I giorni che seguirono la partenza di Harry furono estremamente difficili. Mi sentivo molto sola, e passavo molto tempo a pensare. Mi mancava tanto la sua compagnia. Era tutto ciò che volevo, passare un po' di tempo con lui. Mi mancava il suo tocco sulla mia pelle. Le sue dita che accarezzavano il mio braccio e che mi mettevano i brividi.
Indossavo un paio di pantaloni con una felpa abbastanza pensante. Indossai anche un paio di galosce dato che la notte precedente aveva piovuto. Sembrava comunque che in quel momento avesse smesso e quindi decisi di fare una passeggiata.
Il sol stava appena sorgendo all'orizzonte, estendendo i suoi raggi sul campo di allenamento, vuoto. La brezza mattutina era abbastanza piacevole, e la accolsi in attesa dei mesi invernali che stavano per arrivare. L'aria fresca apriva le mie narici e mi permetteva di respirare a pieni polmoni. Di solito lasciavo la finestra della mia camera aperta in modo che entrasse una ventata di aria fresca che mi permettesse di addormentarmi.
Camminai per quelle che mi sembrarono ore. Prima a destra, poi a sinistra, da sola. Le ore che non occupavo, le riempivo in questo modo perché avevo bisogno di scappare dalla mia noi. Harry era il mio divertimento. Non nel modo in cui potreste pensare, ma come mio amico. Non avrei potuto stancarmi della sua personalità dolce e accattivante.
Mi sedetti sul prato bagnato a guardare l'alba. Le mie ginocchia erano premute contro il mio petto, le braccia le circondavano mentre la mia testa ciondolava su di esse. Guardai le acrobazie degli uccelli nel cielo mentre si muovevano in grossi stormi.
Calma. Era l'unico aggettivo che mi veniva in mente. In quel periodo non c'era molto da fare al castello, e quindi dovevo trovare un modo per occupare il mio tempo. Certo, pensavo a Harry. Pensavo che cosa stesse facendo e se stesse bene. Non vedevo l'ora che arrivasse Natale, solo perché così sarebbe ritornato. Volevo sentire il suo grande e caldo abbraccio e la sua testa nell'incavo del mio collo.
Sentivo un galoppo di cavallo venire verso di me. Non mi girai, e il cavallo venne dritto di fronte a me. Il grande cavallo marrone mostrò il Re Desmond che mi fece una faccia corrucciata.
"Siamo preoccupati per te, Emerald." Disse, scendendo da cavallo.Si tolse i guanti e accarezzò la testa dell'animale. "Da quanto stai qui?"
"Da un po'." Scrollai le spalle, guardandolo. "Perché siete qui?"
"Mi hanno mandato a cercarti." Disse. Annuii, non muovendomi dal mio posto. "So che tu e mio figlio siete abbastanza intimi ultimamente, Emerald. E so anche che non hai gradito molto la mia decisione di mandarlo al fronte. MA mio figlio ha bisogno di responsabilizzasi, deve crescere."
"E' sembrata una punizione, più che altro." Risposi.
"Potrebbe essere vero." Annuì. "Mantengo sempre la parola data."
Restai in silenzio a guardare il verde dell'erba illuminata dalla luce del sole. Appoggiai le mie mani su di essa. Mi solleticava le dita e i palmi. Notai il Re inginocchiarsi accanto a me. I suoi occhi verdi guardando l'orizzonte. Erano proprio come quelli di Harry. Sono padre e figlio, dopotutto.
"Ula è bellissima." Confessò sorridendo. "Non mi stancherò mai di ammirare la mia terra. Vivere qui per tutta la mia vita, ho imparato ad apprezzarne tutta la sua bellezza."
Annuii, respirando profondamente e guardai il cielo che iniziava ad accecarmi. Lanciai un'occhiata al padre di Harry. Non so cosa provavo per lui in quel momento, era stato proprio lui, d'altronde a costringere Harry a partire.
"Emerald." Mi chiamò. "Sei mai stata a caccia?"
"No, mai" Scossi la testa. "Io e la mia famiglia abbiamo gli animali nel cortile quindi non abbiamo mai avuto il bisogno di cacciare. Perché?"
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The Prince (Traduzione Italiana)
FanfictionNel regno di Ula, il Principe Harry è arrivato all'età di dover cercare una moglie. Tutte le famiglie sono speranzose, inclusa quella di Emerald, una diciannovenne pessimista. QUESTA NON E' UNA MIA STORIA, SOLO UNA TRADUZIONE DEL TESTO ORIGINALE. TU...