-Dev'essere per di qua,accendi la torcia Nat-
-Ahi Jess mi hai calpestato!!-
-Non ci vedo niente! Accendete quella benedetta luce!-
La torcia di Natalie si accese prima a intermittenza e poi diventando fissa,emetteva una luce flebile ma abbastanza forte da vedere dove mettere i piedi.
Il corridoio semi-abbandonato che si parò davanti ai tre ragazzi conduceva alle cantine che venivano ormai usate come magazzino,un vecchio materasso era disposto verticalmente a coprire la porta,era evidente da quanto tempo non fosse stato usato quel posto.
-Da quanto ne so,negli anni della sconda Guerra Mondiale queste cantine erano il rifugio per i bambini dell'orfanotrofio che erano rimasti in città,prima che fosse deciso di spedirli tutti nelle campagne,divisi di famiglia in famiglia...forza aiutatemi a spostarlo-
-Quante cose sai tu...-
-Questo è perchè tu non hai mai messo piede il biblioteca Jess-
Tutti insieme,cercando di fare il massimo silenzio,spostarono il materasso logoro di lato alla porta,anch'essa molto vecchia e areugginita,tanto che fu impossibile evitare che emettesse fischi e scricchiolii all'apertura,che furono seguiti da un sinistro silenzio.
-Questo posto non mi piace per niente- sussurró Natalie.
-Su andiamo!- disse Ellen,gia propensa a procedere.
Scesero i gradini di legno scricchiolanti e giunsero in un altro corridoio poco piu largo,alle pareti erano ammassate sedie di vario tipo,risalenti a chissà quale decennio, ed una discreta varietà di mobili,sul muro affisse foto dei bambini durante gli anni 40,gli anni della Guerra.
-Quanta storia in queste mura...-
Jess alzó gli occhi al cielo,beccandosi una gomitata da parte di Natalie.
Aprirono una porta,stavolta di legno e rivestita all'interno da vari cuscini e sacche,come ogni parete della grande stanza in cui si trovavano,dove troneggiava un letto matrimoniale ed una fila di cassapanche addossate alle pareti,oltre ad altra mobilia,dalla parte opposta all'entrata: una scalinata che andava verso l'alto conduceva alla seconda entrata/uscita delle cantine,da dove Loch sarebbe dovuto arrivare a breve.
-Che si fa?-
-Aspettiamo. Avete portato i libri che vi ho detto?-
-Si,direi che per una volta mi hai fornito la scusa per mettere piede nella biblioteca-
Si distesero tutti e tre sul grande letto,ancora morbido,anche se dalla rete scricchiolante,ed aspettarono,aspettarono per tutta la notte.Da quando era arrivato,Loch era stato costretto a fare la vita del ladro,del vagabondo purché non fosse visto,si infilò la felpa che Ellen gli aveva portato pochi giorni prima,incredibilmente non gli entrava stretta,forse era a lei che stava troppo grande,si era gia perfino occupata di praticare due fori sulla schiena per far passare le ali,quella felpa portava ancora il suo profumo.
La sua piccola casa occasionale era diventata ormai quella chiesetta,guardó con un mezzo sorriso la vetrata in ristrutturazione, a cosa avranno pensato,pensò,atti di vandalismo e vernice blu?
Stava salutando la gentile signora fantasma quando avvertí un forte dolore alle tempie,si portó le mani alla testa,le sue orecchie presero a fischiare,un rumore acuto ed incessante.
Cadde in ginocchio al centro della navata ed urló con tutto il fiato che aveva in gola,ma non riuscì a placare il dolore,non riuscí a placare quel fischio.
La porta principale della chiesetta si aprì con un tonfo,fuori pioveva.
Con fatica alzò lo sguardo verso la figura incappucciata che aveva disegnato la sua ombra sul pavimento marmoreo,il rumore sembró attenuarsi,la testa riprese a funzionare.
I fantasmi erano scomparsi ,era solo con quella creatura,che procedette verso di lui e si tolse il cappuccio con due mani.
Si fermó al suo cospetto e Loch potè vedere il suo volto.
Si alzó piano e lo guardò negli occhi.
-Dagon...- il ragazzo che aveva scelto da solo di cadere dalle nubi celesti.
-Da quanto tempo,Moloch-
Strinse i denti,odiava quel nome.
-Soltanto Loch,lo preferisco-
-Pensi che mi importi ciò che preferisci? Andiamo vuoi forse nasconderti dietro a un insulso soprannome? Usa il tuo vero nome sciocco,nulla potrà sottrarti al richiamo del Mio Signore.-
-E così hai attraversato-
-È stata la miglior scelta che io potessi fare,lui custodisce la mia anima adesso,io fortifico lui,lui fortifica me.-
-Cosa sei venuto a fare qui Dagon,non sono più un angioletto da sconfiggere,mi hanno bandito-
-Oh lo so,lo so benissimo, il primo richiamo è stato cosi potente e naturale che nemmeno te ne sei accorto,non è vero Moloch?-
-Non chiamarmi in quel modo.-
-Non devo chiamarti come,MOLOCH?-
Lo afferró per il collo e lo sbatte con le spalle al muro,le sue ali pelle e ossa senza piume risuonarono sul marmo,piantó uno sguardo feroce nei suoi occhi rossi,ma Dagon rise,una risata isterica e melliflua.
Piantó gli artigli nella sua spalla sinistra ed afferrandolo a sua volta per la gola capovolse la situazione, Loch era con le spalle al muro.
-Eri tu ad Hightgate,eri tu ció che lei ha visto...-
-Ottima intuizione,dato che tu non potevi vedermi-
Avvicinó il suo viso a quello di Loch fin quasi a sfiorare le sue labbra e sussurró: -Vi prenderò entrambi Moloch,è ciò che vuole lui e credimi...il lato oscuro è molto piu affascinante di quanto pensi.-
Dopodichè passo la sua lingua da rettile sull'estremità delle sue labbra,fino allo zigomo,praticandovi un taglio sottile,ma intriso di veleno,dopodichè scomparve in una nube nera.
Loch si portò le mani al collo,non riusciva a respirare,perdeva sangue,sangue che aveva assunto una colorazione verdastra.
Cadde ancora in ginocchio e tossí,tentando di trascinarsi verso la porta ancora spalancata.-El che ore sono?-
-Le due passate-
-Non sarebbe dovuto arrivare a mezzanotte?-
-Magari non ce l'ha fatta,forse piove troppo forte oppure c'è gente in strada-
-Che de dici se andassimo a dormire,sono stanca di aspettare,lo incontreremo domani-
-Si avete ragione,andiamo-
Ellen raccolse la torcia e la sua felpa,poi si alzò e fece per andarsene,quando la botola d'uscita si spalancò e Loch piombó giu da le scale,cadendo disteso e immobile ai loro piedi.
-LOCH!-
Si chinarono su di lui,immobile.
-Ha perso i sensi...-
Cercarono di voltarlo a pancia in sù e videro il taglio che gli attraversava trasversalmente metà viso,respirava rantolando e il sangue ribolliva sulla sua pelle come acido corrosivo,mentre colava in rivoli verdi e caldi fin sul suo collo.
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Cemeteries Of London (IN PAUSA)
Fantasy[Estratto dalla storia] "Dio non esiste, è solo la voce gentile di un uomo di larghe vedute che visitò il nostro mondo senza più tornare indietro. Lui è più potente, è un angelo caduto che è voluto rimanere tale, cercherà sempre di farti cadere tra...