Capitolo 13 - Porta d'uscita e porta d'entrata

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-Quindi qui a Londra ogni cimitero é una porta di sola entrata per l'Inferno o il Paradiso???-
-Esattamente, si da il caso che le "porte d'uscita" siano invece più rare e distribuite, la Porta di Londra si trova precisamente ad Highgate-
Ellen impallidì nel ricordare il suo primo incontro casuale con il demone.
-Ecco perchè...-
-Che cosa?-
-Un giorno siamo andati ad Highgate e li ho incontrato un demone, credevo di essermelo immaginato ma adesso so il perché-
-Che aspetto aveva?- la incalzó Judy
-Non ho memorizzato i lineamenti, ma era un ragazzo dagli occhi rossi e i capelli molto chiari.-
-Dagon.- sopraggiunse Loch.
-Come hai detto?-
-Quello era Dagon, é con lui che mi sono scontrato quella sera nella chiesa,lo conoscevo quando ero a Palazzo-
-Un demone in una chiesa? Che storia é questa?-
-Non si tratta di un normale demone Jess, Dagon é un angelo caduto come me- nel pronunciare le ultime parole gli venne un groppo in gola.
-So quello che pensi Loch, ma basta uno sguardo per capire che non sei affatto come lui. Hai combattuto il Richiamo, non é una cosa da tutti-
-E questi?- indicò le bruciature sul busto
-Il tuo nome sta a significare che nel tuo corpo è reincarnata l'anima dell'antico angelo caduto, Moloch, sapevamo che era possibile che succedesse, nessuno ha mai preso provvedimenti.
La stella sul petto significa che su di te è stata usata della magia nera.-
Ellen avvampò -Ehm, credo di essere stata io,l'incantesimo di guarigione ha fatto questa anche a me-
Tese il palmo della mano a Judy,che poté vedere il simbolo di Lucifero marchiato a fuoco sulla sua pelle.
-Questo é perchè hai potuto attingere alla magia di Lucifero stesso,mi chiedo come tu ci sia riuscita-
-Non ne ho idea, volevo che si svegliasse, ci ho messo tutta me stessa-
Dopo qualche attimo di silenzio Ellen aggiunse: - come potremmo aiutare in tutta questa situazione noi? Non sappiamo se il Richiamo tornerà o peggio Dagon, magari si porterà tutti i suoi amici angeli caduti per farci tutti fuori tranne Loch!-
-Quindi è Loch ció che Lucifero sta cercando, sta...radunando gli angeli caduti,è questo che avete scoperto non é cosi?- gli occhi di Judy si illuminarono.
I ragazzi annuirono all'unisono.
-E finchè io rimarrò separato dalla combriccola,lui continuerà a cercarli, li ho visti tutti in sogno e manco solo io all'appello, non é sicuro per me rimanere qui con tutti questi bambini nell'edificio- concluse Loch.
Tutti si soffermarono a guardare la finestra, il cielo era scuro e irrequieto, le sfumature di grigio interrotte da lampi bianchi, il ticchettio della pioggia contornava i loro pensieri.

Moona attraversó il corridoio rosso con una fiaccola in mano per qualche minuto, prima di giungere nell'atrio circolare, dove intinse le sue fiamme nella sostanza nerastra che colava dalle pareti come una cascata che si accese e illuminó la stanza intera.
La porta dell'Inferno si stagliava minacciosa davanti a lei, non la attraversava da molti anni ormai, era spessa, di legno nero, immissa in un arco a tutto sesto di pietra i cui cardini erano incisi coi simboli demoniaci,mentre la stella di Lucifero troneggiava nella chiave di volta, e ancorata da enormi catene che sbucavano dal terreno.
Poggió la fiaccola e si guardó intorno per ricordarsi come aprirla, notó una grossa leva di metallo ancorata nel suolo alla sua sinistra,si avvicinó e cercó di tirarla senza successo, quando una mano si posò sulla sua spalla.
Moona sobbalzó e si trovó a fronteggiare due familiari occhi rossi.
-Che ci fai tu qui?- gli chiese
-No,Moona, la domanda sorge spontanea per te, cosa stavi facendo qui?- si guardarono per qualche istante -E non cercare di mentirmi, lo capirei.-
-Voglio andare sulla Terra, devo vedere una persona.-
-Non dirai sul serio...-
-Perfavore Dagon non dire niente, mi serve solo un po' di libertà! Quando mi sento giù ho bisogno di stare con lei...-
-Moona non proprio adesso, non posso...-
Soltanto in quel momento lei notó i lividi sugli zigomi di Dagon, si avvicinó a lui e gli accarezzó una guancia, poi si fermó a guardare dei tagli che sbucavano dai lati del suo torso nudo.
-Voltati-
-Cosa?-
-Ho detto voltati.-
Dagon giró su se stesso, un reticolo profondo di segni di frusta in via di cicatrizzazzione gli solcavano la schiena, Moona appoggiò la fronte alla base del suo collo,in mezzo alle ali e tracciò con le dita il profilo di uno dei tagli.
-Che cosa ti ha fatto...-
-Non gli ho portato il ragazzo...- la voce dell'amico le arrivó flebile come un sospiro.
-Non puoi permettergli di farti questo.-
-Lui è il mio Signore...-
-Un Signore tiene al suo popolo.-
Dagon rimase in silenzio.
-Vedi perchè mi preoccupo? Le cose non possono andare cosi, non...-
-Che succede qui??- tuonó una voce. Gli occhi dorati risplendevano sulla sua pelle scura e li osservavano sospettosi.
-Belfagor, non preoccuparti, Moona vuole seguirmi mentre vado ad osservare i nostri "soggetti", devo capire bene quando attaccare. Di al Signore che lei è con me se la cerca.-
-Mh, d'accordo, spero non se la prenda di nuovo con te- gli rispose, guardandolo divertito.
-Andiamo Moona-
Dagon tiró la leva,che aprì le spesse porte nere.
Emersero dal cimitero di Highgate e spiccarono il volo.
-Quanto dista?-
-Ci vorrà poco, voglio soltanto stare un po con lei e chiederle consiglio-
-Non credo che le farà piacere vedermi, meglio se rimango fuori.-
-No, mi hai accompagnato, sei il mio migliore amico e lei se ne farà una ragione.-
Atterrarono vicino alla chiesa di St. Mary e svoltando a sinistra entrarono in una viuzza decorata da porte colorate.
-Numero 23-
Bussarono alla porta blu e una donna di mezza età aprí e la guardó incredula con i suoi occhi azzurri.
-O mio dio...-
-Mamma...-
Moona gettò le braccia al collo della madre e si lasció sommergere dal profumo di lavanda dei suoi capelli neri, quando si staccarono lo sguardo di lei fu per l'amico alle sue spalle, ancora sul pianerottolo.
-E lui?-
-Mi ha accompagnato, se non fosse stato per lui non sarei potuta uscire-
-Ciao Danielle.- mormorò debolmente Dagon.
Lo sguardo della donna vacilló un istante,poi disse:
-Entrate pure-
Moona scese di nuovo gli scalini e intrecció le sue dita con quelle di lui, il suo sguardo diceva "stai tranquillo" e lo trascinó con se dentro la sua vecchia abitazione: casa Lester.

Cemeteries Of London (IN PAUSA) Where stories live. Discover now