Capitolo 27

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La sera prima del giorno della partenza di Harry, arrivò in fretta, con mio dispiacere. Mi sentivo lo stomaco in gola dal nervosismo. Ogni volta che rimanevo da sola non potevo fare a meno di piangere, a pensare che avrei potuto perderlo. Non averlo più con me era qualcosa che non riuscivo nemmeno a immaginare, mentre adesso però riuscivo a immaginarmi mentre percorrevo la navata. E me ne ero resa conto nel momento in cui avevo ammesso di amarlo.

Dopo la piccola discussione avvenuta qualche settimana prima, avevo reso come mio obbiettivo provarci, mentre Harry era via. Avrei lavorato duro e imparato a vivere come una vera reale. Ero molto determinata. Volevo che Harry fosse fiero di me, e quando sarebbe tornato gliel'avrei detto.

Bussarono alla porta, ma io sapevo che era Harry. Dovevamo cenare insieme. Ero sicura del fatto che avesse detto a tutti di non interromperci in modo da poter trascorrere da soli del tempo prima che partisse. Mi alzai dalla sedia, avvicinandomi alla porta per aprirla. Vidi Harry in pantaloncini e t-shirt, e dalla sua espressione, che era come la mia, capii che era pronto a trascorrere una bella serata. Senza spingerci troppo in là, solo riposo e coccole. Quella sera non saremmo stati il Principe Harry e la Signorina Price, ma Harry ed Emerald, due ragazzi che si erano innamorati in straordinarie circostanze.

"Ho portato qualche film." Disse, mostrandomi un borsone. "E ho anche del cinese e altre cose. Bevande gassate e cibo spazzatura, okay?" Domandò, dondolando sulle punte.

"Perfetto." Mormorai, spostandomi di lato per lasciarlo entrare. Si diresse verso la televisione che aveva insistito per far montare nella mia camera. Non ne avevo ancora una, fino alla settimana scorsa, quando disse che voleva vedere un film con me e siccome io non sapevo come funzionasse, non l'avevo ancora mai usata.

"Quale film vediamo per primo? Love Actually o Titanic?" Chiese, prendendo i DVD in mano. "Divertente o tragico, con qualche scena di sesso?"

"Ragazzi." Borbottai. "Quale vuoi vedere tu?"

"È uguale. Credo che quello divertente sia un film di Natale." Disse. "Guardiamo quello drammatico."

"Immaginavo." Risi, mentre Harry si inginocchiava davanti alla TV. Prese in mano un lungo oggetto e schiacciò un pulsante rosso, puntandolo verso la TV e facendo diventare blu una luce accanto allo schermo.

Sembrava una cosa naturale per lui, mentre per me era ignota. Momenti come quelli mi ricordavano quanto fossimo lontani nella scala sociale. Lui viveva in un mondo pieno di tecnologie mentre io avevo a mala pena un accendino. Ridacchiai mentre Harry si girò verso di me, sedendosi a terra.

"Ti dispiacerebbe prendere la borsa con il cibo?" Chiese, indicando il letto. L'afferrai e mi sedetti accanto a lui. Lo guardai mentre cercava qualcosa nella borsa, e il film iniziò.

"Uno per te, uno per me." Disse, passandomi un contenitore bianco e una forchetta. "Non ho preso le bacchette perchè sono difficili da tenere."

"Va bene." Ridacchiai guardando Harry che apriva una bustina contenente un liquido scuro e versarlo nel suo contenitore.

"Che c'è qui dentro, esattamente?"

"Cibo." Rispose. Roteai gli occhi al suo tentativo di sembrare divertente. "Non chiedermelo. Delle cose che noi non metteremmo mai insieme, ma loro sì. Mangia e basta."

"Perchè dovrei fidarmi di te?" Domandai, assottigliando gli occhi.

"Perchè mai dovresti fidarti di me?" Rispose, sollevando le sopracciglia. Aprii la bocca per rispondere ma non ne uscì nulla. "Esattamente. Non hai una risposta."

"Posso comunque negarti qualcosa." Dissi con un sorriso.

"Tipo?"

"Sesso." Scrollai le spalle, appoggiandomi alla barra del letto. Harry girò la testa verso di me e io continuai a sorridere. "Sarai pure il Principe, ma io sono una donna."

"E quindi?"

"È un segreto che devi capire da solo." Mormorai, e presi una forchettata del misterioso mix. Aveva un sapore strano, ma era buono.

"Perchè?"

"Gli uomini dovrebbero sapere questa regola." Dissi ridendo. "Mia madre continuava a ripeterla ai miei fratelli quando erano piccoli."

"Dimmela." Rispose e io risi. "Ti prego, farei qualunque cosa."

"No, non lo faresti." Risi. "Rimangiatelo, non faresti nulla."

"Lo farei!" Ribadì, annuendo. "Ora dimmelo."

