Senza alcuna esitazione Loch praticò un taglio sull'avambraccio, il sangue blu colò denso in una coppa che fecero scivolare tra le labbra schiuse di Ellen.
-Adesso aspettiamo, se non succede niente aumentiamo la dose.-
Loch annuì.
-Ma come facciamo quando torneranno gli altri bambini? Dobbiamo assolutamente svegliarla entro domani!-
-Si sveglierà. Useremo anche il mio sangue se serve. Questa è la sua battaglia, é chiaro che saremo noi a spingerci nel loro regno, Moona non poteva fare altro, lui l'avrebbe capito...-
-Ma scommetto che è stato Lui a dire a Samael come agire, Ellen ě un pericolo per Lucifero, quando usa la magia usa il suo marchio, attinge dalla sua magia come hai detto tu, credo voglia riprendersi il potere che lei continua a sottrargli.-
Durante quei minuti Ellen era rimasta immobile, il silenzio regnò nella stanza per qualche secondo.
-Facciamo un altra prova con il sangue, dobbiamo raggiungere il suo cuore.-
-Allora ci serve una soluzione piu drastica-
-Capisco dove vuoi arrivare, sicuro che riesci a farlo?-
Annuì deciso.
Pochi attimi dopo Judy tornò con una siringa presa dall'infermieria, Loch impallidí leggermente, aspirò il suo sangue dall'avambraccio e sganciò il primo bottone della camicetta di Ellen, levò in alto la mano e affondò la siringa nel suo petto, spingendo finchè non rimase neanche una goccia di sangue.
-Ti prego svegliati...-
Ellen sembrò sussultare, le sue vene si scurirono lentamente,visibili sotto la sua pelle bianca, poi balzò a sedere spalancando la bocca come se fosse stata in apnea per troppo tempo.
Tossì e si aggrappó alle braccia di Loch, lacrime copiose sgorgarono dai suoi occhi mentre respirava,finalmente aria pura.
Judy le portò un bicchier d'acqua che Ellen trangugiò in pochi secondi.
Appena ritrovò fiato,ancora stretta al braccio di Loch, disse con voce flebile: -Ho sentito tutto...-
Gli occhi di Judy si gonfiarono di lacrime, Ellen si gettò tra le sue braccia.
-Io la odiavo, volevo farle del male, non avevo idea...non sapevo...- singhiozzò.
-Non importa, ti porterò da lei a conoscerla, potrai riabbracciare tua madre Ellen...-
-Un momento Natalie! E Jess! Li hanno portati via! Cosa...-
-Era tutto un piano di tua sorella perché uscissimo da qui a quanto pare, voleva parlarti ma non poteva avvicinarsi a te senza che vostro padre capisse, loro staranno bene, quando starai bene tu andremo a prenderli.-
-Ma io sto benissimo!!-
-Forse adesso, ma comincerai a provare strani dolori alla schiena gia da domani, quando le ali ti spunteranno sarà come dover morire e rinascere, saranno due splendide ali nere...-
-Ali nere...quindi era lei...-
Ripensò alla ragazza dai capelli neri che usciva dal retro seguita dai suoi amici, i ricordi dello scontro si fecero vivi nella sua mente e il sui sguardo si rabbuiò.
-La trasformazione, ha rallentato soltanto gli effetti non è vero?-
Judy impallidì.
-Quanto tempo mi rimane?-
-Effetti? Tempo? Di cosa stai parlando?-
-Samael... il suo bacio è mortale quanto il suo nome, diventare angelo mi ha solo permesso di sopravvivere all oblio in cui ero intrappolata non é cosi? Quanto tempo mi rimane?-
-A mio parere, un mese.-
Ellen si morse il labbro -Morirò il giorno del mio compleanno, non sognavo altro...-
Loch spostava il suo sguardo da Judy a Ellen,sconcertato.
-Volete dirmi...state forse dicendo...mi state prendendo in giro. Voi...-
Si alzó dal letto e si diresse verso la botola, uscendo in giardino.
-Ti lascio parlare con lui, torno nella mia stanza- Judy si asciugò gli occhi e si avviò dalla parte opposta.Ellen raggiunse Loch sotto l'albero che troneggiava nel giardino sul retro.
Guardava la luna,che dipingeva riflessi sulle lacrime cristalline che gli rigavano il viso.
-Ehi egoista, non sei tu quello che sta morendo-
Si sedette accanto a lui e portò le ginocchia al petto.
-No ma sono quello che ti sta perdendo. Non sapevo neanche se ti avrei riavuta.-
Lei lo guardò seria.
-Anche la zia che non sapevo di avere mi sta perdendo, anche i miei migliori amici che non sanno niente mi stanno perdendo, anche la madre che tanto mi ostinavo a odiare e la sorella che voglio conoscere. E io perderò voi. Siamo pari. Ormai ciò che é fatto è fatto,non potevamo prevederlo ed è troppo tardi per tornare indietro.-
-El ti giuro, se tu finisci all'Inferno io verrò da te, ad ogni costo, lo saprò quando...-
-Essere figlia di Satana non significa che sono abbastanza cattiva da finire laggiù.-
Una folata di vento scompigliò i suoi capelli, che Loch le scostò dal viso per portarli dietro alle orecchie. Ellen si raggomitoló e si strinse nella felpa,appoggiandosi al suo petto.
