Capitolo 16 - Completo

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-Ok sono pronta-
Ellen e Judy erano appena tornate dalla loro "visita olografica" in Paradiso, le avevano mostrato il luogo dove si trovavano tutte le armi angeliche che i Caduti non erano riusciti a prendere, cosi lei avrebbe potuto raggiungerlo con la mente, poichè solo con la magia si puó attraversare il Cerchio Celeste.
-Ho trovato i gessetti!!- urló Natalie dal fondo del salottino della biblioteca.
-Perfetto,puliremo tutto alla fine.- Ellen poggió il libro davanti a se e si inginocchio a terra,poi cominciò a tracciare i simboli riportati sul libro che gli Angeli le avevano dato, il suo primo vero libro di magia.
-Non ho mai visto un arma angelica, possono essere di tutti i tipi?-
Judy sorrise e alzandosi in piedi lasciò le ali scoperte dall'incantesimo, sganciando un orecchino che a quanto pare era "magico" e mise le mani di fronte al viso,mentre una calda luce si propagava al movimento delle sue dita.
Strinse in mano una grande lancia bianca, più o meno della sua altezza,adornata da gemme azzurre e il disegno di un ala candida piumata al lato della lama. I tre amici rimasero a bocca aperta.
-Ognuno di noi ne ha una,e ognuna risponde al padrone soltanto,Dagon e Lilith sono gli unici ad essere riusciti a riavere le loro,per circostanze particolari, e spesso le armi degli altri lanciano attacchi involontari a chi ci si avvicina, come se avessero un anima. Loch sarà felicissimo, senza l'arma non si è completi.-
-Allora riportiamogliela subito! Due armi sono meglio di una!- esclamó Jess.
Ellen si chinò in avanti e poggió le mani ai lati del sigillo imposto sul pavimento, visualizzò la strada percorsa, eccolo: il cancello, le guardie si spostarono per farla passare, il lucchetto si spezzava, entrando nella sala una luce acciecante la investì, l'ultima cosa che sentì fu il familiare profumo di Loch, poi riaprī gli occhi e soffiò sulla polvere di gesso, che si dissolse nell'aria lasciando fluttuare al suo posto la sagoma di luce di una spada.

Loch era solo nel suo stanzino,pur sapendo che l'orfanotrofio era vuoto ed accessibile, stava disegnando con tratti semplici e veloci, era un ritratto di Ellen, del suo viso stupito di quella mattina quando aveva detto con sicurezza di essere innamorato di lei.
Non poteva non esserne sicuro, lo aveva capito nel momento in cui aveva aperto gli occhi e lei era la prima cosa che aveva visto.
Poggiò la schiena al muro a cui il letto era addossato e guardò il soffitto stringendo il foglio al petto.
No, aveva voglia di mostrarglielo, di correre ad abbracciarla, non poteva più stare solo e chiuso in quella stanza.
Si alzò di scatto e un brivido lo invase, percepì una sensazione che non provava da troppo tempo, si fece strada tra la mobilia affiancata alle pareti, aprí ogni porta con una spallata, salì gli scalini, pronto ad avventurarsi nell'edificio sconosciuto,si ritrovò in una stanza buia e cominciò a tastare il muro, quando la luce si accese e due giovani occhi scuri vennrro in suo soccorso.
-Ehi amico cercavo proprio te, c'è una sorpresa che ti aspetta!-
-Che tipo di sorpresa?- gli chiese allarmato
-Tranquillo vedrai, su andiamo che altrimenti ti perdi come stavi gia facendo- ridacchiò e lo spinse per le spalle verso un'altra porta.
Emersero nel corridoio principale dell'orfanotrofio.
-Ehi senti un po' Jess, tu e Natalie,non ci conosciamo molto ma non vi ho mai ringraziato, siete piombati in una situazione assurda senza preavviso e siete ancora qui, insomma, non siamo neanche amici...-
-Devi sapere che Ellen è come una sorella per noi, è tutto ciò che abbiamo e che abbiamo sempre avuto,era la bambina grande che ci insegnava cosa fare, non potevamo non rimanere con lei anche se abbiamo dovuto accettare che libri e film ormai non hanno alcun senso, tutto in poco tempo, ma ehi,non é cosi male far parte di questo mondo, anche se non aiutiamo molto in fondo-
-Magari ti insegno a combattere-
-Sarebbe davvero figo! Grazie!-
-Ma tu e Natalie...-
Giunsero alla porta della biblioteca
-Che ne dici se ne riparliamo un altro giorno, da uomo a uomo?- si scambiarono un occhiata e risero, Jess spalancò le porte ed ecco di nuovo quella sensazione di calore al cuore e formicolio alle braccia.
E allora la vide, fluttuare nell'aria.
La sua spada,il prolungamento delle sue ossa.
Spostò lo sguardo su Ellen,che lo incoraggiò con un cenno a prenderla.
Si avvicinò ed impugnò il manico a spirale che sembrava fatto di cristallo,spire d'acqua che si avvolgevano su se stesse, una lama lunga e affilata,luccicante e bellissima.
Gli occhi di Loch si illuminarono mentre faceva scorrere le dita sul metallo bianco, portò la lama alla fronte e le sue ali sembrarono fremere.
-Non so che dire...-
-Allora non dire niente- Ellen gli cinse i fianchi da dietro e poggiò la guancia tra le piume morbide.
-Adesso però, vediamo che sai fare.- esordì Judy, sguainando la lancia angelica.
Loch fece un passo avanti e la sua spada brillò mentre roteava nella sua mano.
-D'accordo, vediamo, non sai quanto mi mancava-
-Basta chiacchere- mulinò la lancia e la danza cominciò.
Loch era più preciso, ma Judy più agile e veloce, lo scontro finì alla pari con le lame puntate l'una al collo dell'altro.
Le luci si spensero improvvisamente.
Ellen cadde in ginocchio e sentì la mano bruciare, Loch si portò la mano al petto e al basso ventre,la spada cadde in un rumore metallico.
Si guardarono in un momento di puro terrore,Judy osservò il cielo oscurarsi dalle finestre.
-Sono qui.-

Cemeteries Of London (IN PAUSA) Where stories live. Discover now