Capitolo 7

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Harry  mi raggiunse sul balcone sedendosi accanto a me. Poggiai le gambe a terra così Harry poteva avere più spazio. Si tolse la giacca rossa che aveva indossato e la poggiò sulla spalliera della sedia di vimini.

 "Posso chiederti perché hai deciso di sgattaiolare nella mia stanza?" Chiese con un sorriso divertito sul mio viso.

 "Sono un ribelle." Mi disse, cacciando la lingua. "No, è che odio essere bloccato nella mia stanza tutta la notte. Ho letto un libro intero e non ce la facevo più a leggere."

 "Quindi hai deciso di mettere l'uniforme e venire qui? Capito." Annuii ridendo. "Perché l'uniforme?"

 "Così sembrava che stessi facendo turni extra." Scrollò le spalle. "Mio padre non mi chiede mai niente se indosso questa."

 "Sai che non sei veramente in punizione?" Chiesi, ridendo. Harry alzò le sopracciglia e mi guardò con uno sguardo curioso. "Me lo ha detto tua mamma dopo cena."

 "Certo che lo ha fatto." Sospirò. "Lei e mia sorella hanno questo pallino di farmi arrabbiare. Funziona, solo-ugh!"Si lamentò poggiando la testa contro la mia spalla. "Perché sempre a me?"

 "Sei il fratello minore, è il lavoro di Gemma." Risi guardando la sua testa. "Le sorella amano imbarazzare i fratelli. Fidati."

 "Sei la più piccola, comunque."

 "Non significa che non posso mettere in imbarazzo i miei fratelli. Anzi." Risi. "Una volta, Lucas si era addormentato mentre eravamo al mercato con la nostra bancarella. Così gli ho messo dell'acqua dei pantaloni. Lui pensava che si fosse bagnato da solo. Non mi ha ancora perdonato per quella volta. Specialmente perché c'era una ragazza che gli piaceva." Risi, accarezzandomi i capelli morbidi con le mani.

 "Sei terribile." Rise Harry, scuotendo la testa. "Non ti parlerei mai più se tu lo facessi a me."

 "Ho preso nota."Feci un cenno con la testa. Harry si mise a sedere e incrociò le braccia. "Freddo?" Chiesi.

 "No." Disse scuotendo la testa. "Non è bellissima la Luna?" Chiese.

 "Sì." Dissi, dandole un'occhiata. "Ma io sono un tipo da stelle."

 "Davvero? Perché?"

 "C'è qualcosa di mistico che ho sempre adorato. Possono essere lì un giorno, e il giorno dopo non esserci più. Magari perché sono esplose e hanno cessato di vivere. Non posso far a meno di pensare, sai, la persona che è destinata a stare con me, sta guardando la stessa stella che sto guardando io? Questa cosa è romantica." Dissi disegnando delle linee sulle mie gambe. "Sono senza speranza."

 "No, non penso che tu lo sia." Sorrise. "Non credo che le stelle siano romantiche come tu le descrivi."

 "Beh, non puoi esprimere un desiderio con la Luna. Dove vivo io, ogni notte vedo un sacco di stelle cadenti. Stelle che cadono sulla Terra. Quando ero piccola, sognavo di poterne prendere una e regalarla a questa persone." Sospirai. "Ma non ne ho mai presa una."

 "Non penso che tu possa prendere una stella." Precisò.

 "Forse fisicamente no, ma il mio animo da decenne era molto speranzoso su questo." Risi. "Sognavo di andarmene di casa, trovare un ragazzo di cui mi sarei innamorata. Ancora lo sogno, sai. Voglio sposare qualcuno che mi ami come io lo amo. Voglio amare quella persona, non sposarla per i soldi."

 Harry mi guardava semplicemente. Sembra star pensando a cosa avessi appena detto. Non ero sicura se girare il viso, ma non mi dispiaceva guardarlo. Sembrava una persona di cui fidarsi e a casa non avevo tanti amici con cui esprimermi così. Tutti i miei amici dovevano prendersi cura dei loro mariti, o delle loro mogli e dei loro figli.

The Prince (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora