Il ragazzo continuava a guardarla negli occhi senza dire niente, ma era come se le parole si rifiutassero di uscire dalle sue labbra fini,poteva leggere dolore,vergogna,nostalgia, in quegli occhi che sembravano attraversarla.
Cosí Ellen inizió con delle domande semplici.
-Capisci la mia lingua?-
Il ragazzo annuì.
Ellen esitó per un secondo e poi domandó: -Tu...sei un angelo non è vero?-
Annuì di nuovo,poi tentó di alzarsi a sedere ed una lieve smorfia comparve sul suo viso, Ellen lo aiutó e non potè fare a meno di sfiorare una delle sue soffici ali.
Il ragazzo si portó il pugno alla bocca e tossí,poi notó le ferite rimarginate sul suo petto.
-Sei stata tu a...- la sua voce era debole,cosí si aiutó con i gesti.
-Si-
L'angelo si portó una mano alla schiena e poi aggiunse: -Sei una...strega?-
Stavolta fu Ellen ad annuire.
-Qual'è il tuo nome?-
Tossí ancora.
-Loch,il tuo?- la sua voce stava tornando a farsi sentire,le rivolse un timido sorriso che Ellen ricambió.
-Ellen Lester- gli porse la mano e lui parve non capire.
-Voi non...vi stringete la mano?-
Scosse la testa,confuso,poi avvicinó la mano e strinse quella di Ellen con una delicatezza disarmante.
-Ti ringrazio Ellen Lester-
Si alzó in piedi, era alto almeno 20 centimetri piu di lei e le sue ali parvero ancora più maestose.
-È un bel posto qui.-
-Già, é il mio...rifugio-
-E sei sempre sola?-
-Di notte le persone non vengono mai qui...ma non sono sola-
Indicó le panchine,che a Loch sembrarono solamente vuote.
-Non abbiate paura a mostrarvi,lui é...un angelo-
"In tutti i sensi" pensó Ellen,subito arrossendo.
I fantasmi decisero di mostrarsi infine e Loch sembró piuttosto dispiaciuto.
-Voi non dovreste essere qui, i Celesti non vi hanno accolti?-
La vecchia signora fantasma annuì e gli rispose: -le nostre anime non erano abbastanza pure per loro,troppi rimpianti,cosí ci hanno scartati e adesso non possiamo muoverci da questa chiesa-
-E così non sono l'unico ad esser stato scartato...-
Ellen lo guardò con un'espressione interrogativa sul volto.
-Io sono un angelo caduto,ho commesso un crimine orribile che neanche ricordo-
Si cinse la testa con le mani e andó a sedersi sulla panchina in prima fila.
Ellen camminó verso di lui e si sedette al pianoforte.
-Se non avesse cominciato a piovere e tu non fossi caduto quaggiù...a quest ora udirei mia madre impazzire,gridare di dolore,strappandosi i capelli e tappandosi le orecchie,non sono in grado di giudicare alcun crimine.-
Loch alzó lo sguardo ed incontró nuovamente quegli occhi tempestosi che lo avevano accolto al suo risveglio, Ellen aveva preso in mano la bambola voodoo femminile,con lo spillo ancora piantato nella testa, gettó uno sguardo alla finestra,la pioggia era cessata.
-mi basterebbe premere un singolo tasto di questo pianoforte per iniziare la tempesta nella sua mente, mi basterebbe suonare...una o due note soltanto...-
Le sue dita sfiorarono i tasti bianchi lucidi di quel pianoforte, Loch si alzó di scatto e andó a sedersi accanto a lei.
-No- le disse dolcemente, dopo uno sguardo di esitazione quegli occhi tempestosi divennero semplicemente colmi di una dolce tristezza, sfilò lo spillo dalla testa della bambola e la ripose nel suo zaino nero.
-Ma non lo faró.-
Ellen cominció a suonare, la melodia era struggente e andava crescendo,finchè non si soffermó sui tasti piu acuti con leggerezza e chiese a Loch: -Sai suonare?-
-Qualcosa mi hanno insegnato...ma non sono bravo quanto te-
Cominció con un delicato ritmo.
-Bach! L'ho studiato- disse Ellen raggiante, prendendo parte a quell'intreccio che sembrò durare in eterno, non aveva bisogno di alcun paradiso quando poteva avere la musica.
Dopo aver concluso la loro canzone ad Ellen venne in mente di guardare l'orologio.
-Cavolo è quasi l'alba, devo assolutamente tornare-
-Tornare dove?-
-In orfanotrofio, è poco distante ma non puoi venire con me, devi nasconderti...magari qui sul tetto-
Si alzó in fretta e raccolse il suo zaino.
-Domattina io ed i ragazzi piu grandi dobbiamo portare i bambini alla messa...perció ci vediamo alle 11 in punto,tieni questo- gli sistemó al polso il suo vecchio orologio nero che aveva vinto a carte contro un vecchio al mercatino dell'usato e fece per correre via,ma Loch le prese una mano e la fermó.
-Non hai i genitori? Perché? Io vorrei ecco...conoscerti,sapere di più-
Quella richiesta colpì in pieno il cuore della ragazza che arrossì e gli sorrise,per poi sciogliere dolcemente la presa, aveva la pelle liscia e le sue dita erano sottili, avrebbe tanto voluto non lasciare quella mano candida.
-Tornerò ogni sera,ogni volta che potrò...ti racconteró tutto e cosí farai tu,è una promessa-
-Ti racconteró del Paradiso e dei Celesti,ti racconteró tutto Ellen Lester- sorrisero ancora una volta,prima di lasciarsi.
-Non vedo l'ora.-
Mise lo zaino in spalla e dopo aver tirato su il cappuccio, imboccó la via del ritorno.
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Cemeteries Of London (IN PAUSA)
Fantasy[Estratto dalla storia] "Dio non esiste, è solo la voce gentile di un uomo di larghe vedute che visitò il nostro mondo senza più tornare indietro. Lui è più potente, è un angelo caduto che è voluto rimanere tale, cercherà sempre di farti cadere tra...