"Happy wife, happy life." (Moglie felice, vita felice.) Risposi, ridacchiando. Harry mormorò qualcosa in risposta ma poi scoppiò a ridere.

"In altre parole, se tu sei felice lo sono anche io?"

"E hai anche una vita sessuale attiva." Dissi, puntandogli la forchetta contro. "Vinciamo sempre noi."

"Perchè voi femmine dovete essere sempre così maliziose?" Chiese, riempendosi la bocca di cibo. "Non capisco."

"Siamo il genere superiore." Sorrisi. Harry sospirò ma poi mi guardò con un sorriso felice. "Che c'è?"

"Nulla." Rispose, continuando a tenere quel sorriso. "È solo che tu mi fai sentire a casa, ecco tutto."

"Sono contenta." Esclamai, mentre lui si avvicinava e mi lasciava un bacio sulle labbra. Non era una bacio appassionato, era dolce, e rappresentava la sua felicità.

"Perchè sei così lontana?" Esclamò, afferrando la mia vita e avvicinandomi a lui. "Ecco, molto meglio." Disse, mentre lanciavo le mie gambe sulle sue, continuando a mangiare.

"Sono passati ottantaquattro anni ma riesco ancora a sentire l'odore della pittura fresca." Disse la vecchia donna del film, mentre si sedeva sulla sua sedia a rotelle. "Il Titanic era chiamata la Nave dei Sogni, e lo era. Lo era davvero."

Harry mi circondò le spalle con un braccio, spingendomi ancora più vicina al suo corpo. Era una sensazione confortevole: dolce e familiare. I suoi ricci lunghi mi solleticavano il collo, che era appoggiato alla sua spalla.

L'uomo orribile del film, Cal, credo si chiamasse, non era adatto a Rose e quando incontrò Jack, il mio cuore iniziò a battere forte, erano proprio come noi. Due mondi diversi, ma collegati.

"Non voglio andarmene domani." Confessò Harry, accarezzandomi i capelli. "Starò via tre mesi e mezzo. Dio, non so come farò a sopravvivere senza vedere il tuo bel faccino per centoquattordici giorni."

"Centoquattordici?" Esclamai, non realizzando che fossero così tanti."

"Tornerò per la vigilia di Natale." Sospirò. "Mi mancherai davvero tanto."

"Sarò tutta sola." Mormorai, affondando il viso nella sua maglietta.

"Lo so." Rispose, baciandomi la fronte. "Anche io."

Circondai il collo di Harry con le mie braccia, guardandolo nei suoi occhi verde brillante. Le sue labbra erano una linea sottile mentre ci scrutavamo, e ogni tanto le bagnava con la lingua.

Allungai il collo e lo baciai dolcemente. Harry portò le sue grandi mani alle mie guance.

"Ti amo tanto, Emerald." Sussurrò, spingendo la sua fronte contro la mia. "Lasciarti sarà molto duro. Mi spezza il cuore pensare che saremo lontani. Se potessi non andare scapperei con te in un batter d'occhio. Scapperemmo nel nostro piccolo cottage e inizieremmo la nostra vita lì."

"Davvero?" Chiesi, sorpresa.

"Come ho detto, in un batter d'occhio." Mormorò contro le mie labbra.

Per qualche motivo, questa confessione mi fece battere forte il cuore. Erano i dettagli più piccoli a farmi quest'effetto. Il fatto che aveva detto che avrebbe rinunciato alla sua vita reale da Principe mi rendeva felice. Harry aveva sempre la tendenza a dire cose dolci, e mi facevano impazzire, anche se erano cose stupide.

Nei suoi occhi riuscivo a vedere che quello che diceva era la verità e c'era una sorta di scintillio mentre parlava; si capiva che amava davvero la vita. Era una persona animata: in ogni istante solo guardandolo in faccia, di poteva capire il suo stato d'animo.

Il film terminò e noi restammo in silenzio sul pavimento. Il mio fondoschiena iniziava a far male a causa del pavimento duro. Harry si stiracchiò, producendo un forte sbadiglio e poi si girò a guardarmi concedendomi un mezzo sorriso. Mi faceva impazzire, sentivo le farfalle nel mio stomaco iniziare a fluttuare.

"Voglio restare alzato per tutta la notte." Esclamò. "Solo per guardare al tuo bel volto e memorizzare ogni singolo dettaglio di esso."

"Mi conosci già." Sorrisi. "Credo che dovresti dormire."

"Lo so, ma non voglio." Ribadì, stringendomi forte a sè. "Se mi addormento, avrò poco tempo da passare con te."

"Sono tua." Sussurrai. "Sarò tua per sempre."

Le sue labbra si incurvarono e i suoi occhi si puntarono nei miei. Poggiò una mano sulla mia guancia e iniziò ad accarezzarmi con il pollice, fino ad arrivare al mio labbro. Sentivo ogni respiro farsi sempre più pesante, il mio cuore pronto a saltarmi fuori dal petto. Harry avvicinò la testa alla mia e mi sfiorò le labbra prima di baciarmi appassionatamente. Le nostre labbra si muovevano insieme.

"Non voglio far niente stanotte." Mormorò Harry, contro la mia bocca. "Voglio stare con te, nel modo più puro possibile."

"Certo." Sorrisi. "Stare con te è un regalo meraviglioso." Harry sorrise prima di baciarmi di nuovo, e di spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Il silenzio tra di noi non era imbarazzante. D'altro canto, che cosa potevano dirsi due persone che stavano per separarsi per mesi? Non uscì nulla dalla mia bocca. Avevo voglia di dire un sacco di cose, ma non riuscii a dire niente.

"Balla con me." Esclamò Harry improvvisamente. "Ho una bella canzone, il titolo è ironico, ma è davvero bella, ed è anche vecchia." Rise, scuotendo la testa. Prese qualcosa dalla borsa e la posizionò nello stereo.

"Ser you later, Alligator" iniziò a venir fuori dallo stereo, cantata da una voce da bambini. Ridacchiò mentre mi prendeva le mani.

"Non sono una brava ballerina." Confessai, scuotendo la testa.

"Neanche io." Ridacchiò alzandosi in piedi e trascinandomi. "I miei vestiti non sono molto adatti per l'occasione, vero?" Chiese.

"Io non ho il reggiseno."

"Ci sono solo io a guardarti." Sghignazzò, facendomi girare e prendendomi le mani.

Guardi i suoi piedi che si muovevano a ritmo. Ogni suo movimento era calcolato, coordinato. Cercai di fare del mio meglio per imitarlo ma avevo paura di sembrare un maiale che balla.

"Te la stai cavando bene, Em." Rise Harry, mentre continuava a ballare. "In realtà nessuno sa come ballare propriamente."

"A me sembra che tu lo sappia." Esclamai, senza respiro.

"Qualche volta ho visto i miei genitori ballare." Confessò. "Segui il ritmo, sentilo nella testa."

Provai a fare come aveva suggerito, e un sorriso comparve sul suo viso. Iniziò a cantare seguendo le parole della canzone e ogni tanto mi prendeva tra le sue braccia. Affondai la faccia nella sua spalla, ridendo e ballando allo stesso tempo. Si spostò per darmi un bacio sulle labbra, continuando a seguire il ritmo.

Improvvisamente la musica si interruppe e ci girammo entrambi, trovando i genitori di Harry sulla soglia, che ci fissavano. La Regina sorrideva mentre il Re scoccò un'occhiataccia a Harry prima di andarsene. Le braccia di Harry si staccarono dalla mia vita mentre guardava sua madre.

"Abbiamo sentito la musica." Spiegò. "Odio dovervi interrompere ma è tardi Harry, e tu dovrai partire fra qualche ora."

"Lo so, mamma." Annuì, incrociando le braccia. "Volevo solo trascorrere del tempo con Emerald."

"Lo so." Ridacchiò, battendosi una mano sulla guancia. "Voi due sembrate così felici."

"E sarei ancora più felice se mi svegliassi con l'influenza in modo da non dover partite per la guerra." Mormorò, guardando il pavimento.

"Tuo padre di farebbe andare comunque." Sorrise. "Pulite questo disastro e andate a letto."

"Okay." Sospirò.

"Puoi rimanere qui stanotte, ragazzo mio. Non lo dirò a tuo padre." Disse, alzandosi sulle punte per baciargli una guancia. Poi si rivolse a me e mi abbraccio, baciandomi proprio come aveva fatto con suo figlio. "Buonanotte, voi due. E sogni d'oro."

"'Notte, mamma." La salutò. Si girò verso di me con un grosso sorriso sulle labbra. "Hai sentito cos'ha detto? Mi ha concesso di rimanere con te stanotte!" Ridacchiò, scompigliandosi i capelli con una mano. Mi avvicinai a lui e avvolsi le braccia ai suoi fianchi.

"Io non mi lamento. Tu?"

"No. Non lo farei mai." Sorrise, baciandomi. "Posso dirti una cosa?"

"Certo." Risposi, guardandolo negli occhi.

"Sposami quando tornerò. Ci amiamo e non riesco a immaginare nessun'altro nella mia vita se non te." Sorrise. "Sposami Emerald e vivremo il resto delle nostre vite insieme." Mi prese le mani.

"Non voglio prendere decisioni affrettate." Ammisi. Il suo sorriso si spense. "Te ne andrai per quasi quattro mesi."

"Non ti amerò di meno." Disse. "Giuro sul cuore." Disegnò una piccola x sul suo cuore. "Sposami. Mi renderai l'uomo più felice del mondo."

"Ti darò la mia risposta quando tornerai." Sussurrai.

"Quindi è un no." Disse, tornando serio.

"La mia risposta sarà una sorpresa." Sorrisi. "Ricorda che noi donne siamo molto maliziose." 

The Prince (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora