Moona entrò nella sala del trono, convocata assieme a tutti gli altri dal Sommo Signore, suo padre, non lo avrebbe piú guardato con gli stessi occhi.
Si posizionó nella fila tra Belfagor e Dagon, a cui lanció un occhiata piena di gratitudine prima di prestare attenzione all'uomo che scese dal suo trono per raggiungerli sulla sponda del lago, agitó le sue ali infuocate e in un attimo fu davanti a loro.
-Come ben sapete, il vostro capo e compagno Dagon vi guiderà nella spedizione che servirà a portare tra i nostri l'ultimo angelo ed una strega il cui potere interessa al sottoscritto e al bene del nostro regno-
"Baggianate" pensò Moona.
-Tuttavia sono stato informato di un nuovo piano, Dagon vuoi illustrarcelo?-
Dagon fece un passo in avanti e con un cenno della testa fece segno a Moona di seguirlo.
Posizionati ai lati di Lucifero, si voltarono per parlare alla schiera degli angeli.
-Nella giornata di ieri, io e la mia compagna Moona abbiamo studiato la situazione dell'angelo.
Il piano era quello di attaccare l'orfanotrofio dove i due risiedono e farli nostri prigionieri. Ma cosí facendo, sarebbe un rischio per la nostra copertura. Ieri siamo giunti alla conclusione che il nostro attacco avrà la funzione di diversivo.-
-E per cosa?- tuonò Belzebú
-Sarànno loro a venire da noi.- disse Moona.Loch si alzò dal letto e scrolló le spalle, stiracchió le braccia e si posizionó davanti a uno specchio polveroso attaccato al muro, guardó gli occhi, i suoi occhi caldi color cioccolato, che ancora stentava ad immaginarsi iniettati di sangue, avventati, famelici.
Spalancó le ali bianche e voltó la testa a guardarle, una piccola piuma candida stava per staccarsi dal centro dell'ala destra.
Con la mano tremante la sfiorò, finche non gli rimase in mano e potè vedere la pelle rossa sottostante, una lacrima gli rigò il viso e lasciò cadere la sua piuma.
Bussarono due volte alla porta ed Ellen fece la sua comparsa spingendola con le spalle, aveva in mano un vassoio che emanava un delizioso profumo.
-Ti conviene farti piacere la colazione perche ho dovuto rubare una doppia porzione e svignarmela in camera con una scusa- si sedette davanti a lui,il suo sorriso era contagioso come sempre, il volto di Loch si distese in un espressione beata e sollevó coperchio.
-Wow ma hai preso provviste per un esercito?-
Ellen arrossì, e rimase incantata a osservarlo mentre studiava timidamente la prima mossa da fare, agguantó una fetta di pane e cominció a spalmare la marmellata,poi si bloccó con il coltellino a mezz'aria e la guardò.
-Che c'è? Ho fatto qualcosa di strano?- un sorriso da bimbo innocente gli allargava gli angoli della bocca mentre si decise a dare un morso al toast.
-No é che stavo pensando...-
-A cosha?- rispose con la bocca piena
-Al fatto che non so molto di te, raccontami di più della tua vita fino ad ora. Dopotutto è naturale voler sapere di più se noi...-
-Se noi?-
-Ecco,non ci avevo ancora pensato, a noi. Cosa siamo noi?-
Loch ci pensò su un attimo prima di spostare il vassoio e avvicinarsi a lei.
-Innamorati-
Il cuore di Ellen ebbe un sussulto, non lo aveva mai detto cosi esplicitamente, Loch spalancò le ali e le richiuse attorno a lei, come quella sera nella loro chiesa speciale.
-Lo stai facendo di nuovo- osservó
-Che cosa?- le rispose
-Racchiudermi tra le tue ali-
Ellen gli accarezzò il viso prima di eliminare la distanza tra i loro volti, Loch le prese il mento tra le dita,le loro labbra si cercarono, si toccarono, si schiusero e si abbracciarono.
-Ti amo Ellen Lester, non mi era mai successo prima-
-Non hai mai avuto qualche cotta angelica?- rise lei
-Beh qualche cotta adolescenziale magari, ma le ragazze angeliche sono troppo... angeliche! Tu sei tutto l'opposto. Sei umana, sai essere forte ma anche fragile, dolce e solare, ma anche tenebrosa ed irresistibile- pronunció l'ultima parola a un soffio dalle sue labbra prima di mordergliele dolcemente.
Si scostarono l'uno dall'altra per terminare la colazione,dopodichè passarono il resto della mattinata a raccontarsi a vicenda alcune avventure della loro adolescenza, di come Ellen, Natalie e Jess si fissero avventurati in una fabbrica abbandonata pochi anni prima, di come Loch si fosse cacciato dei guai con l'addestratore, raccontando anche di aver ricevuto poi la propria arma angelica,adesso confiscata e abbandonata nel castello bianco, su nel regno dei cieli. Ellen ebbe una fantastica idea, si scusò improvvisamente dicendo che aveva il turno per pulire la cucina e con un lieve bacio se ne andò.
