Capitolo 17 - Diversivo

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-Belfagor, tu con me, Moona e Astarte di qua-
Dagon sfiló la spada dalla cintura e camminó chinato dietro ai cespugli.
-Appena attaccate io ed Astarte andremo verso l'edificio,non fate loro del male, divertitevi soltanto-
-Affare fatto- Belfagor le fece l'occhiolino ed uscì dal suo nascondiglio per unirsi agli altri angeli.
-Astarte,tu comincia ad andare io ti raggiungo- disse Moona, prima di essere sorpresa da Dagon, che la attirò a se per abbracciarla.
-Mi dispiace per quello che ho detto, non posso arrabbiarmi con te solo per un favore che mi hai chiesto, non voglio tradire il nostro legame è solo che...-
-Lo so, non vuoi tradire neanche il vostro.- lo guardò negli occhi rossi per qualche istante, il volto di Dagon si avvicinò pericolosamente al suo, finche le punte dei loro nasi non si sfiorarono. Moona fu percorsa da una scarica di brividi, inspirò profondamente e indietreggiò.
-Dagon lo sai io...-
-Si....si, non so che mi sia preso...buona fortuna per la missione- se ne andò mentre una folata di vento gli scompigliava i capelli biondi.
Una scia di dubbi ed emozioni di fecero strada nella testa di Moona,cosa pensava di Dagon? Fino a quel momento credeva che amasse...no,doveva concentrarsi e portare a termine la missione, sua sorella sarebbe venuta da lei e avrebbero affrontato il padre insieme, doveva farlo, per se stessa,per tutti, per Uriel....
Raggiunse Astarte dietro il prolungamento laterale della siepe e scrollò le ali.

-Voi restate qui, non venite fuori per nessuna ragione. Avete capito?- Natalie e Jess annuirono ed Ellen si allontanò da loro dopo aver eretto un cerchio protettivo attorno alla porta del dormitorio.
Si allineò a Judy e Loch, che spancò la porta principale sensa timore.
Li contò, cinque angeli dalle ali senza piume sostavano davanti al loro cancello.
Trasalì, tre contro cinque.
Aprì la mano sinistra, sul palmo marchiato apparve una fiamma scarlatta, i suoi occhi si illuminarono ed una barriera incandescente si delineò attorno all'orfanotrofio, la porta si chiuse alle loro spalle. Loch e Judy evocarono le loro armi,che brillarono intensamente.
Un ragazzo biondo si fece avanti dalla fila, la sua spada sembrava la gemella di quella di Loch, ma composta d'ossa e fuoco, la affondò nel terreno davanti au suoi piedi e li guardò negli occhi uno ad uno.
-Chi si rivede- guardò Loch e ridacchiò.
-Non ci sarebbe bisogno di un tale spreco se voi decideste di fare la scelta che vi spetta. Loch è dei nostri, o prima o poi lo diventerà, ma noi preferiamo "prima".- Ellen avanzò accanto a Loch e gli afferró il polso, Dagon sorrise in maniera strafottente
- Non te lo portiamo via, anche tu ci appartieni. Insomma guardati, hai appena evocato una barriera di fuoco Satanico, sei marchiata, non cercare di fare la brava bambina, é inutile-
-E se mi rifiutassi?- Loch avanzó fino ad essere faccia a faccia con l'avversario, la distanza tra loro era minima e fu acorciata ancora da Dagon che passò due dita sotto il suo mento e fece schioccare la lingua.
-Ora basta con i giochetti- Loch con un rapido movimento lo colpì alla testa con l'elsa della sua spada, Dagon indietreggiò e piantò il suo pugno a terra per frenare l'urto, poi rise.
La spada di Loch cominciò ad emanare una luce rossastra.
-Lo vedi? Lei sa cosa vuole veramente,sei una parte del tutto, accettalo- allargò le braccia per indicare gli angeli, sembrava il principio di una rissa tra ragazzacci.
-Non mi importa, perchè io so chi sono-
Loch reagì nuovamente e attaccò per primo sferrando vari attacchi in una sequenza veloce, un ragazzo pallido con gli occhi cerchiati di nero e i capelli dello stesso colore si staccò dalla fila in volo e atterrò davanti a lei.
Ellen con un guizzo fece emergere due spade sottili dalle proprie mani, la loro forma eterea ingannava, si era esercitata a produrre quel fuoco piu duro dell'acciaio.
-Ciao Samael- il ragazzo sorrise, increspando la cicatrice con il proprio nome che aveva sotto l'occhio sinistro, poi cominciò ad attaccare ed Ellen ringraziò le lezioni di scherma che aveva preso anni prima.

