"
"Mi accontento di quello che ho." Scrollai le spalle mentre guardavo Gemma e Louis accendere le loro lanterne. Non appena tutti lanciarono le lanterne, il cielo si riempì di luci. Guardai verso Harry e aveva un grosso sorriso sulle labbra. Mi rivolse uno sguardo prima di tornare a guardare verso l'alto con i riccioli che gli circondavano il volto e il vento che li muoveva leggermente.
Allungò le braccia per stringermi a lui. Appoggiò le mani sulla mia vita mentre mi spingeva contro il suo petto. Non riuscii a non sorridere a quello spettacolo. Era davvero magico.
"È magnifico." Mormorò. "Proprio come te."
"Sei un tale romanticone." Risi.
"Non posso evitarlo." Sorrise. "Perchè è vero, tu sei sempre bellissima. Sei la più bella del mondo."
"Smettila di lusingarmi, Harry!" Risi. "Troppi complimenti per un solo giorno."
"Non potrei mai farti troppi complimenti. Sei perfetta." Disse e mi baciò.
"Eccoci!" Urlò il capitano quando ci avvicinammo al molo. Non mi ero neanche accorta di essere tornati lì.
"È ora della chiacchierata con i miei genitori."
**
"A che diavolo stavi pensando, Harry?" Esclamò Re Desmond appena entrammo nel suo studio. "Costruire una chiesa e cambiare le leggi! Cos'è?"
"È quello che voglio cambiare. Il vecchio paese di Em non aveva una chiesa, padre. Celebrano nella casa di un uomo!"
"Non mi interessa. Dove prenderemo i soldi, ragazzo mio?"
"Tasse." Rispose Harry. "Se rivedremo le tasse, queste persone potranno avere una chiesa. Se le abbassiamo per le classi povere e le alziamo per quelle più ricche, avremo abbastanza denaro. Ho fatto i conti con Mr. Bensen. Mi ha aiutato." Harry spiegò. "Voglio che abbiano delle cose carine, padre."
"La mia risposta è no."
"In caso ve lo siate dimenticato, sarò io il re." Ribatté Harry, alzandosi dalla sua seduta. "Non deciderai tu che cosa farò nel mio regno. Sarà mio, non tuo."
"Sarà come l'inferno." Ribadì il padre. "Ridurrai tutto in cenere se credi che costruire una chiesetta sia importante."
"Come ho detto, sarà il mio regno. Ciò che ho detto è giusto, voi sarete l'ex re. Non governerete voi la mia gente. Quando Emerald mi sposerà sarò in grado di farlo. Pianifico di cambiare la vita dei sudditi più poveri. Voi vi concentravate solo ad aumentare la ricchezza di chi era già ricco!"
"Non è vero."
"Avete fatto mettere una televisione nel cortile solo per vederci proiettata la vostra faccia! I soldi che sono stati sprecati per installare le nuove tecnologie potevano essere risparmiati e usati per le classi più povere. Non voglio dare niente di straordinario a queste persone, ma credo che meritino almeno una casa di Dio. Un santuario."
"Ho detto di no."
"Non sarà costruito sotto il vostro governo." Disse Harry, girandosi verso di me e prendendomi la mano. "Sarà costruito sotto il mio, Re Harry, non Re Desmond. Una volta che avrò acquisito il titolo, voi sarete solo "papà" o "Desmond"."
Non riuscivo a crederci. Aveva fatto riferimento al suo futuro da re. Non gli avevo mai sentito parlare di titoli. Ed eccolo lì a chiamarsi 'Re Harry'. Sua madre si coprì la bocca con la piccola mano, stupita.
"Harry." Iniziò infatti. "Tu-"
"Intendevo quello che ho detto." Ribadì, guardando entrambi i suoi genitori. "Quando sarò re, questa sarà la prima dannata cosa che farò. Gli costruirò una fottuta chiesa."
"Ti sei chiamato Re Harry." Mormorai. "Odi i titoli."
"Sì?" Chiese. Annuii. "Guarda, solo perchè l'ho detto non significa niente."
"Significa tutto, tesoro." Rispose la Regina Anne, accarezzando la guancia di suo figlio con la sua mano. "Stai crescendo."
"Sono cresciuto quando ho compiuto diciott'anni."
"Stai maturando." Ridacchiò. "È questo che succede a una persona quando si innamora."
"Sì, sì." Rispose, agitando la mano in aria. "Porto Em nelle sue stanze. Buonanotte." Salutò uscendo dalla stanza
Appena uscimmo, un grosso sospiro gli lasciò la bocca. Sorrisi e gli appoggiai una mano sulla schiena.
"Per la cronaca, sarai un re eccellente."
"Non dire niente sull'argomento." Ridacchiò. "Lo pensi davvero?"
"Hai tenuto testa a tuo padre, se questo non lo prova abbastanza, non so che cos'altro lo provi."
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The Prince (Traduzione Italiana)
FanfictionNel regno di Ula, il Principe Harry è arrivato all'età di dover cercare una moglie. Tutte le famiglie sono speranzose, inclusa quella di Emerald, una diciannovenne pessimista. QUESTA NON E' UNA MIA STORIA, SOLO UNA TRADUZIONE DEL TESTO ORIGINALE. TU...