L'orfanotrofio in quei giorni sarebbe stato deserto, i bambini erano appena partiti per una gita fuori città, Natalie aveva un brutto raffreddore,perciò lei e Jess la usarono come scusa per rimanere soli.
Judy si offrì di badare ai ragazzi e all'istituto in loro assenza, cosi rimasero soltanto loro.
Ellen entró in biblioteca di corsa.
-Judy devo chiederti un favore!-a testa ramata della donna sbucó da una pila di libri.
-Dimmi cara-
-Tutti gli angeli possiedono la loro arma personale. Quella di Loch è rimasta bloccata negli oggetti confiscati. C'é un modo per riaverla, dato che Loch era chiaramente innocente?-
Gli occhi di Judy si ingrandirono in uno sguardo pensieroso.
-Beh con un incantesimo che ti costerebbe non poca fatica riusciresti a smaterializzarla qui, devi pero riuscire a spezzare le catene che la trattengono. Ovviamente la cosa non passerà inosservata, devo per forza chiedere il permesso di riaverla strettamente per difesa personale.-
-E se loro non accettassero?-
-Lo faranno, se io garantisco per voi, potresti chiederglielo tu stessa.-
-Cosa, ma non mi farebbero mai...- Si bloccó quando, ad un suo cenno, davanti a Judy comparve uno specchio bianco a misura d'uomo.
Ellen si avvicinó e lo sfioró con le dita: sembrava composto d'acqua, la quale la risucchiò al suo interno e Judy dopo di lei.
Si ritrovarono in un bellissimo giardino ludsureggiante circondato da panchine bianche, appena Ellen alzó lo sguardo un mastodontico palazzo candido si stagliava tra le nuvole.
-Non credevi che avresti mai visto il Paradiso eh?-
Ellen non rispose, a bocca aperta.
-Non siamo qui fisicamente,perciò non provare a toccare niente, rimarresti delusa, andiamo, da quella parte.-
Costeggiarono un sentiero di pietre color rosa chiaro e giunsero ad un enorme padiglione azzurro dove molti angeli erano seduti a parlare, tutti si voltarono di scatto quando notarono le due arrivare al loro cospetto.
Ellen deglutì, si sentiva come un pesce fuor d'acqua.
Appena oltrepassato l'ingresso del padiglione avvertì uno strano bruciore alla mano marchiata.
-Stai bene?- le chiese Judy
-È naturale, una strega nera non può sopportare l'energia del Paradiso, neanche sotto forma di ologramma magico-
-Sto bene, lo sopporterò.-
Judy annuì.
-Siamo qui per porvi una richiesta. Stando a stretto contatto con questa ragazza ed il suo gruppo posso garantire per loro-
-Vorremmo il permesso di smaterializzare l'arma personale dell'angelo Loch- intervenne Ellen -Ehm, perfavore-
Un anziano angelo si alzò da uno dei troni e camminò intorno a lei.
-Curioso...vedo compassione, gentilezza- si fermò dietro di lei -lealtà. Le streghe nere non possiedono spesso queste caratteristiche. Ma chi ci conferma che possiamo fidarci?-
-Ma...-
-Le streghe nere sono scaltre, astute ed ingannatrici...-
-Tutto il contrario di ciò che sono io! Ascoltate, potete farmi il test della verità, qualunque cosa, ma vi chiediamo una cosa semplice. Siamo in tre magici piu due ragazzini la fuori,abbiamo gia incontrato un demone che si da il caso fosse Dagon l'angelo, che ha cercato di uccidere Loch per arrivare al posto in cui viviamo. Abbiamo gia capito contro chi ci siamo messi, Lui vuole radunare tutti gli angeli caduti se non lo avevate capito, ma noi non cederemo e finché gliene manca anche solo uno continuerá a darci la caccia. Stiamo prendendo tempo per voi, per tutti...e per Loch, che è come un cucciolo indifeso che ha costantemente paura di se stesso.-
Ellen tacque e cercò lo sguardo di Judy, che ruppe il silenzio.
-Convinti adesso?-
-Si.- l'angelo anziano la guardò sorridendo - siamo convinti adesso.-
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Cemeteries Of London (IN PAUSA)
Fantasi[Estratto dalla storia] "Dio non esiste, è solo la voce gentile di un uomo di larghe vedute che visitò il nostro mondo senza più tornare indietro. Lui è più potente, è un angelo caduto che è voluto rimanere tale, cercherà sempre di farti cadere tra...