Capitolo 25 - La paura non esiste

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Dagon subito si affrettò a piantare i suoi artigli in una spalla di Ellen,che gemette ma se lo aspettava.
-Scusa- le arrivò sussurrato in un orecchio.
Moona afferrò i polsi di Loch e li portò dietro alla sua schiena per legarli con un filo di elettricità pura.
-Ma che piacere vederti, sei viva allora-
-Qual buon vento Samael?- lo canzonò Dagon, poi si accorse che non era solo.
-Ho trovato questa bella fanciulla alla porta nord, è amica tua?-
Ellen spalancó gli occhi vedendo Judy tra le grinfie di quel bastardo e cercò di divincolarsi, ma la presa ferrea di Dagon le ricordò il piano.
-Dove li portiamo questi, fratelli?- calcò l'ultima parola con disprezzo spostando gli occhi neri sul paio rossi davanti a lui.
-Le segrete andranno più che bene finché sua Maestà non decide cosa fare.- intervenne Moona.
-Io ho un idea migliore- ribattè Samael. -Facciamo loro un po' di sana...paura.-
Dagon ammutolì, ma fu costretto a rispondere -Molto bene. Andiamo allora-
Procedettero lungo il corridoio scuro e scesero molte scale, addentrandosi sempre di più nel nucleo dell'Inferno.
-Non vedo niente- giunse alle loro orecchie il sussurro di Judy.
-È perché sei un angioletto puro,bambolina, al contrario di questi due- la zittì Samael -Benvenuti, gentili ospiti, è qui che inizia la paura.-
-Il nono cerchio- concluse Dagon.
-COSA?- esclamò Loch.
-Tsk- ghignò Ellen -e così saremmo dei traditori eh?-
-Chiunque tradisca il mio Signore è meritevole di tale pena- lanciò una breve occhiata a Moona, che rimase impassibile -E ho aggiunto io questa opzione speciale che vi terrà incatenati alle vostre peggiori paure mentre congelate in eterno senza trovare pace-
Spinse Judy attraverso una soglia scura e la bloccò poco prima che lei cadesse dall'enorme baratro che aveva davanti.
Ellen si sporse e la visione non fu affatto rassicurante.
Si trovavano esattamente a metà di un enorme cratere scavato nella pietra, alzando gli occhi c'era soltanto buio, non potevi vedere gli altri cerchi,mentre sul fondo,visibile attraverso gli strati di ghiaccio troneggiava imponente una statua di pietra che ritraeva Lucifero, ma con tre volti e tre paia di ali, immersa nel lago fino alla vita e ricoperta da sottili cupole d'acqua sospese.
-Spero che il panorama sia appagante, possiamo andare adesso-
Uno ad uno, tenendo stretto il proprio prigioniero, spalancarono le ali e si gettarono in picchiata verso le lastre cristalline sul fondo.
Centinaia di migliaia di corpi immersi erano adesso visibili.
Samael trascinò Judy sotto al primo strato,per fortuna non fino all'ultima zona,o le sarebbe spettata una sorte ben peggiore del ghiaccio, così fece Moona con Loch, fermandosi al secondo: la zona Antenora per i traditori della patria, dove furono immersi con il naso all'insù.
-LOCH- urlò Ellen, cercando di divincolarsi.
Moona e Samael riemersero e si diressero verso la porta, tornando in superficie, sua sorella le lanciò un'ultima occhiata carica di speranza e preoccupazione.
Dagon le prese il volto già rigato di lacrime tra le mani.
-Ellen ascoltami, non posso fare altro per te, puoi uscirne solo se credi in te stessa e non cedi alla tentazione di abbandonarti, ricorda la mia voce: "È solo un'illusione"-
Dopodiché le poggiò una mano sulla nuca e le spinse il volto nell'acqua gelida con forza.

Ellen inspirò a pieni polmoni, emergendo dall'acqua, ansimante, si guardò intorno e non era più all'Inferno, era immersa con tutti i vestiti nella vasca,quella era casa sua.
Si alzò di scatto e corse fuori dal bagno, ogni stanza era deserta, il silenzio regnava sovrano, finché non le giunsero alle orecchie delle urla provenienti dall'esterno.
Si precipitò fuori, sfondando la porta dalla foga, e per la strada trovò solo orrore.
Demoni di ogni genere andavano uccidendo ogni umano o creatura gli capitasse a tiro, sbucavano da ogni via e volavano nel cielo cosparso da nubi rosse.
Corpi sull'asfalto e pozzanghere scarlatte...sua madre, distesa poco piu avanti della soglia, bianca come un cencio e con gli occhi spenti.
-MAMMA!- corse verso di lei, ma un paio di mani la afferrarono per le braccia, strattonandola verso l'alto.
-Sei proprio ostinata Ellen- era Samael a parlarle -Non sei riuscita a salvare nessuno. Ti saresti risparmiata questa orrenda visione...se tu fossi morta subito.- rise con una malvagità profonda e continuò a volare e a trascinarla con se, sempre più in alto, un deja vu, la lasciò cadere, ma sapeva che l'avrebbe fermata, si divincolò mentre lui le bloccava il corpo a terra, cerco di cambiare l'inevitabile, ma lui riuscì ad afferrarle il volto e a darle quel bacio, ancora una volta.
L'Oblio, se lo ricordava bene, come un'enorme stanza nera, dovunque camminavi non vi erano ostacoli, ma il nulla eterno ad attendere la follia, seguita dalla morte.
-NON DI NUOVO- Ellen si portò le mani alla testa, quasi strappandosi i capelli.
-Non ho forse già pagato abbastanza?Compirò il mio destino comunque alla fine! Non ti basta?-
-Devo distruggerti Ellen-
La voce era di Lucifero stavolta, che le apparve poco distante, il corpo etereo come un ologramma.
-E per farlo non basterà ucciderti, distruggerò tutto ciò che ami...e forse mia cara bambina, l'ho gia fatto-
Le guardò attraverso gli occhi e le balenarono in testa visioni frammentate. Loch, Moona, Dagon,zia Judy, i bambini...tutti quanti stesi a terra come sua madre, rivoli di sangue colavano dagli occhi e dalla bocca di ognuno di loro.
La risata di suo padre riecheggiò nell'aria rarefatta di quella scatola nera, Ellen chiuse gli occhi.
"La paura non esiste"
Li riaprì e si gettò contro Lucifero evocando la sua spada fatta di fiamma viva, l'ologramma scomparve e la lama incontrò una parete sottile che prima non c'era, frantumandola in mille schegge di vetro scuro.
"È solo un'illusione".

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⏰ Last updated: Oct 05, 2017 ⏰

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