Capitolo 4 - Mattino

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Quella mattina,come promesso, al tavolo dei grandi sedevano un'assonnata Ellen, Jess e Natalie, rispettivamente 16 e 15 anni, e il piccolo Neville con il suo voto di silenzio.
Ellen afferró la fetta di toast dal suo piatto e lasció il resto allo spavaldo mingherlino seduto accanto a lei.
-El cos'hai stamattina,brutti sogni?-
-No,sono stata sveglia per un po'-
-Definisci "un po"- la apostrofó Natalie
-Qui tutti e due...beh tre, sappiamo delle tue scappatelle notturne El- il ragazzo le fece un occhiolino appositamente esagerato e si mise a ridere.
-Mi avete beccata di nuovo, ma voi non avete idea di come ci si sente quando si ha la libertà così vicina! La tengo in pugno ormai,mancano solo due mesi,credo di potermi permettere delle gite addizionali-
-A noi tocca aspettare ancora qualche anno ma appena liberi verremo a suonarti il campanello,sei avvertita Lester- continuó Jess.
-Ma dov'é che vai ogni volta che te la svigni si puó sapere?- l'amica era alquanto curiosa.
-A pregare- rispose Ellen addentando l'ultimo pezzo di toast ed alzandosi dal suo posto in mensa.
-E a questo proposito dovremmo sbrigarci,mancano 10 minuti,radunate il gruppetto di Martha e Tommy,io ho dimenticato il cappotto-

Ellen si diresse nuovamente verso la sua adorata chiesetta in testa a un gruppetto di bambini assieme ai suoi due amici.
Si chiedeva se lo avrebbe rivisto,o se la sera prima fosse stata solo frutto della sua immaginazione, infiló le mani nelle tasche della sua giacca nera e procedette.
Una piccola folla stava entrando dalla porta principale della chiesa,ma l'attenzione di Ellen fu catturata da un altro particolare e il suo cuore sembrò alleggerirsi.
Loch era in piedi appoggiato al campanile,le sue ali bianche risplendevano alla luce mattutina e la sua pelle sembrava ancora piu bianca,i suoi occhi erano solo per lei,sorrise e si scompiglió i capelli.
Nessun altro si sarebbe soffermato a guardare il tetto della chiesa,fortunatamente, Ellen gli rivolse un ultimo sguardo prima di essere richiamata da Natalie per essere rimasta indietro.
Durante tutta la messa i suoi pensieri furono per la sera precedente e per Bach,non prestó molta attenzione al sacerdote,ma sorrise quando due dei bambini si offrirono per leggere una preghiera.
Teneva per mano la piccola Martha quando si diresse all'uscita.
-Jess, Natalie! Io mi trattengo ancora un attimo,dite alla signorina Shaw che sarò lì per il pranzo-
-Cosa devi fare?-
-Incontrare una persona, a dopo ragazzi-
Quando si voltó per poter fare il giro attorno alla chiesa notó un'allegra famiglia allontanarsi, il padre aveva i capelli rossi sgargianti,come i due figli,la madre invece aveva i capelli color ebano e quando le passarono davanti,degli occhi azzurri identici ai suoi si soffermarono su di lei per un istante, solo un istante che bastó per far mutare espressione alla donna,che incitó la famiglia ad accelerare il passo dopo aver rivolto un ultimo sguardo pieno di vergogna a Ellen,che rimase immobile al suo posto,come pietrificata,mentre aspettava che la folla sciamasse via,finchè non rimase nessuno.
Due rivoli cristallini le bagnarono le guancie.
Una mano delicata afferró il suo polsó cogliendola di sorpresa,trascinandola dietro ad un angolo nel muro della chiesa.
-Loch mi hai spaventata-
-Scusami...ehi,stai piangendo- le rivolse uno sguardo preoccupato.
-Oh,no non devi preoccuparti, solo il passato che continua ad incontrarmi ovunque-
-Quella donna,lei é tua madre non é vero?-
Loch aveva colpito nel segno.
-E l'uomo...no non devo nemmeno chiamarlo cosí, la mia famiglia sono Jess e Natalie: i miei migliori amici,nessun altro-
-Stamattina ho esplorato il quartiere,avevo gia visto quella famiglia arrivare,non abitano molto distanti da qui. Paul e Danielle Lester,perché porti ancora il loro nome?-
-Siete in tre a saperlo,in orfanotrofio dissero che mi chiamavo soltanto Ellen,ma a quindici anni trovai il mio fascicolo e ho deciso che suonava bene-
Ingoiò il sentore di amaro che sentiva e aggiunse: - Sono stata scartata anche io per ció che sono.
Vedendo il suo viso rattristarsi Loch le prese il mento con due dita e la costrinse a guardarlo.
-Basta lacrime adesso,sei mai stata sul tetto di una chiesa?-
-Una volta mi sono rotta un braccio tentando di arrampicarmi su una quercia, cosa hai in mente?-
-Tu tieniti forte a me-
-Aspetta cosa...-
Fece passare appena in tempo le sue mani attorno al collo di Loch, lui le cinse la vita con forza e spiegò le possenti ali.
Atterró sul punto dove lo aveva visto un'ora prima,accanto al campanile.
-Devi essere impazzito,potrebbero vederci!!-
-Sono un angelo caduto,cosa ho da perdere? Guardati un po' intorno piuttosto-
La vista,seppure non fossero molto in alto, era da mozzare il fiato,le nuvole bianche e piene annunciavano un'imminente giornata di pioggia,ma lasciavano filtrare l'azzurro e la luce del sole,non aveva mai visto la città sotto quella luce mattutina.
Dopo qualche minuto per contemplare tale bellezza Ellen si voltó verso l'angelo per chiedergli un passaggio in discesa.
-Ma devi sempre andartene tu?-
-Non voglio far preoccupare le responsabili,tra due mesi esatti sarò libera di rimanere sui tetti quanto vorrai.-
Loch le rivolse un altro sorriso.
-Posso chiederti un favore?- le chiese improvvisamente,Ellen annuì.
-Hai una vaga idea di chi sia Moloch?-
-Ho gia sentito questo nome ma non mi dice niente, l'ho visto sai il tatuaggio sulla tua pancia-
-Non è un tatuaggio,fino a. Ieri non c'era.
Avrei bisogno soltanto di una piccola ricerca, stasera ti spiegheró perché.-

Cemeteries Of London (IN PAUSA) Where stories live. Discover now