Moona osservò i tre uscire a testa alta dalla porta principale,vide per la prima volta sua sorella.
Di piccola statura, i capelli corvini le incorniciavano il viso pallido e gli occhi azzurri balenavano rapidamente dalla schiena dell'angelo che aveva accanto al gruppetto dei suoi.
I suoi occhi si illuminarono di fuoco e una vera fiamma fuoriuscì dalla sua mano sinistra,una spessa linea come un laser cominciò a calare lungo il perimetro dell'edificio, Moona sobbalzò e trascinò Astarte all'interno del cerchio. Erano dentro.
Aprirono la pesante botola di legno sul retro e scesero nel rifugio. Moona accese la sua tempesta, i fulmini che le danzavano attorno alle mani proiettavano luci violette sulle pareti,trovarono facilmente la strada, i corridoi dell'orfanotrofio erano deserti.
Astarte la superò intravedendo il portale con su scritto "dormitori",ma a un certo punto schizzò all'indietro abbagliato da delle scintille.
A terra uno strano simbolo disegnato a terra in rosso stava davanti all'ingresso e generava un'altra barriera.
Al di la del muro trasparente due ragazzini indietreggiavano,guardandoli, una impaurita, l'altro con un'ostentata rabbia,mentre brandiva una Katana da collezione non affilata.
Moona allungò una mano aspettandosi di essere respinta,ma non fu cosi.
Attraversò il portale senza problemi, Astarte sbraitava e tirava pugni alla barriera, imprecando con parole incomprensibili,lei gli fece cenno di aspettarlo lì e si voltò appena in tempo pet bloccare a mani nude la lama della Katana che le stava calando sul viso,la strappó di mano al ragazzino e la appoggió delicatamente a terra per poi superarla con un passo lento ed elegante.
Puntò gli occhi azzurri sui due e vide l'espressione della ragazza cambiare e distendersi.
-La barriera, l'ha fatta con il suo sangue vero?-
Il ragazzo la guardava incredulo
-Che cosa?-
-Ellen ha dipinto quella runa antica con il suo sangue non é vero? Ecco perchè mi ha lasciata passare.-
-Chi sei tu?- chiese la timida ragazzina
-Sono sua sorella.-

Lo scontro procedeva discretamente, sembrava più un gioco ormai ed Ellen dubitava che i Caduti stessero facendo del loro meglio, c'era sotto qualcosa che le stava sfuggendo.
Era rimasta sola a terra: Judy e Loch avevano rincorso i loro sfidanti su tra le nuvole mentre Samael continuava a giocare con lei.
Più volte lui si era alzato in volo ed era ricomparso alle sue spalle ridendo mentre Ellen saltava e scagliava incantesimi.
Lo vide sparire nuovamente, prina che le sue esili braccia le afferrassero la vita con forza e la sollevassero.
I suoi piedi non toccavano più il suolo anche se si trovavano ancora a bassa quota, sentiva Samael sbattere le grandi ali rosse mentre lei si divincolava dalla sua presa.
Ad un certo punto Ellen notò con orrore quattro figure uscire dal retro dell'orfanotrofio, Jess e Natalie con uno dei Caduti che non aveva notato prima, un ragazzo possente e muscoloso dai capelli lunghi e biondi ed una strana ragazza angelo dalle piume nere.
Riuscì a divincolarsi dalla stretta di Samael e a lasciarsi cadere nel vuoto.
Loch le gettò uno sguardo pieno di terrore mentre parava i colpi di Dagon, che si arrestò per urlare: -SAMAEL CHE COSA FAI?! NON DEVI UCCIDERLA!-
La sua risposta arrivò in un ghigno - Oh ma certo- prima che si lanciasse in picchiata su Ellen,che con un incantesimo scudo era riuscita ad atterrare in maniera poco brusca, e la bloccò a terra con il proprio corpo.
-Bye Bye dolcezza- si chinò su di lei e la baciò, Moona scattò verso di loro urlando -NO!- ma fu bloccata da Astarte, successe tutto in pochi secondi,Ellen avvertì come il sapore del fumo nella sua gola, poi tutto si fermò e divenne buio.

Cemeteries Of London (IN PAUSA) Where stories live. Discover now