-Mi devi insegnare a volare- rise
-non sai quanto vorrei partire a corsa,adesso, arriverei ad Highgate a piedi.-
-Quando avrai imparato saremo tre angeli contro di lui. Possiamo farcela,anche contro cento Caduti.-
- Allora il piano è ammazziamo mio padre, un lavoretto semplice-
Risero assieme, prima di alzarsi e tornare mano nella mano all'interno dell'orfanotrofio.Moona era raggomitolata sul davanzale della finestra della sua stanza che dava sulle strade rosse dei Giardini Infernali.
Pensava alla sorella che ancora non aveva conosciuto, ma qunado l'aveva vista cadere, quando l'aveva vista sotto al peso del corpo di Samael, non aveva esitato a correre da lei, un gesto avventato che l'aveva messa in mostra, ormai poco le importava, voleva solo pace dopo tutto ciò che era successo.
Per non parlare della situazione di Dagon, non sapeva cosa pensare, proprio in quel momento sentì tre colpi alla porta,sapeva di chi si trattasse, così si alzò per aprirgli la porta.
-Ehi- sussurrò
-Ehi...non sono io quella che dovrebbe venire nella tua stanza a consolarti?-
-Credo che sia tu quella che ne ha più bisogno-
Si sedette accanto a lei,che aveva preso posto sul suo letto.
-É tutto così contorto, Lucifero prima la vuole, poi vuole ucciderla...-
-Prima ti promette qualcosa e un attimo dopo la promette a qualcun'altro...-
-È mai successo niente tra voi?-
-Una volta, prima di tutta questa faccenda, qualcosa è successo...-
-Mio padre è un uomo imprevedibile a quanto pare...-
-Cavolo non ci avevo pensato...con tuo padre!-
-Già, strano eh?- non le rispose
-Sai forse sto cominciando a pensare che avevi ragione-
-Su cosa?-
-Su quello che provo, non sono piu sicuro di niente-
-Non sai se sei gay o....-
Dagon diventò paonazzo -No cioè,più o meno, con parole diverse....- sospiró -si è quello che intendevo- concluse visibilmente imbarazzato
-Ehi in fondo a chi importa chi o cosa ti piace, sei sempre tu.-
-Importa a me...-
-Non sai se puoi fidarti di lui non è vero? Non dire che non ti avevo avvertito-
-Ogni volta che scelgo di stare dalla sua parte va a finire che hai sempre ragione tu-
-Vorrà dire qualcosa no?-
-Si...come ieri sera, non so cosa mi sia preso,non so se quello che stavo per fare è ciò che voglio...- Dagon abbassó lo sguardo per un momento
-Cosa stavi per fare?-
-Questo-
Piantò gli occhi scarlatti in quelli di Moona; con entrambe le mani attirò a se il suo viso.
Lei si irrigidì per lo stupore, ma le labbra di Dagon erano morbide,calde,dolci, sentì di aver bisogno di quella dolcezza e non rifuggì quel gesto avventato, le sue mani accarezzavano lentamente le sue guancie, il suo tocco era familiare, fin troppo.
Moona si separò da lui, che continuava a cercare le sue labbra
-Dagon non so se rifugiarti in me migliorerà le cose...-
In risposta,lui la costrinse a distendersi bloccandola con il proprio corpo,quasi le ali le facevano male.
-Anche tu puoi rifugiarti in me, almeno questa volta, è ciò di cui abbiamo bisogno.- le rubò un bacio a fior di labbra -E poi- continuò -é troppo tardi per tornare indietro.
Dagon ricominciò a baciarla con più trasporto, Moona assecondò quel contatto, le mani di lui scivolarono sotto la stoffa,attorno ai fianchi,la strinse piu vicina a se mentre lei gli sfilava la maglietta, la sua pelle era caldissima e i suoi baci colmi di passione, ma la sua mente cominciò a cambiare direzione, e le tornò in mente il timido contatto con una pelle fredda,bianca e perfetta,degli occhi più azzurri dei suoi che la scrutavano nel profondo, capelli morbidi in cui aveva affondato le mani centinaia di volte.
Afferrò Dagon per le spalle e lo respinse.
-Ti sbagli, non è troppo tardi.-
La delusione nei suoi occhi era leggibile.
-Non posso Dagon, non é questa la soluzione ai nostri problemi...-
Lui si alzò,recuperando la sua maglietta,facendo passare attentamente le ali dai fori sulla schiena, poi si fermò davanti a lei, le prese entrambe le mani e la sollevò in piedi, avvolgendola in un abbraccio.
Moona gli cinse il busto e accarezzò la pelle nera e liscia delle sue ali.
-Mi dispiace Moona, io volevo solo...-
-Sentirti amato. E anche io, ma non posso fare questo a Uriel, lo amo ancora,dopo tutto quello che è successo e aspetto soltanto il momento in cui potrò liberarlo.-
-Lo so...-
-Non provare a piangere stupido. Ti voglio troppo bene per vederti ancora soffrire inutilmente.-
-Stavo per rovinare il legame più unico e vero che ho.-
-Non importa,basta sofferenza,ecco di cosa abbiamo bisogno.-
-Ti aiuterò, incontrerai tua sorella e libereremo Uriel insieme, non posso permettermi più di avere dubbi. Ho scelto da che parte stare-
YOU ARE READING
Cemeteries Of London (IN PAUSA)
Fantasy[Estratto dalla storia] "Dio non esiste, è solo la voce gentile di un uomo di larghe vedute che visitò il nostro mondo senza più tornare indietro. Lui è più potente, è un angelo caduto che è voluto rimanere tale, cercherà sempre di farti cadere tra...