Ammetto tristemente di aver passato mezzora a fissare il bicipite di Ash nella gif, non ne vado fiera.
"Michael sta andando a scuola non in guerra" dico appoggiando la fronte sul volante quando il ragazzo dai capelli verdi per l'ennesima volta sistema i capelli alla marmocchia che ride.
Stamattina dopo aver fatto colazione Michael mi ha chiesto un passaggio in fumetteria e così ho caricato sia lui che il mostriciattolo e l'ho portata a scuola, dopo avermi chiuso la porta in faccia ieri notte abbiamo fatto entrambi finta di niente, come se io non avessi visto nulla e come se lei non stesse soffrendo.
Ci ho pensato tutta notte, forse piangeva perchè le mancava la madre, forse perche il suo vestitino preferito si era stropicciato o forse Daniel nella sua testolina malata le aveva detto qualcosa di brutto, ma non era stato il suo pianto a lasciarmi stupito, era stato il fatto che si è alzata e con freddezza dopo avermi fissato con gli occhi pieni di lacrime mi ha sbattuto la porta in faccia facendomi capire di voler rimanere sola.
Anche io ho sbattuto in faccia ai miei genitori la porta tante volte, ogni volta che mi incazzavo mi chiudevo in camera e non volevo nessuno con me, erano i miei problemi e volevo risolverli da solo senza l'aiuto di nessuno, ma questo è un ragionamento che fa un adolescente in cerca di indipendenza e non una bambina di soli cinque anni.
"Allora, nel sacchetto c'è un panino al formaggio fresco e pomodori messicani, se non ti dovesse bastare ti ho anche dato una barretta energetica salutare con l'estratto di carote che fa bene alla vista e il succo è biologico ed è al tu.." inizia Michael continuando a trattenerla in macchina ma ad un certo punto lei lo interrompe.
"Grazie zio Mickey" dice prima di lasciargli un veloce bacio sulla guancia e afferrare il suo zaino correndo verso l'ingresso ma bloccandosi davanti alla porta, la guardo mentre rimane immobile e noto come porta al petto Daniel stringendolo forte, ci risiamo.
Lascio il ragazzo in macchina per dirigermi verso la piccoletta che rimane impassibile anche quando alcuni suoi compagni le passano accanto correndo senza neanche salutarla, mi affianco accanto a lei con le mani in tasca guardando la porta aperta ed il corridoio colorato e pieno di disegni infantili.
"Fai tanto la coraggiosa e l'intelligentona ma ti blocchi davanti ad una porta piccoletta?" Chiedo prendendola in giro e lei si morde il labbro prima di riscuotersi smettendo di fissare il vuoto e guardarmi dritto negli occhi.
"Puntuale" dice prima di fare un passo in avanti e rifermarsi con lo stesso sguardo incerto ed impaurito e con Daniel stretto a lei, sorriso prima di oltrepassarla e guardarla camminando all'indietro.
"Allora marmocchia? Vuoi perdere la lezione?" Chiedo e lei mi sorride leggermente prima di seguirmi con meno paura fino ad arrivare alla sua classe, mi guarda come per farmi capire che ora è okay ed entra sedendosi nel solito posto vicino alla finestra e non salutando nessun suo coetaneo.
Fisso la piccoletta mentre rimane seduta composta con Daniel appoggiato per terra, noto come i suoi occhi vaghino fuori dalla finestra mentre i suoi compagni scherzano e ridono tutti insieme, perchè sta da sola? Quando siamo a casa è una chiacchierona nata.
"Una bambina molto sveglia" dice una voce accanto a me facendomi sussultare ed io mi porto una mano sul cuore notando che è solo la versione femminile di Piton.
"Sì certo, io devo andare" dico cercando di non avere altre conversazioni con la strana donna inquietante e lei annuisce prima di fissarmi a lungo."Merita un buon padre signorino Irwin" la guardo confuso prima di andarmene e guidare fino al lavoro.
"Guarda un po' chi è venuto a trovarti al lavoro" riconosco immediatamente la voce di Luke e non ho bisogno di voltarmi per sapere a che tavolo si siederà.
Finisco di servire ad un tavolo pieno di anziane signore che in genere mi lasciano la mancia e mi fanno qualche occhiolino di nascosto, beh sono simpatiche quando non allungano le mani per infilarmi i soldi nei jeans.